La mezza di San Gaudenzio a Novara è diventata famosa perché è praticamente la prima gara su strada dell’anno (almeno al Nord d’Italia), il freddo è sempre pungente, ma -dulcis in fundo- non manca mai una bella risottata alla fine.
La posizione di partenza e arrivo è molto defilata rispetto al centro città, il che rende l’atmosfera molto sonnacchiosa e quasi intima, nonostante si svolga il giorno della festa del patrono che dà il nome all’evento.I partecipanti sono ogni anno di più e il palazzetto “Stefano Dal Lago” (adibito al ritrovo pre-gara) e il vicino bocciodromo (luogo del ristoro post-gara) sono sempre più sovraffollati di corridori.
La partenza
Nonostante l’impegno dei tanti giovani volontari, bisogna sempre aspettare in fila qualche minuto per ritirare pettorali e pacco gara, ma l’atmosfera sempre allegra rende piacevole anche l’attesa e permette di fare nuove conoscenze tra i concorrenti.

Il legame con il territorio è forte, e si sente. A cominciare dagli sponsor, un produttore di Gorgonzola (utilizzato con il risotto) e una birra artigianale della zona, sempre ben accetti tra i corridori affamati a fine gara. Quest’anno però il punto forte dell’organizzazione era il pacco gara che offriva – al posto della solita maglietta – una fantastica tuta, disponibile addirittura in diverse varianti colore.
La giornata è serena e alle prime luci dell’alba la pianura Padana cerca di dare il meglio di sé. Il paesaggio, per chi arriva da fuori, appare come un susseguirsi di distese agricole e zone industriali tra i toni del marrone e del grigio. Per contro, le montagne in lontananza, illuminate di arancione e azzurro, sono lo sfondo spettacolare della cupola della basilica di San Gaudenzio, simbolo della città.
All’arrivo al parcheggio nei pressi dello stadio Piola il termometro segna -6°, e il classico pensiero “ma chi me l’ha fatto fare?” viene spontaneo almeno per un attimo. Subito scacciato dalla mente però, si parte con il riscaldamento. Assolutamente necessario prima della partenza che è all’ombra anche se il solito calore umano della massa aiuta a non gelare.
Siamo tutti insieme, appassionatamente ammassati dietro la linea di partenza. Ci sono i competitivi della 21km a fianco dei non competitivi della 9km, mentre la speaker tenta di riscaldare l’ambiente.
La gara
Alle 9.30 si parte verso sud, la campagna si apre davanti a noi in direzione delle risaie che ancora dormono, come la città. La strada si fa stretta e arriva, immancabile, il tradizionale vento gelido. Si attraversano Lumellogno, Pagliate, Monticello e le loro cascine. L’acqua dei ristori è ghiacciata quasi come quella dei fossi e delle rogge che scorrono lungo il sentiero, e diventa un vero pericolo buttarla giù tutta d’un fiato.
A parte un paio di brevi salite per attraversare due ponticelli, il percorso è pianeggiante con qualche curva a gomito. Gli ultimi chilometri portano di nuovo in città passando da Torrion Quartara, nella periferia sud di Novara, residenziale e iper tranquilla, con un percorso a zig zag tra le palazzine del quartiere.
Al traguardo il freddo è quasi scomparso. La prima sgambata di stagione è andata e arriva la prima meritata medaglia.
Se è andata bene c’è la soddisfazione di constatare di essere già in forma, se invece non è andata bene c’è la consapevolezza di sapere che c’è tempo per migliorare.
Il palazzetto dello sport ha accolto tutti i concorrenti a fine gara.
I risultati
La San Gaudenzio dei “top” è avvincente fino alla fine: vince allo sprint Michele Belluschi (1h 09’00”) dell’Atletica Recanati davanti al marocchino Mehdi El Maamari (1h 09’ 05”) dell’Atletica Palzola, terzo Roberto Dimiccoli (1h 11’ 41”) dell’U.S. San Maurizio.
Fra le donne vince Maurizia Cunico (1h 22’ 13”) sempre dell’Atletica Palzola davanti a Sabina Ambrosetti (ah 22’ 35”) dei Ranners Valbossa, terza Antonella Gravino (1h 23’ 54”) dell’Equilibra Running.
Al ristoro finale, oltre a risotto, frutta, crostate e biscotti c’è anche il vin brulé, e a questo punto il gelo è davvero solo un ricordo.
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