La formula del Canada Man/Woman Xtreme Triathlon mette a dura prova fisico e testa, anche se viene vissuto quasi con goliardia. Noi c’eravamo, e la nostra Cristina Sonzogni è arrivata quinta!
E’ ufficiale: i canadesi sono pazzi. Solo a loro poteva venire in mente di organizzare – per altro con successo – un Ironman che conclude la frazione in bici (180 km e 2.500 metri di dislivello positivo) con una salita che sembra una pista nera di sci, pendenza 18%. A cui si va a sommare una maratona tutta in salita, che culmina sulla cima di una montagna. Il traguardo della gara, infatti, è l’osservatorio astronomico di Mont Megantic.
Detto questo, I canadesi sono pazzi da imitare. Perché il Canada Man/Woman Xtreme Triathlon è una gara che tutti gli appassionati del genere dovrebbero fare una volta nella vita. Metti i panorami con le strade infinite che corrono tra i boschi; metti le gimcane vista lago; metti la gente che allestisce ristori lungo la strada; metti il pubblico che alle 4 del mattino è già “on the road” avvolto nelle coperte per fare il tifo… insomma, di motivi per partecipare ce ne sono parecchi.
In più, il Canada Xtreme Triathlon non è affatto una gara “fighetta”. Si iscrive gente di ogni età, e nonostante la durezza del percorso non mancano gli over 60. Quest’anno il concorrente maschio più anziano ne aveva 67. La donna più avanti con l’età, 63. Ritirata una concorrente di 65, a causa di un lutto improvviso in famiglia (ma si era allenata tutto l’anno con il personal trainer per portare a casa la gara).
Quest’anno noi di Action Magazine eravamo presenti con una bella delegazione tutta al femminile. Oltre alla sottoscritta – autista ufficiale della media-car e scrivente – sono volate in Canada anche Cristina Sonzogni (che ha vinto il primo premio del concorso indetto per i lettori di Action Magazine), Letizia Dornetti (in veste di sua assistente, e in gara per il triathlon Sprint); Carmela Vergura, che aveva vinto il secondo premio del concorso, ma a causa di un infortunio non ha potuto partecipare. By the way, Carmela per non restare con le mani in mano ha comunque corso tutta la maratona in salita. Insomma, una grande squadra.
Una squadra che ha portato alto il nome dell’Italia, dal momento che Letizia si è piazzata terza di categoria nel triathlon sprint e Cristina ha avuto una prestazione superlativa nell’Ironman: quinta classificata. In questa gara davvero estrema, è molto importante il supporto del proprio team.
Ogni partecipante in questa gara deve avere un assistente (per altro ben allenato) che lo segue in macchina fornendo abiti di ricambio, cibo, acqua; che recupera la bici dopo la seconda frazione; e che corre insieme al concorrente gli ultimi chilometri di gara. Anche perchè la frazione di maratona è disumana: saliscendi continui e 600 metri di dislivello negli ultimi otto chilometri, per altro su sentiero con salti di roccia, fango e radici. Basti dire che il primo classificato per coprire questi ultimi chilometri ci ha messo circa due ore.
Fatte queste considerazioni, la prestazione della nostra Cristina Sonzogni è stata davvero stratosferica. Bravissima Letizia, che l’ha seguita in auto e a piedi per 14 lunghissime ore. E bravissima Carmela, che si è unita a Cristina nella parte a piedi ed è poi arrivata al traguardo con lei e Letizia.
Dopo due giorni di clima tropicale e acquazzoni, in compenso questa domenica di gara è stata graziata dal meteo che ha regalato sole e aria frizzante. Temperatura del lago: 19 gradi. Temperatura esterna: tra i 10 e i 18. Dalle 4 del mattino fino al tramonto, è stato tutto un inseguirsi di atleti, macchine di appoggio, media-car, tifosi, amici e parenti lungo il percorso di gara. Una grande festa che ha coinvolto tutta la zona di Lac-Megantic e dei paesi intorno.
“Reach the stars before midnight”, cioè “Raggiungi le stelle prima di mezzanotte”. Questo il claim della gara. E infatti gli organizzatori sono rimasti fino a notte fonda sulla cima di Mont Megantic ad aspettare gli ultimi concorrenti. Accanto all’osservatorio, per ritemprare spirito e corpo, un truck-food che distribuiva il “goloso” piatto locale: patatine fritte coperte di carne al sugo e formaggio fuso. Non proprio l’ideale per lo stomaco dopo una gara del genere, ma i canadesi sono gente tosta anche a tavola.
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