Un buon allenamento non termina con la fine dell’attività fisica, perché nell’economia di una buona performance sportiva un ruolo fondamentale lo gioca la fase di recupero. Se non sfruttato correttamente, il recovery impedisce all’organismo di rigenerare i tessuti e di immagazzinare l’energia necessaria per lo sforzo dei giorni successivi.
Il processo della supercompensazione ha come obiettivo l’equilibrio fra periodi di attività e periodi di recupero. E per recupero non si intende soltanto il riposo, ma anche un’eventuale integrazione alimentare, se la dieta dell’atleta è in qualche modo carente dei nutrienti necessari.
Questo vale soprattutto in estate, quando – complici il tempo libero e la bella stagione – gli appassionati di sport si scatenano: corsa, bicicletta, trekking, canoa… Attenzione però, perchè il nostro corpo non è una batteria a energia illimitata. Ci sono infatti periodi in cui si “scarica” ed è proprio in questo momento che l’organismo ha bisogno di tempo per potersi riprendere prima di affrontare un livello superiore di impegno.
Questo momento di ricarica va sotto il nome di supercompensazione: una volta raggiunto il punto massimale di stress fisico è necessario, infatti, alternare i momenti di sforzo con fasi di recupero che diventano indispensabili. È soltanto così che si ottiene il miglioramento della prestazione sportiva.
Il recupero, una parte fondamentale dell’allenamento
Durante l’allenamento il corpo lavora in modalità cosiddetta “catabolica”, cioè demolendo le molecole preposte alla riparazione di eventuali microlesioni a livello muscolare, vale a dire le proteine. Per ricostruirle, il fisico deve ricorrere alle riserve di energia naturali, già presenti nell’organismo, che però non sono infinite: ecco perché è importante introdurre la “ricarica” attraverso l’alimentazione.
Su questo tema la scienza dello sport ha spesso approfondito la centralità del riposo e l’importanza di un’alimentazione attenta:
“Per recuperare i depositi di glicogeno, favorendo la sintesi proteica, è necessario seguire un’alimentazione bilanciata e con ritmi precisi: mezz’ora dopo lo sforzo è preferibile scegliere carboidrati in modo che il glucosio arrivi più rapidamente al sangue – spiega il biologo nutrizionista Orazio Ragusa – mentre al pasto successivo, quando lo stimolo dell’attività fisica è cessato, meglio assumere anche proteine e/o amminoacidi essenziali”.
È importante anche tenere conto del fatto che, dopo un allenamento o una gara, la sintesi proteica raggiunge il picco nelle prime tre ore dopo l’attività fisica, cala a metà dopo un giorno intero ed è ridotta a un terzo dopo 48 ore.
Un supporto per aiutare il recupero dell’organismo
L’integrazione alimentare, durante il periodo della supercompensazione, può svolgere un ruolo determinate. “Il dispendio energetico e lo sforzo fisico sono diversi a seconda delle caratteristiche di ogni atleta e dell’intensità dello sforzo praticato – prosegue Ragusa -. Proprio per questo dovrà essere diverso il modo in cui l’organismo va aiutato”.
Il mercato offre numerosi prodotti, ed è davvero difficile districarsi tra le diverse offerte. Tra i vari prodotti, c’è il RegoBasic dell’azienda veronese Pegaso, specializzata nell’integrazione alimentare su base naturale. Come funziona questo prodotto? Lo spiega Cristina Tosi, numero uno di Pegaso.
“L’attività fisica produce nello sportivo una quantità di scorie di natura acida superiore a quelle di una persona mediamente attiva – dice -. L’eccesso di scorie acide rallenta lo scambio di informazioni e nutrienti tra le cellule e la conseguente capacità di produrre energia. Un prodotto come RegoBasic – a base di sali citrati come calcio, magnesio, potassio, sodio, manganese e zinco, che intervengono nella respirazione cellulare – favorisce l’eliminazione delle scorie acide prodotte dall’attività motoria, facilita il recupero psicofisico e riduce il senso di affaticamento e la disidratazione”.
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