Sarà inaugurato il prossimo luglio e si chiamerà Fels, cioè roccia, l’ultimo dei Messner Mountain Museum. A progettarlo è stata Zaha Hadid.
Fels (cioè roccia, questo il nome del sesto Messner Mountain Museum) è una sorta di animale che respira sottoterra e accoglie i visitatori nel suo ventre. Una specie di gigantesca mano con dita che si allungano a forare la montagna per mostrare – attraverso vetrate panoramiche – le sue meraviglie.
I buldozer sono andati su e giù per mesi tra Brunico e la cima di Plan de Corones, dove sta prendendo vita questo affascinante progetto: la sesta struttura dei Messner Mountain Museum. L’inaugurazione è prevista a breve: il prossimo luglio. Ma perché la scelta di questa location a 2.270 metri di quota, accanto alle stazioni a monte degli impianti di risalita?

Plan de Corones è un paradiso per gli sciatori, ma è poco battuto durante l’estate. “Per questo – spiega Andrea Deifrari, presidente di Skirama Kronplatzt (il consorzio turistico di Plan de Corones) – avevamo pensato di costruire quassù una piattaforma panoramica affacciata sulla valle e sulle montagne. Avevamo anche bandito un concorso a cui avevano partecipato alcuni tra i più famosi studi di architettura. Compreso quello di Zaha Hadid, che alla fine aveva presentato il progetto che ci era piaciuto di più”.

Ma poco prima dell’assegnazione della commessa, ecco che si presenta Reinhold Messner insieme all’architetto Gerhard Mahlknecht di Brunico. I due portano i disegni di un altro progetto, che però non è una piattaforma panoramica. Messner ribalta le carte in tavola. Dice: “Ma a che cosa serve costruire una piattaforma panoramica? Per portare la gente in cima a Plan de Corones ci vuole qualcosa di più. Per esempio un museo della montagna. Io voglio aprirne un altro, sarà il mio sesto e ultimo museo, e se volete lo possiamo fare qui. Abbiamo già preparato anche il progetto. Una struttura non invasiva, che “scompare” dentro la montagna ma nello stesso tempo consente ai visitatori di ammirare le sue pareti più intatte”.

“Ci abbiamo messo cinque secondi a dire sì – racconta Andrea Deifrari -. Un po’ di più a convincere Reinhold ad assegnare a Zaha Hadid la commessa. All’inizio lui era contrario, voleva continuare a lavorare con il suo architetto. Ma quando la Hadid ha mostrato i primi disegni, è rimasto folgorato”.
La struttura è stata realizzata – com’è consuetudine della Hadid – seguendo un disegno curvilineo che ha costretto gli ingegneri a lavorare sodo per consentire al progetto di trasformarsi in realtà. I 370 pannelli di cemento spessi 2,5 centimetri con cui è stato costruito l’involucro dell’edificio sono tutti pezzi unici. Realizzati grazie a forme in polistirolo e vetroresina preparate una per una. Ci sono voluti tre milioni di euro per dare vita a Fels, tutti di tasca privata. “Abbiamo investito su questo progetto perché ci crediamo – ha detto Andrea Deifrari -. E lo abbiamo affidato in gestione a Reinhold Messner”.
Che cosa conterrà questo sesto museo del grande alpinista? Ancora nessuno lo sa, a parte lo stesso Messner e la figlia Magdalena, che lo sta aiutando ad allestirlo. L’unica cosa certa è che Reinhold ha lasciato mano libera agli architetti. Ha detto loro di pensare solo al lato architettonico del progetto, e al resto avrebbe pensato lui.
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