Visita al museo della birra Menabrea, che da anni disseta i corridori del Tor des Gèants. Un luogo ricco di storia e tradizioni tutte italiane.
La apprezzi da sempre, la bevi alla fine dei trail sotto il tendone del terzo tempo. La gusti in birreria e ne fai incetta al supermercato. Poi, un giorno, il lavoro ti porta proprio da lei e scopri che le hanno perfino dedicato un Museo: Casa Menabrea.
Eccolo lì, proprio accanto al birrificio più antico d’Italia, dove dal 1846 escono le maltodestrine più amate dai corridori.
Prima di intraprendere questa sorta di pellegrinaggio, scambiamo quattro chiacchiere con Franco Thedy, l’AD di Birra Menabrea, diretto discendente della famiglia dei fondatori dell’azienda. Perché, domandiamo, Menabrea ha così convintamente sposato il mondo del trail running? “Siamo a Biella, qui intorno tutti corrono sui sentieri, conosciamo bene questo sport e il messaggio che trasmette”, dice Thedy. Che poi aggiunge: “Era un settore non presidiato e per di più la birra è l’integratore preferito dai runners. Affianchiamo una trentina di gare l’anno, non solo nella nostra zona. Da tre anni, inoltre, abbiamo sviluppato una partnership speciale con la gara regina del trail running , il Tor des Géants”.
Il museo, pardon Casa Menabrea, è in fondo alla via. Prima di raggiungerlo incrociamo un volto che ci pare noto: “ma quello è Uwe”. Sì, è proprio lui, quell’ Uwe Eichert incontrato alla partenza di tante gare, un tipo che si è portato a casa Templiers, Utmb, Eiger Ultra trail, Abbot’s way e svariate altre corsette del genere. Uwe è il mastro birrario di Menabrea. Mi piace pensare che a lui ogni corridore debba qualcosa.
Il museo
Entriamo, finalmente, accompagnati da Thedy in persona orgogliosissimo della sua creatura, nata per raccontare tutta la storia della casa in un alternarsi di apparecchiature e curiosità. In ordine sparso, vagamente inebriati dall’ambiente, osserviamo macchinari utilizzati 150 anni addietro, lo spaccato della sala cottura Menabrea del 1934 (con il mulino per la macinazione del malto d’orzo e la caldaia) , la sala di fermentazione, l’area dedicata a pastorizzazione e imbottigliamento. E ancora, il sorprendente apparecchio Erhard Schau inventato dagli austriaci per valutare la composizione della birra allo scopo di determinare la tassazione, gli attrezzi utilizzati dai bottai, la collezione di bottiglie e boccali dalla metà del XIX secolo, la storia dell’evoluzione del tappo che in origine era in sughero, manifesti pubblicitari, premi e diplomi. Non manca niente. Davanti a ogni reperto Thedy si appassiona raccontando aneddoti ed episodi che hanno caratterizzato la storia della birra in Italia. Non ce ne andremmo mai.
Casa Menabrea, corredata dall’indispensabile area shopping è aperta tutte le domeniche dalle 14 alle 19, oppure su prenotazione da effettuare via mail a museo@birramenabrea.com. La visita guidata dura circa un’ora. Indimenticabile.
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