Girovagando tra gli stand di ISPO, non si trovano soltanto capi di abbigliamento super-tecnologici e attrezzatura mirabolante. Ma anche qualche idea un po’ folle e geniale. Come questo barbecue da bicicletta.
L’ho raccontato ieri sul mio blog, Secelhofattaio. Ma questa storia mi è così piaciuta, che oggi “replico” anche per Action Magazine. È stata una bella esperienza visitare ISPO, girare per gli immensi padiglioni pieni di cose mirabolanti e di personaggi straordinari. Già, perché qui a ISPO converge il meglio del mondo della montagna, dell’escursionismo, delle attività all’aria aperta.
Qui si trovano prodotti pazzeschi, materiali che hanno richiesto investimenti milionari, abbigliamenti tecnici frutto di studi durati anni. Il tutto presentato da personaggi fighissimi. Gli uomini d’affari, qui, sono gente super tosta e abbronzata dal sole, che veste con scarponcini e felpe ecosostenibili e che discute bevendo succhi di frutta organici all’interno di faraonici stand che riproducono rifugi alpini, accampamenti tendati, piste da sci.
Sorprese nascoste
Poi, negli angolini di scarso passaggio, ci sono anche le aziende più piccole, con i loro prodotti spesso artigianali e generalmente abbastanza ignorati da chi passa alla ricerca dei “grandi marchi”.
È qui che ho trovato un personaggio davvero notevole, che vi voglio presentare: si chiama Carolin Kunert, è una sorridente ragazzotta bionda e occhialuta di 24 anni che ha studiato industrial design e che due anni fa (a 22 anni, sottolineo) si è inventata questa cosa che si chiama Knister. E ha deciso di svilupparla, produrla e lanciarla sul mercato. Tutto da sé, senza cercare soci o aspettare aiuti. “Volevo fare qualcosa che fosse davvero mio”, mi ha detto. E il risultato è un oggetto al tempo stesso buffo e geniale: un barbecue portatile che si monta sul manubrio della bicicletta.
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Certo, il mondo può andare avanti molto bene anche senza un aggeggio del genere (anche se a dire la verità mi è già venuta voglia di organizzare una ciclogrigliata), ma non è questo il punto, per una quantità di motivi.
In primo luogo perché è un oggetto progettato straordinariamente bene: l’accrocchio per agganciare il contenitore alla bici si adatta a tutti i modelli, e si installa e disinstalla in un attimo. La griglia può servire anche da cestino, e una volta montata si allunga fino al doppio e offre spazio e superfici adatte per cuocere carni e verdure. L’intero arnese può andare in lavastoviglie. Lo si può comunque agganciare senza difficoltà anche sul balcone di casa.
E l’insieme, per finire, è prodotto in modo “ecologico”, con materiali la cui provenienza resta in un raggio di 200 km (“non come certi prodotti ‘green’ i cui componenti arrivano mezzo mondo…” mi ha detto Carolin con un po’ di allegra polemica), tanto che ha ricevuto proprio da ISPO un premio per la sua sostenibilità. Datemi retta, c’è della genialità in questo design.
Ma quello che mi ha più colpito è stata l’inventiva, la determinazione e l’intraprendenza di questa ragazza giovanissima, l’energia e l’allegria che mette nel portare avanti il suo progetto. Con tutte le difficoltà oggettive dello sviluppare da soli un’idea e farla conoscere in un mercato caotico in cui si muovono autentici colossi. E con le difficoltà aggiuntive che derivano, inutile negarlo, dall’essere molto giovane e dall’essere una donna (“soprattutto nel mondo dei barbecue sono guardata come un alieno… gli altri sono tutti uomini!”).
Insomma, quello che ci ho visto io è stato il talento in contrapposizione al grande business; la creatività autentica rispetto a un’innovazione spesso forzata; lo spirito pratico femminile all’interno di un mondo ancora quasi completamente declinato al maschile; per farla breve, Davide contro Golia.
È per questo che questa piccola storia mi è piaciuta, e ho voluto raccontarvela. E comunque, per quanto mi riguarda, il fascino di una cosa folle, inutile ma bellissima come un barbecue da bicicletta è qualcosa a cui è difficile resistere.
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