Basta salire di 300 metri, per cambiare le carte in tavola. Basta, precisamente, partire da San Rocco. È questo lo “specchio di Alice”. Il punto di demarcazione tra la riviera mondana e la Liguria ruspante. Dove dedicarsi a trekking tra sentieri battuti dai cinghiali, cespugli di corbezzoli, antichi mulini e fattorie.
Uno di questi si trova prendendo da Ruta la strada che porta a Santa Margherita. Dopo qualche curva, prima della fine della discesa, un cartello sulla destra indica l’Agriturismo Il Monte (San Lorenzo, tel. 0185.280603). In quella che era oltre 50 anni fa una vecchia stazione di monta (cioè un posto dove i contadini andavano a fare ingravidare le vacche) Italo Parodi e sua moglie Graziella hanno allestito una sala da pranzo di fianco alla stalla dove muggiscono tori e vitelli. Con 25 euro si assaggiano tutti i prodotti della casa declinati in una decina di portate: piatti a base di vitello e di capra, verdure dell’orto, pesto, pasta fatta a mano.

Sul monte di Portofino scarpe da trekking e zaino sono indispensabili. Un grande classico (ma non la domenica, perché i sentieri sono affollatissimi), è l’anello che parte da San Rocco, sale a Pietre Strette, scende a San Fruttuoso e da qui torna a San Rocco lungo una via panoramica con qualche passaggio ferrato (alla portata di tutti, a patto di non soffrire di vertigini). La prima parte, tutta nel bosco, si inerpica tra sassi e gradini fino quasi alla sommità del monte. E dopo un tratto in saliscendi che offre di tanto in tanto aperture improvvise sulle baie sottostanti, comincia la discesa verso San Fruttuoso. In poco meno di due ore si arriva alle spalle della splendida abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte, che può essere raggiunta solo a piedi o in battello.

Il sentiero per tornare a San Rocco è sul lato opposto della baia, a sinistra guardando l’abbazia. Un cartello avverte: solo per escursionisti esperti. In realtà non si tratta di un percorso difficile, ma solo un po’ impegnativo per la durata (circa tre ore), per la ripida salita iniziale, e per alcuni tratti a strapiombo sul mare in cui è meglio tenersi alle catene fissate alla roccia. Ma l’impegno è ripagato da una serie di panorami unici. Una volta superata località Batterie (così chiamata per la presenza di vecchi bunker e postazioni militari), la strada prosegue poi agevole fino a San Rocco.
La domenica, giornata di massimo affollamento, conviene invece scegliere un itinerario più defilato. Come la Valle dell’acqua viva, chiamata anche Valle dei Mulini perché lungo il torrente che la percorre si trovavano ben 35 strutture adibite alla macinazione delle farine. Lasciata l’auto a Nozarego, poco sopra Santa Margherita, si punta verso località Cappella delle Gave. E da qui si seguono le indicazioni. Dopo circa un quarto d’ora di cammino si incontra il mulino del Gassetta: l’ultimo a cessare l’attività, agli inizi degli anni ’70, oggi ristrutturato e adibito a punto informativo e museale. Il sentiero scende poi verso Paraggi, senza particolari attrattive se non quella di una passeggiata al fresco. E i mulini sono in parte ristrutturati e adibiti a seconde case, e in parte completamente diroccati. Una volta arrivati a Paraggi ci si può incamminare lungo la strada carrozzabile che porta a Santa Margherita. Un po’ nascosto dagli alberi, ecco il sentiero che riporta alla Cappella delle Gave. E in circa 20 minuti di salita un po’ «tirata», si è di nuovo in cima.

Un’altra escursione da non perdere è la cosiddetta “Via dei Tubi”, che segue il tracciato di un antico acquedotto. Ampie finestre panoramiche e l’immersione nel buio di gallerie scavate nel conglomerato hanno concorso a farne uno dei percorsi più spettacolari ed emozionanti del Monte di Portofino. La percorrenza richiede una certa pratica e una buona forma fisica. Il sentiero è accessibile solo se accompagnati dalle guide del parco ed attraversa il lato sud del promontorio coperto dalla macchia mediterranea. Per prenotare: tel. 342.0025745. Il costo dell’escursione è di 10 euro.
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