Inaugurata lo scorso aprile, la Ciclovia del Sole collega Mirandola a Sala Bolognese correndo lungo il vecchio tracciato ferroviario Bologna–Verona. Venite a scoprirla con noi!
Forse vi avevamo già incuriositi a proposito della Ciclovia del Sole parlandovene come di una delle più belle d’Italia. Non contenti, siamo andati a provarla di persona per scoprire quali sono i motivi che hanno permesso a questo itinerario di classificarsi al secondo posto in occasione dell’Italian Green Road Award 2021 (cioè l’Oscar Italiano del Cicloturismo) e raccontarvi le nostre impressioni.
La ciclabile che collega Mirandola a Sala Bolognese è un percorso di 50 chilometri che corre sul vecchio tracciato ferroviario Verona-Bologna e fa parte di Eurovelo 7, l’ambizioso progetto europeo che collegherà via bici Capo Nord a Malta con un tracciato di 7.400 chilometri. La rete di itinerari europei Eurovelo è un progetto co-finanziato dall’Unione Europea e sviluppato dall’ECF (European Cyclists’ Federation) ed attualmente ha in fase di realizzazione 14 percorsi ciclabili.
La Ciclovia del Sole fa parte del progetto Eurovelo 7
Con l’apertura del tratto da Mirandola a Sala Bolognose, in Italia il tracciato Eurovelo 7 è interamente percorribile partendo da Bolzano per arrivare alle porte di Bologna. Il tracciato è stato completato con percorso definitivo, e separato dalla viabilità ordinaria, fino a Sala Bolognese. Ma è possibile arrivare alle porte del capoluogo con un percorso alternativo, che collega strade a viabilità veicolare ridotta ed è interamente segnalato.
Eccoci quindi a Mirandola, in provincia di Modena. Città rinascimentale nota per la sua pianta ottagonale e per essere luogo di nascita del famoso filosofo del ‘400 Pico della Mirandola.
Dopo una visita al centro della città e ai monumenti principali (come la “Madonnina”, l’antico oratorio della Madonna della Porta posto nell’androne dell’ingresso settentrionale della città fortificata, e il Castello di Pico), pedaliamo fino alla Stazione Ferroviaria di Mirandola, dove ha inizio il nostro itinerario.
Un grande sole giallo per segnalare la strada
Qui troviamo una grande pannello che descrive gli elementi principali del territorio e il cartello che segna l’inizio della ciclabile, nonché il simbolo della stessa: un grande sole giallo che ci seguirà per tutto il percorso e che darà anche le indicazioni per raggiungere le cose da vedere nei vari paesi che visiteremo.
La ciclabile si allunga davanti a noi come una lunga linea retta. O come una tagliatella, come dicono gli Emiliani. Sul suo fondo rosso spiccano i soli che ci indicano la strada. Pedaliamo con calma, osservando il paesaggio lineare che si perde all’infinito nella pianura.
Dopo circa 10 chilometri dalla partenza arriviamo a San Felice sul Panaro, piccolo centro di grande fascino grazie alle architetture tardo medievali e ai palazzi signorili di inizio Novecento. È posto a metà strada tra Modena e Ferrara e, pertanto, ricco di storia in quanto teatro di antiche contese tra le due città. Il nostro tracciato passa accanto ai simboli principali del paese: la Rocca estense, purtroppo chiusa per restauro, il Monumento ai Caduti e il Teatro Comunale.
Aree bike lungo il percorso
Lasciato il paese ci dirigiamo poi verso Camposanto, incrociando lungo la ciclabile una delle stazioni della vecchia ferrovia.Presso ognuna di queste stazioni è presente un’area bike dotata di ricariche per e-bike, utensili per le piccole riparazioni, pompa per gonfiare le gomme, tavoli e panchine per una sosta.
Senza accorgercene arriviamo quindi a Camposanto, piccolo borgo che sorge sulla riva sinistra del fiume Panaro. L’ingresso al paese avviene passando sotto la particolare stazione ferroviaria sulla nuova linea Bologna-Verona, posizionata sopra il ponte che attraversa il fiume e decorata da alcuni degli oltre 20 murales realizzati negli ultimi anni in paese con il progetto “Quadricromie”.
L’attraversamento del Panaro avviene su un vecchio ponte della ferrovia, oltre il quale la ciclabile continua con una serie di dolci saliscendi fino a Crevalcore, caratteristico per il suo centro storico porticato, chiuso tra le due antiche porte di accesso alla città. Al centro si apre la piazza dove si trovano il Teatro Comunale e la Chiesa di San Silvestro con l’adiacente Torre Civica.
Una delle peculiarità di questo tratto della Ciclovia del Sole è che numerose segnalazioni indicano brevi deviazioni. Ognuna porta alla scoperta delle bellezze del territorio, che vale davvero la pena di non lasciarsi scappare. Basta lasciarsi guidare dai soli gialli.
