La prima volta che ho incontrato Fernanda Maciel, ultra-trailer brasiliana del Team The North Face, è stato nel 2015 a Cortin,a a poche ore dalla partenza della Lavaredo Ultra Trail. In quell’occasione mi trovai davanti un’atleta super-concentrata, posata e di poche parole. Che, malgrado la tensione pre-gara, mi concesse una bella intervista e preziosi consigli per me che – come lei – partivo per la stessa gara.
Quando mi hanno detto che Fernanda sarebbe venuta in Italia in questi giorni, ho chiesto subito di poterla incontrare. Perché in questi anni si è confermata atleta di grande valore che ha continuato a macinare risultati straordinari nei trail: 1° Ultra Trail del Monte Fuji (2016) 3° Marathon des Sable (2016) 3° Lavaredo Ultra Trail (2015 e 2016) solo per citarne alcuni. Ma soprattutto perché è riuscita anche a spaziare oltre il trail e a stabilire record incredibili, come quello di salita e discesa dal Kilimangiaro in 10 ore e 6 minuti (quasi 3 ore in meno del precedente primato) e il record femminile di ascensione e discesa all’Aconagua in 22ore e 52minuti.
La Fernanda Maciel che mi trovo davanti questa sera a Milano non è solo un atleta fortissima, ben consapevole del suo valore. E’ anche una donna dal sorriso dolce che con premura e generosità risponde alle domande, prodiga consigli.
Fernanda, dall’ultima volta che ci siamo visti alla LUT non ti sei mai fermata, stabilendo record incredibili e raggiungendo dei risultati eccezionali. Qual è tra gli ultimi tuoi successi quello a cui tieni di più?
Mi piace molto correre i trail. Anzi, diciamo che ne ho bisogno perché è grazie ai trail che riesco ad allenarmi molto duramente. Ma i record sull’Aconagua e il Kilimangiaro sono stati davvero speciali! Sono state imprese stimolanti perché mi hanno costretto a spingermi completamente fuori dalla mia comfort zone.
Nella tua carriera di ultrarunner hai partecipato alle gare più famose come Diagonale des Fous, Marathon des Sables e LUT: quale preferisci?
Onestamente tutte le gare del Ultra Trail World Tour sono interessanti perché sono lunghe e bellissime. Ho fatto per due volte la Marathon Des Sable, ma mi trovo molto più a mio agio in montagna. E se devo dire proprio qual è la mia preferita direi sicuramente l’UTMB . Amo l’atmosfera che si respira in montagna, molto più che il deserto perché in montagna ci si imbatte in paesaggi meravigliosi. E’ vero però che si riesce ad ammirarli meglio facendo un semplice trekking o un’arrampicata piuttosto che in gara!
Sai già quali sono i tuoi obiettivi per il 2018?
Ah certo che mi sono già posta gli obiettivi per l’anno prossimo! Tra questi ci sono a Febbraio la Transgrancanaria poi, a maggio, il campionato del mondo di Penyagolosa. Ma quest’anno non farò nessuna impresa in alta montagna tipo Aconagua e Kilimangiaro, devo ancora recuperare dopo questi due record. L’anno prossimo mi concentrerò sulle performance in gare di ultra-trail.
Fernanda tu hai fatto delle imprese straordinarie nell’Ultra trail e in ambienti estremi, posso chiederti un paio di consigli per noi trail runners e in particolare per me che a Febbraio farò l’Iditarod ?

Dio mio! Non ho mai fatto niente di simile all’Iditarod in vita mia – dice ridendo. Ma sulla base delle mie esperienze in ambienti estremi posso dirti di usare dell’ottimo materiale e di viaggiare leggero evitando di sovraccaricare il tuo bagaglio. Quando ho corso il Cammino di Santiago (900km circa in 10 giorni) mi sono portata dietro solo uno zaino di 2 chili e alla Marathon Des Sables avevo uno zaino di 7 chili. Ma soprattutto – come ultimo consiglio – cerca di rimanere sempre caldo e ben coperto.
Ci salutiamo e ci diamo appuntamento per il giorno dopo quando lei allenerà la community di Never Stop Milan, gruppo che s’incontra tutti i martedì e in casi eccezionali come questo il giovedì. Conoscendo Fernanda so che quello sarà un allenamento tosto, tosto per davvero!
© riproduzione riservata
Vuoi iscriverti alla nostra newsletter?
Sei un organizzatore di gare e vuoi promuovere i tuoi eventi?
Inseriscili direttamente nella nostra agenda