Sulla neve senza bagnarsi i piedi e senza patire il freddo. Facile. Ma se la scarpa serve per correre e la leggerezza diventa una caratteristica decisiva, tutto diventa più complicato.
Alla ricerca di una scarpa da alpine running in vista della sfida – per me temeraria – della Grande Corsa Bianca di febbraio, ho puntato l’attenzione sulle Atom S di Scarpa, attratto da un look accattivante (lo so che non sarebbe il primo requisito, ma l’occhio è caduto proprio lì), dalla ghettina incorporata discretamente alta e senza cuciture e dal peso contenuto in 330 grammi.
Lo step successivo è stato l’esame dei cartellini che ne indicavano le caratteristiche tecniche. Suola Vibram GeneticLine con mescola Icetrek, membrana traspirante Outdry per la ghetta, costruzione Sock-Fit che promette un comfort simile a una calza.
Test neve a Macugnaga
Ok, si va. Meta del test Macugnaga (VB), e più precisamente il traverso panoramico che collega l’Alpe Bil all’Alpe Meccia. Siamo intorno ai 1700 metri di quota, la neve non è moltissima ma si presenta in tutti i suoi aspetti. Morbida e trasformata nei tratti assolati, dura tra gli alberi o dove le rocce impediscono al sole di “lavorare” troppo a lungo.
L’avvicinamento alla neve dura meno di un’ora per circa 400 metri di dislivello. Ma già si possono apprezzare alcune doti della Atom S. Prima tra tutte la stabilità del piede, strettamente fasciato dalla tomaia (senza cuciture), quindi la termicità. Neppure per un minuto ho avvertito il freddo della mattinata dicembrina.
Eccola finalmente. La prima neve dell’inverno ci darà delle risposte. I primi minuti sono su un manto compatto, lucidato dalle gelate notturne. Si cammina senza sprofondare di un centimetro, per intenderci. E, quel che più conta, il grip della suola è stupefacente. Tanto che risulta più comodo procedere fuori dalle orme lasciate da chi mi ha preceduto, anche dove la pendenza si accentua.
Le Atom S e il valore della ghettina
Dove la neve è bagnata, si apprezza l’assoluta impermeabilità della Atom S e si ottiene una gradita conferma in tema di comfort: oltre che non bagnarsi, il piede rimane caldo. Anche la ghettina laminata in Outdry fa il suo dovere: non solo non passa la neve, ma essendo particolarmente fasciante evita infiltrazioni di materiale dall’alto. Inoltre, ma probabilmente è solo una sensazione, per la sua struttura molto aderente alla gamba regala un’ulteriore idea di protezione.
Non rimane che tornare a valle. La discesa verso le case di Macugnaga è accidentata e solo a tratti corribile. Ma anche così si riesce ad apprezzare la stabilità del piede che rimane pressoché immobile all’interno della scarpa. Il passo risulta così sempre preciso e sulle lunghe distanze dovrebbe essere ridotto al minimo il rischio di vesciche e sfregamenti. Il condizionale è d’obbligo alla fine di un test di nemmeno quattro ore, seppur effettuato con scarpe utilizzate per la prima volta. Certamente promosse, invece, le protezioni anteriori.
Consigli per l’acquisto
Rimangono due consigli: chi acquista le Atom S senza provarle in negozio deve orientarsi su un mezzo numero in più del solito. La calzata è precisa, ma sulle lunghe distanze è probabilmente preferibile avere un filo più di spazio. Inoltre occorre fare attenzione alle calze, che non siano troppo pesanti. La scarpa è infatti abbastanza calda e se la temperatura esterna non va sotto lo zero il piede potrebbe sudare troppo. Questo però è un dato troppo soggettivo, ognuno deve regolarsi secondo le sue abitudini.
Il prezzo consigliato è 259 euro. Davvero non poco. Ma se le Atom S confermassero le caratteristiche dimostrate anche su percorrenze di quattro/cinque ore nella neve, sarebbero comunque soldi ben spesi.
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