Ci sono ancora due cose sicure a Cuba: che qualcuno cercherà di spillarti qualche moneta prima ancora che tu esca dall’aeroporto e che qualcun altro cercherà – e riuscirà – a portarti alla Bodeguita del Medio, il locale preferito da Ernest Hemingway che ebbe la fortuna di vivere l’Habana quando ancora era una città ricca e vivacissima. A dire il vero, probabilmente anche oggi lo è ma ovviamente in maniera diversa. Prima che Fidel muoia (è ancora vivo, vero?) e prima che i SUV americani metallizzati sostituiscano le fantastiche auto d’epoca coloratissime, è meglio che ci andiate. Una scelta tutt’altro che banale.
La figura di Ernest Hemingway con il suo genio, le sue avventure, le sue mogli, i sui viaggi colpisce ancora oggi l’immaginario collettivo. Ed un itinerario che affascina sempre è quello che porta sulle tracce dello scrittore a Cuba, dentro e fuori la capitale. In un primo tempo si sistemò all’Hotel Ambos Mundos in Calle Obispo (www.hotelambosmundos-cuba.com), nell’Habana vecchia, Patrimonio dell’Umanità. L’albergo ancora esiste ed è diventato una sorta di museo dedicato allo scrittore. Le code fuori dalla porta sono eterne. In questo edificio dalla facciata rosa antico e dai mobili d’epoca ci sono pareti con appesi ricordi del famoso personaggio: la sua firma incorniciata, le sue fotografie, un’immagine dell’anziano pescatore che avrebbe ispirato “Il vecchio e il mare”. Dietro il bancone di legno scuro un barman ritma lo shaker e ti racconta g.li aneddoti su Hemingway che amava i cocktail cubani.
Hemingway era solito bere il “mojito” alla Bodeguita del Medio, il bar d’angolo non molto distante dalla cattedrale, luogo di inevitabile pellegrinaggio. Qui, se per caso manca l’“herba buena” (una sorta di menta più delicata della nostra) non ve lo servono. A “El Floridita” verso il Campidoglio – dove oggi c’è addirittura un bronzo del premio Nobel – invece beveva il “daiquiri”, base di rum, succo di lime e zucchero di canna sciolto, anche ad ore poco consone ai super alcolici.
Appena fuori l’Habana invece, a S.Francisco de Paula, c’è la “Finca Vigia”, la residenza dello scrittore dal 1939 sino al 1960. La comprò con i diritti di autore di “Per chi suona la campana”. Qui hanno abitato due sue mogli: Mary Welsh, sposata a Cuba e Martha Gellhorn. Gli fecero visita tutti i personaggi illustri di allora. Da Ava Gardner a Spencer Tracy, da Katherine Hepburn a Gary Cooper, Rocky Marciano, Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir.
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