Dopo alcune spiacevoli esperienze insieme alla sua “mamma umana”, Brenda Dog ha deciso di spiegare una volta per tutte come correre con il cane evitando gli errori più madornali.
Non vi sto a raccontare nei dettagli tutte le mie esperienze traumatiche a proposito della corsa. In genere la mia infanzia è stata comunque funestata da una serie di traumi. Mi ricordo ancora quando – a sei mesi – di ritorno da una visita veterinaria la mamma mi tastava le zampe dicendo: “Mmhh… il dottore ha detto che bisogna aspettare ancora un po’ prima di iniziare a correre”. Avrei dovuto pensarci subito… farmi adottare da un’altra famiglia, chiedere asilo politico nel condominio di fianco, farmi mettere incinta da un pitbull… E invece è andata come è andata.
Già vi avevo raccontato di alcune mie funeste esperienze a Macugnaga e in Valle d’Aosta. Non vi avevo però forse mai raccontato di quando quella squilibrata della mamma aveva deciso di portarmi a correre sul Naviglio utilizzando uno strumento del demonio come il guinzaglio per jogging. Belìn, è un’imbragatura che l’umano si fissa alla vita. A questa imbragatura è legato un guinzaglio molto corto. Così il bipede ha le mani libere, e il quadrupede (nella fattispecie, io) deve tenere il passo per forza di cose.
Beh, all’inizio ci ho provato a fare la disciplinata. Poi ho cominciato a percepire dei movimenti intestinali. Insomma, mi scappava la cacca. Ho provato qualche scarto laterale, ma la mamma con l’iPod nelle orecchie mi rimetteva in carreggiata con un colpo di bacino. Non è cattiva la mamma, sia ben chiaro. È solo stordita di brutto. Per un po’ ho resistito, poi non ce l’ho più fatta: ho virato bruscamente verso un’aiola, e mi sono accosciata per fare i miei bisogni. E qui è successa la tragedia: perché il guinzaglio era cortissimo, e la mamma non riusciva a sganciarlo.
Guinzagli da jogging: da usare con parsimonia
Morale: ha dovuto seguirmi, piegarsi pure lei, e rimanermi accanto in “posizione bidet” fino a che io non ho finito. Belìn, io sono un po’ lenta in queste cose… qualche minuto ci passa, e ogni tanto devo scrollarmi e ricominciare due passi più in là. Il vero problema è stato che c’era un sacco di gente là sul Naviglio. Qualcuno rideva, qualcun altro sgranava gli occhi inorridito perché non capiva cosa stava succedendo. Temo che un tipo abbia anche scattato una foto. Anyway, la mamma non l’ha presa molto bene. Non ha recriminato, per carità, ma il giorno dopo ha regalato il guinzaglio a un vicino di casa. Bingo!
In realtà poi ha provato a portarmi a correre un sacco di altre volte, anche senza guinzaglio. Lì avevo gioco facile: mi fermavo ogni tre passi fingendo di annusare qualcosa. Oppure mi mettevo a zoppicare. Alla fine ha desistito e ha deciso di andare a correre da sola. Povera mamma… avrebbe dovuto scegliere come figlia pelosa una Border Collie. Io non sono molto portata per l’attività fisica. E comunque ve lo dico: per correre con il cane, bisogna saperlo fare. Vi do qualche suggerimento che potrebbe essere utile.

Come comportarsi per correre con il cane
1) Innanzi tutto tenete a mente la cosa più importante: noi cani non siamo tutti uguali. Non è che potete pensare di portarvi appresso a correre sulle lunghe distanze un Bulldog o un Grande Bovaro Svizzero come me… a gente come noi piace più che altro camminare (e poi nemmeno troppo, a dire la verità…).
2) Non si corre con i cuccioli. Fino agli otto mesi, le nostre ossa non sono completamente formate, e sforzi eccessivi potrebbero deformarle. L’ideale comunque sarebbe aspettare fino a un anno di età.
3) I buoni compagni di corsa non si vedono dalla taglia, ma dalla lunghezza delle gambe in rapporto alle dimensioni del corpo. Le razze più adatte alla corsa sono Pointer, Golden Retriever, Labrador, Border Collie e Huskie. Ripeto: dimenticate i Grandi Bovari Svizzeri!
4) Meglio i guinzagli a lunghezza fissa di quelli allungabili. Questi ultimi infatti non ci aiutano a regolarci su una distanza standard dal nostro amico a due zampe. Noi pelosi tendiamo sempre a strafare, e a tirare la corda (o in questo caso il guinzaglio) finchè si può. Con il risultato che ci si stanca, e il passo diventa irregolare per entrambi.
5) Portateci a fare cacca e pipì prima di iniziare a correre. Così saremo “liberi” e impareremo che durante la corsa non ci si interrompe.
6) Chi l’ha detto che abbiamo bisogno di correre? Diciamo la verità, noi ne faremmo anche volentieri a meno. Per noi correre vuol dire giocare (io in realtà sono sempre stata una fautrice dei giochi corpo a corpo), oppure seguire le tracce olfattive. Se proprio ci fate correre con voi, una decina di chilometri è il massimo che possiamo sopportare senza arrivare stremati. E se proprio volete correre tutti i giorni, alternate questi dieci chilometri a distanze più brevi.
7) Se correte di notte, fateci indossare qualche accessorio catarifrangente. Noi siamo più bassi di voi. Una macchina di passaggio potrebbe non vederci.
8) Se si può correre senza guinzaglio, tanto meglio. Se non siamo legati, possiamo accelerare o rallentare a nostro piacimento; tirare fiato se ne abbiamo voglia. E dare qualche annusatina in giro, che è la parte più bella del gioco.
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