Tra antichi borghi e oasi naturalistiche
Ripreso il tracciato principale, la ciclovia torna ad essere una “tagliatella” che corre a lato del Canale irriguo di Valbona. Lo si segue, facendo anche un breve e facile tratto di sentiero che arriva alle porte di San Giovanni in Persiceto. Avendo “scoperto” i trucchi di questa ciclovia, ci lasciamo guidare dai cartelli alternativi che ci portano nel centro di questo che è conosciuto come borgo rotondo, per via dell’impianto concentrico del suo centro storico. La bella Piazzetta Betlemme è nota anche come Piazzetta degli Inganni per via delle opere murali realizzate dallo scenografo hollywoodiano Gino Pellegrini.
Poco fuori dall’abitato, incontriamo “La Bora”, un ex laghetto di cava diventato nel 1990 area protetta ed oggi habitat di numerose specie di uccelli e anfibi. Lasciate le bici al centro visite, non ci facciamo mancare due passi lungo i sentieri dell’area che portano ai capanni di osservazione da cui vedere germani, aironi e cormorani che si godono il sole nelle acque del lago.
La luce inizia a calare, per cui pedaliamo velocemente fino a Osteria Nuova, dove ufficialmente termina la ciclovia e dove abbiamo deciso di fermarci a dormire. In realtà trovare dove dormire lungo il percorso non è stato così semplice, perché l’elenco pubblicato sul sito ufficiale del percorso non è aggiornato e molte strutture sono definitivamente chiuse, mentre altre non hanno riparo protetto per le bici. Comunque armandosi di un po’ di pazienza l’alloggio si trova. Nel nostro caso ci siamo fermati presso un agriturismo, lontano dal percorso previsto per il giorno successivo ma ideale per assaporare l’ospitalità e la cucina locale.
Lungo la strada, l’ultima visita della giornata l’abbiamo dedicata a Sala Bolognese e alla sua stupenda e particolare Pieve di Santa Maria Annunziata e San Biagio, costruita in stile romanico-lombardo nel 1096.
Si pedala fino a raggiungere Bologna
Il mattino dopo, rigenerati da una bella dormita e da un’abbondante colazione, rieccoci in sella alle prime luci del giorno. Meta: Bologna. L’aria è fredda, partiamo ben “bardati” ritornando ad Osteria Nuova. Da qui infatti è segnalato il percorso temporaneo che porta a Bologna passando per Sacerno, Anzola dell’Emilia, Lavino di Mezzo e Borgo Panigale. Sono poco più di 10 chilometri su strade a viabilità ridotta o lungo le numerose ciclabili presenti nella zona di Bologna.
Da Anzola a Bologna, il tragitto è disturbato dal rumore delle auto che passano sulle strade che corrono a lato della ciclabile. Arrivati a Bologna, la solfa cambia e tutto ritorna tranquillo. La nostra prima meta è il santuario della Madonna di San Luca, posto sul Colle della Guardia. Seguendo le indicazioni delle ciclabili cittadine arriviamo in località Meloncello, ai piedi del famoso portico che si inerpica fino al Santuario: per chi sale a piedi, si tratta di una successione di 664 archi per un totale di 3,8 Km, che ne fanno il porticato più lungo al mondo.
Non da meno è la salita su strada che affrontiamo noi, protagonista del crono-prologo del Giro d’Italia del 2019. È lunga circa 2 km, con una pendenza media del 10,8% e una pendenza massima intorno al 18%, per 200 metri circa di dislivello. Particolarmente impegnativo e faticoso è il tratto dopo i tornanti, ma una volta in cima la vista sui Colli Bolognesi è qualcosa di impagabile.
Dopo una pausa, scendiamo a bomba in città e giriamo nelle zone pedonali per visitare le bellezze di Bologna: Piazza Maggiore, la Basilica di San Petronio, la Torre degli Asinelli, la Basilica di Santo Stefano… Pedalare qui è molto bello perché sembra di essere in un altro mondo, molto diverso dalle rumorose e frenetiche città del nord. Qui si respira calma, tranquillità e grande bellezza.
Sulla Ciclovia del Sole nel senso opposto
Purtroppo il tempo è tiranno, e dopo esserci rifocillati con le classiche tigelle bolognesi accompagnate da salumi e buon vino rosso, iniziamo il nostro rientro. Dobbiamo rifare il percorso al contrario, senza fermarci lungo la strada. È curioso ripercorrere la strada al contrario, perché i paesaggi sembrano nuovi, diversi.
Senza fermate, la ciclovia scorre veloce e in un attimo ci ritroviamo sul Panaro e poi a Mirandola sembra un attimo. Arriviamo in paese mentre la luce del sole inizia a calare. Il tempo di cambiarsi, mettere via le bici ed arriva il freddo dell’imbrunire. Un ultimo saluto alla Bassa Emiliana e, con il sole alle spalle ormai basso sull’orizzonte, ci dirigiamo verso l’autostrada per rientrare a casa.
Note sul percorso
– Il tracciato Mirandola – Bologna è lungo circa 65 chilometri con poco più di 100 metri di dislivello e ben segnalato. È un tracciato facile, adatto a tutti e sicuro.
– Se seguite il nostro itinerario, richiede una prima giornata con circa 70 chilometri di pedalata e poco più di 200 metri di dislivello, ed una seconda giornata con circa 90 chilometri di pedalata e poco più di 400 metri di dislivello. La maggior parte del tempo è stato dedicato alla visita dei luoghi incontrati lungo la strada.
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