Edita da Terre di Mezzo, è uscita la guida Ciclovie d’Italia. Abbiamo intervistato una delle due autrici, Monica Nanetti.
Monica Nanetti e Ilaria Fiorillo sono le due autrici della nuova guida Ciclovie d’Italia (Editore Terre di Mezzo). Monica è una vecchia conoscenza dei lettori di Action Magazine. Autrice del blog Secelhofattaio, pedalatrice instancabile, autrice di diversi libri a tema bicicletta, ha questa volta condiviso le fatiche editoriali con Ilaria Fiorillo. Che oltre a essere autrice del blog Milano in Bicicletta, è tra l’altro ideatrice dell’evento Millemilabici, una grande pedalata cittadina gratuita e aperta a tutte le età, le abilità e i generi per ribadire la necessità di una città più sicura, sostenibile.
Nella guida Ciclovie d’Italia sono raccolti 100 itinerari per un totale di oltre 20mila chilometri e 20 regioni attraversate. Un lavoro non da poco. Che ci siamo fatti raccontare da una delle due autrici, Monica Nanetti.
– I 100 itinerari sono stati tutti effettivamente pedalati (almeno in parte)?
“L’80% degli itinerari è stato davvero pedalato, o da me, o da Ilaria, oppure da entrambe. Non si è trattato quindi un lavoro fatto a tavolino. Ma di 20 mila chilometri che ci portiamo quasi interamente sulle gambe”.
– Ci sono differenze rilevanti nei percorsi (a livello di tracciabilità, organizzazione, strutture di appoggio) tra nord, centro e sud?
“Ci sono differenze soprattutto per quanto riguarda la quantità dei percorsi. Anche al sud ci sono straordinari esempi di efficienza. Uno per tutti: la Via Silente in Cilento, una ciclovia nata per iniziativa privata di due ragazze, bellissima sotto tutti gli aspetti. Certo al nord la quantità di itinerari è molto più ampia”.
– Quali sono i percorsi “not to be missed”?
“Dipende dal livello di chi pedala. Nel libro le ciclovie per principianti sono evidenziate con un apposito bollino, proprio per rassicurare chi è alle prime armi. Se scegli quelle, sai che non ti cacci nei guai. Se poi devo dare un suggerimento, per me Ciclovia dell’Alpe Adria tutta la vita: è un percorso che mette insieme facilità tecnica, semplicità di organizzazione, spettacolarità dei panorami. È tutta su corsia protetta, decisamente all’altezza delle più belle ciclovie europee. Poi suggerirei anche la Ciclovia dei Parchi di Calabria. Richiede un po’ di gamba, ma è spettacolare. E naturalmente la via Francigena perché attraversa infiniti paesaggi e regala ogni giorno panorami diversi”.

– Quali sono i percorsi suggeriti per chi non ha mai fatto cicloturismo e vuole iniziare sull’onda di questa lettura? E quali consigli daresti a un neofita?
“I percorsi per chi inizia sono tantissimi. Per esempio il Sentiero Valtellina: corre da Bormio a Colico ed è praticamente tutto in discesa. Super attrezzato e molto spettacolare. Poi di nuovo la Ciclovia dell’Alpe Adria. E la Mantova-Sabbioneta: unisce due località entrambe luoghi Unesco, ed è di nuovo tutta in pianura. Ancora, la bellissima Ciclonica in Puglia, che corre su strade secondarie, in gran parte a bordo mare. In quanto ai consigli per i neofiti, suggerirei innanzi tutto di cominciare a partire senza farsi troppe menate. In ogni caso la prima volta (ma spesso anche dopo) sarà impossibile riuscire a non dimenticare nulla. Anche l’allenamento di fiato e gamba può essere fatto man mano che si pedala, programmando tappe non troppo lunghe. Quello che invece è davvero indispensabile, è un minimo di abitudine al sellino. Il dolore al sedere può creare davvero problemi. Questa è l’unica cosa che crea difficoltà ai principianti”.
– Cosa metti dentro la borsa quando parti per un viaggio in bici?
“Io ho la mia piccola lista di cose, che ormai gira anche tra gli amici. Per un viaggio di una-due settimane porto due capi di tutto: due mutande imbottite, due calzoncini, due magliette, due paia di scarpe. Poi un cambio per la sera e il minimo indispensabile di attrezzi per la ciclo-meccanica, in modo da riuscire a risolvere almeno i problemi più semplici. Anche se non si è capaci di mettere mano alla bici, è importante avere con sé gli strumenti: magari qualche buon samaritano si ferma ad aiutare. Poi bisogna cercare di viaggiare il più possibile leggeri. Sulle ciclabili non si attraversano deserti. Meglio portare qualcosa in meno e poi comperarlo. Ovviamente ci vuole il casco”.
– Il nemico peggiore del cicloturista è il caldo o la pioggia?
“Per me il caldo. Con la pioggia al massimo ti puoi fermare, e poi comunque ti asciughi. Se fa molto caldo, alle 10 del mattino già vai in crisi. Bisogna partire prestissimo e si fatica a proteggersi. Per la pioggia, invece, con una bella mantella si sopravvive. Certo pedalare sotto l’acqua non è piacevole, ma soprattutto per il fatto di non godersi i panorami”.

– Molti cicloturisti viaggiano facendosi trasportare il bagaglio. Figli di un ciclismo minore?
“A questo riguardo ci sono in effetti i “puristi”, per cui viaggiare in bici si fa solo con il bagaglio in borsa. Ma per me l’importante è pedalare. Poi ognuno è libero di organizzarsi come gli pare. Certo, se viaggi portandoti dietro i bagagli sei più libero. Non ci sono hotel e ristoranti che ti aspettano a ogni tappa. Personalmente, non mi piace avere il viaggio programmato, preferisco improvvisare, fa parte del gioco. Ma vale tutto, anche la pedalata assistita”.
– Questi 100 percorsi raccolti nel libro sono già “istituzionali” o ce ne sono alcuni in via di allestimento?
“Alcuni sono in via di allestimento, ma li abbiamo inseriti perché sono già molto noti, come la Ciclovia Vento e la Ciclovia Adriatica. Non sono ancora completati, ma se ne parla così tanto che spesso la gente crede che siano ultimati. In realtà nei tratti in via di allestimento non è molto facile orientarsi”.
– E a proposito di allestimento, che tu sappia ci sono itinerari ciclabili particolarmente suggestivi che verranno aperti a breve?
“Ce n’è uno appena aperto che è bellissimo: l’Argine degli Angeli. Si tratta di un percorso molto breve, poco più di 5 km, nelle valli di Comacchio. Un drittone pazzesco che corre in mezzo alle acque. Merita assolutamente”.
– Domanda di rito: cosa c’è in agenda per i prossimi mesi?
“Se tutto va bene, a giugno pedalerò la prima metà dell’Appennino Bike Trail. Un lunghissimo itinerario (3.100 km) che attraversa l’Italia lungo tutta la dorsale Appenninica. Si parte dal Colle di Cadibona, sopra Savona, e mantenendosi quasi sempre in cresta si arriva ad Alia, in provincia di Palermo. Quest’anno mi fermerò a Benevento, e la prossima primavera vorrei completare il percorso. La novità: per la prima volta userò una bici a pedalata assistita”.
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