Abbiamo provato una lezione di CoreWork, nuova disciplina che mette insieme le basi del pilates e un allenamento cardio ad alta intensità. Utile non solo per dimagrire, ma anche per la postura e il rafforzamento muscolare.
Ed eccomi qui, con la mia borsa da palestra in spalla, davanti a una delle due sedi milanesi di CoreWork. Per la precisione quella di via Abbondio Sangiorgio, in zona Sempione. Quartiere chic, bellissimi palazzi. Confesso: sono un po’ perplessa. Sto per provare quello che viene proposto come “l’unico allenamento in Italia specializzato in fitness pilates, un’innovativa disciplina che si ispira al pilates classico integrando elementi cardio ad alta intensità con un basso impatto sulle articolazioni”.
Mi hanno avvertito: sarà un allenamento tosto. Donna avvisata… Ma tant’è la curiosità in me prevale quasi sempre sul buon senso. In fondo – penso – alla mala parata posso sempre scappare. Così varco baldanzosa la soglia, e mi ritrovo in un accogliente appartamento riconvertito in palestra. Niente a che vedere con i centri fitness tradizionali. Qui bisogna prenotare la lezione su una App, scegliendo giorno e orario, e il numero di partecipanti è contingentato. Due piccoli spogliatoi, due bagni altrettanto piccoli, e una grande sala dove sono allineate alcune macchine dall’aspetto un po’ minaccioso. Tutte uguali, perché la lezione di CoreWork si svolge in simultanea per tutti i partecipanti (noi siamo in sette), seguendo le istruzioni del trainer.
“L’allenamento è molto più intenso del pilates tradizionale – mi spiega Elisa Puddu, la trainer che ci guida in questa lezione -. Anche se per i principianti ci sono varianti più semplici. L’obiettivo? Rinforzare tutta la muscolatura, e soprattutto la parte core, ovvero quella centrale del corpo”.
Come funziona il CoreWork
Le macchine dall’aspetto minaccioso, scoprirò poi, si chiamano MegaFormer e CoreFormer. Non è facilissimo spiegare come funzionano, ma più o meno si tratta di pedane che scorrono su binari e vengono fissate alla struttura metallica grazie a molle che ne regolano la resistenza. Una molla, poco sforzo. Quattro molle, un lavoro tosto. Otto molle, un lavoro tostissimo.
Oltre alle pedane, ci sono maniglie e cavigliere per esercitare spalle, braccia, gambe, glutei. E poi i pesi, da sollevare mentre si fanno gli squat sulle pedane con un piede fissato alla cavigliera. Risultato: la pedana si muove, e il bello (o il brutto, dipende dai punti di vista) è riuscire a restare in equilibrio evitando di schiantarsi al suolo.

Il primo quarto d’ora è decisamente impegnativo. Sono così concentrata a mantenere l’equilibrio, che faccio fatica a seguire in tempo reale le indicazioni di Elisa. Così ho sempre un occhio puntato sulla mia vicina, e imito quello che fa lei. Mi sento un po’ la scolara asina che copia i compiti, ma è questione di sopravvivenza.
Poi, con il passare dei minuti (l’allenamento ne conterà ben 50), mi rilasso e comincio a divertirmi. Alzo una gamba, e la pedana rulla sui binari. Si fissano altre molle per rendere il lavoro più intenso. Le braccia tirano le maniglie, e la pedana continua ad andare avanti e indietro. Alla fine, quando l’orologio indica che la lezione è finita, mi verrebbe da dire: ma come? Già?
In realtà il giorno dopo ho scoperto perché 50 minuti bastano e avanzano: mi sono resa conto di essere dotata di muscoli di cui non sospettavo nemmeno l’esistenza, e che hanno iniziato a ululare facendo le scale.
Anche la concentrazione necessaria ad eseguire i movimenti e a mantenere l’equilibrio – mi diranno poi – fa parte del gioco. L’impegno mentale, infatti, non solo migliora la tecnica, ma è anche un sistema efficace per alleviare lo stress. Gli esercizi poi sono studiati anche per correggere gli squilibri posturali, migliorare l’allineamento della colonna vertebrale, e ridurre così il carico su collo e schiena.
Volete provare? Basta scaricare l’App CoreWork e prenotare una lezione. Per le new entry è previsto un pacchetto di due lezioni di prova al prezzo di una.
Leggi anche: L’allenamento mentale aiuta nello sport ma anche nella vita
© riproduzione riservata