Quest’anno Marsiglia festeggia il 10° anniversario del GR 2013 (Grande Randonnée, un percorso a doppio anello di 365 km che attraversa anche l’area metropolitana.
La si può definire in tanti modi, perché di fatto ha mille facce. Di Marsiglia si è parlato tanto, ultimamente, per via dei disordini che hanno infuocato tutta la Francia e che soprattutto lì hanno trovato terreno fertile. Perché una cosa è certa: nel bene e nel male Marsiglia è una città che non ama le mezze misure. Bella e dannata. E proprio per questo così affascinante.
Nel 2013 è stata nominata Capitale Europea della Cultura, e oggi – a dieci anni di distanza – questa metropoli multietnica diventa a pieno titolo la capitale francese dello sport. E lo fa, come le si addice, puntando alto. Il 9 maggio del prossimo anno, infatti, il trialbero Belem attraccherà nel Porto Vecchio e sbarcherà la fiamma olimpica in arrivo da Atene. Non solo: lo stadio Velodrome di Marsiglia ospiterà molte delle partite di calcio a cinque cerchi, e le sue acque saranno teatro delle dieci discipline olimpiche della vela. Con base nel marina Roucas-Blanc, completamente rinnovato per l’occasione.
Va bene, qui si parla di sport ai massimi livelli. Ma anche ai semplici camminatori e appassionati di outdoor Marsiglia riserva bellissime sorprese. Una tra tutte: il GR 2013. GR sta per Grande Randonnée, cioè Grande Escursione. Si tratta di una “passeggiata” a doppio anello di 365 km, che tocca 38 comuni del Dipartimento delle Bocche del Rodano (quello di cui fa parte Marsiglia) attraversando anche l’area metropolitana della città. Il percorso è ovviamente fattibile a tappe, ed è anche l’occasione ideale per chi vuole mettere insieme la visita di Marsiglia e una bella sgambata.

Scoprire Marsiglia a piedi seguendo il GR 2013
Proprio in occasione dell’anno in cui Marsiglia era stata nominata Città Europea della Cultura, un gruppo di artisti camminatori aveva aiutato a tracciare questo splendido percorso escursionistico che corre attorno alla laguna di Berre e al massiccio calcareo dell’Etolie. Come si diceva, il GR 2013 consente anche di attraversare l’area metropolitana di Marsiglia.
Si può dire che questo sia il primo GR (Grande Randonnée) ad essere stato tracciato in Francia, e l’unico che consente di esplorare una metropoli di queste dimensioni, mettendo insieme tipologie di spazi molto differenti: urbani, peri-urbani industriali, agricoli, naturali. Si tratta di due anelli che partono dallo stesso punto per poi ricongiungersi formando un otto. L’itinerario può essere diviso in sette tappe di circa 50 km ciascuna. Ad ogni tappa andrebbero dedicati due/tre giorni di cammino.

Tra le zone più suggestive toccate dal Grande Randonnée ci sono la Laguna di Berre, il massiccio dell’Etoile e quello del Garlaban. Ma adesso voglio parlarvi del tratto di percorso che attraversa Marsiglia, e che è l’ideale per scoprire la città a piedi e ammirare bellissimi panorami dall’alto.
Io l’ho fatto partendo dal Porto Vecchio e seguendo i segnavia del GR 2013 che conducono lungo il viale de la Corderie. Questa strada si chiamava così perché un tempo vi si trovavano le botteghe dei cordai che producevano cime e scotte per le navi. Alla fine del XIX secolo, si contavano qui oltre 2.000 artigiani. E questo la dice lunga sull’importanza che ha sempre avuto il porto di Marsiglia.
Dal viale de la Corderie si sale poi per la via dei Brusques. Anche questo nome non è stato dato a caso. Qui infatti venivano conservate le “brusques”, ossia i rami di ginestra seccati che si utilizzavano per pulire e calafatare gli scafi delle navi. Ogni passo una storia.

Attraversiamo il Giardino Pierre Puget, altrimenti detto Giardino della collina. E’ il parco più antico di Marsiglia. Di qui risaliamo attraversando Piazza del colonnello Edon. Qui per ricordare la liberazione della città nel 1944 è stato piazzato un carro armato con un passato eroico. Si tratta del mezzo militare soprannominato Jeanne-d’Arc, “ferito a morte” da una granata incendiaria mentre cercava di stanare i tedeschi asserragliati dentro la basilica.
Ancora qualche gradino e si arriva di fronte alla facciata della Bonne Mère, come è comunemente chiamata Notre-Dame-de-la-Garde. Anche all’interno di questa chiesa si respira l’aria marinara e sportiva che pervade la città. Infatti le pareti sono rivestite da centinaia di ex voto come dipinti, targhe, modellini di barche, medaglie di guerra…e ci sono persino magliette offerte dai giocatori e dai sostenitori dell’Olympique de Marseille, la squadra di calcio locale.
La prigione del Conte di Montecristo
Dall’alto della collina su cui sorge la basilica, la vista a 360 gradi su Marsiglia è davvero spettacolare. Da qui si vedono anche le isole Frioul, e su una di queste si trova il Chateau d’If, la fortezza in cui era stato tenuto prigioniero Edmond Dantes, il Conte di Montecristo.
I marsigliesi sono sicuri che il romanzo raccontato da Alexandre Dumas abbia preso le mosse da fatti realmente accaduti. E quando parlano del Castello, amano ricordare la rocambolesca fuga del conte. Che con l’aiuto dell’Abate Faria era riuscito ad evadere e a recuperare un favoloso tesoro. Quello che è certo, è che Chateau d’If era realmente una prigione, e che solo nel 1915 le celle hanno lasciato il posto alla struttura attuale: museo e faro. E’ visitabile grazie a un servizio di navette che partono dal Porto Vecchio.

Dalla basilica si scende poi di nuovo verso il Porto Vecchio per risalire dalla parte opposta percorrendo il Quai des Belges. Si passa sotto l’immenso specchio (1.000 metri quadrati) progettato dall’archistar Norman Foster. Simbolo del porto e della città, riflette le barche ormeggiate e la folla di turisti. E come lo specchio di Alice, segna il passaggio tra due mondi.
Da qui, infatti, si accede al Panier, il più pittoresco quartiere di Marsiglia. In questo distretto un tempo malfamato e oggi diventato bohémienne, in questo melting pot di culture e di tradizioni, le botteghe di spezie e di ceramiche si alternano ai ristoranti etnici e alle opere di street art. Inutile tentare di individuare un itinerario tra le sue stradine, i suoi vicoli, le sue piazzette in stile provenzale. Molto meglio “perdersi” e lasciarsi conquistare – ancora una volta – dallo spirito bello e dannato della città.
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