La storia dello sport è piena di atleti che non sono riusciti a raggiungere il successo. Ma non mancano neppure i campioni affermati, che in qualche occasione hanno visto sfuggire una vittoria che credevano certa.
Il più famoso di tutti è stato probabilmente il maratoneta italiano Dorando Pietri, che nelle Olimpiadi di Londra del 1908 giunge solitario all’arrivo, ma cade stremato dalla fatica a pochi metri dalla vittoria. Viene squalificato perché taglia il traguardo sorretto da un giudice particolarmente compassionevole.
Una sorte simile subì, in tempi più recenti, la britannica Sue Platt. Durante le Olimpiadi di Roma, nel 1960, lancia il suo giavellotto tanto lontano da meritare la medaglia d’argento. Ma mentre salta dalla gioia, oltrepassa la fettuccia con il piede e viene squalificata.
Nel 1963 il belga Rik Van Looy vide sfumare la sua terza affermazione al mondiale di ciclismo quando il suo gregario Benoni Beheyt con uno spunto improvviso quanto inaspettato si lanciò verso il traguardo soffiandogli la vittoria. Il titolo andò allo sconosciuto Beheyt, che però prima di salire sul podio rimediò un cazzotto in pieno volto dal compagno di squadra.
Troppo sicuro di sé, infine, è stato anche il ciclista tedesco Erik Zabel, nell’edizione 2004 della Milano-San Remo, che in precedenza aveva già vinto quattro volte. Arrivato solo al traguardo, convinto del successo percorse gli ultimi metri senza pedalare. Pochi secondi, che furono sufficienti allo spagnolo Oscar Freire per superarlo in volata.
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