Lo sport è maestro di sacrificio e autodisciplina. Ecco come gli atleti affrontano questo periodo di convivenza col Coronavirus.
La pandemia sta cambiando completamente la nostra vita e ci sta togliendo tante cose, oltre alla salute: la socialità, il lavoro, la spensieratezza, la voglia di fare programmi. E poi ci sta togliendo un’altra cosa fondamentale per il nostro equilibrio psicologico e per il nostro benessere: lo sport.
Durante il lockdown della scorsa primavera era vietato – a nostro parere senza ragioni fondate – persino praticare attività fisica da soli all’aperto. Al momento ci è ancora permesso, ma si sta già parlando di introdurre divieti più rigidi.
Questo articolo vuole dare voce a chi ha fatto dello sport la propria ragione di vita. A chi per anni ha dedicato le proprie giornate – con passione e determinazione – a raggiungere obiettivi di alto livello. Abbiamo scelto di far parlare gli atleti non perché i dilettanti abbiano meno diritti degli sportivi professionisti. Ma perché pensiamo che in questo momento gli occhi di un atleta parlino anche senza parole. Sport e Coronavirus: oggi parlano loro.
Nicolò Balducci, nazionale italiana giovanile di arrampicata (team Vibram)

“L’impossibilità di allenarmi in palestra in modo specifico e di andare a scalare all’esterno mi ha lasciato abbastanza spiazzato. Anche perché a casa non sono attrezzato per allenarmi “a secco”. Ho a disposizione solo un piccolo trave appeso in balcone. Però ho provato a trasformare questa delusione in un’opportunità per lavorare sui miei punti deboli. La voglia di scalare che in quelle settimane è uscita, oltre la tranquillità mentale data dalle poche aspettative che avevo, mi hanno permesso di affrontare la gara con il massimo della serenità arrivando in finale del campionato italiano assoluto a Brunico, in mezzo ad atleti molto più esperti di me.”
Enrica Tomei, swimrunner (Swimrun Cheers – Michelin)

“Inizialmente ho vissuto la decisione del Governo di sospendere ogni attività sportiva come una doccia fredda. Mesi e mesi di duro lavoro, di fatica sia fisica che mentale, di ore passate correndo, allenandomi in palestra e in piscina, in previsione di importanti gare che forse non si sarebbero mai svolte. Per chi vive e dedica allo sport molte ore del proprio tempo, questo stop ha comportato una completa rivoluzione nella vita. Ma una volta superato lo sconforto iniziale, sono stati proprio gli insegnamenti sportivi ad avere la meglio, primi tra tutti lo spirito di adattamento e il senso di disciplina.
Ho iniziato cosí a utilizzare degli attrezzi acquistati da tempo ma che fino allo scoppio dell’emergenza Coronavirus erano stati meri soprammobili in casa… bosu, elastici, foam roller, etc. Le circostanze impongono di fare di necessità virtù, e così ho imparato ad apprezzare quello che ho, come per esempio il mio giardino condominiale, per l’allenamento a corpo libero!
Ho cominciato a focalizzarmi su tutti quegli esercizi di tecnica di corsa, fino ad oggi fatti forse solo tre volte in sei anni che corro, esercizi di potenziamento e così via. Addominali e squat come non ci fosse un domani, tanto da far invidia al lato B di Shakira. E poi esercizi di propriocezione che un equilibrista del circo Orfei mi fa un baffo! Lo sport abitua al sacrificio, e in questo momento il miglior sacrificio che si può fare è quello di rispettare le regole. Che non vuol dire necessariamente fermarsi”.
Luca Pizzini, nazionale italiana di nuoto, specialità rana (team Phelps)

“Uno sportivo in questo momento deve vivere soprattutto puntando sulla disciplina. Bisogna cercare di mantenere il focus attivo, continuare ad allenarsi e non perdere mai di vista i propri obiettivi”.
Caroline Ciavaldini, rock climber (team The North Face)

“Sia io che mio marito James (Pearson) siamo climber professionisti, abituati a trascorrere moltissimo tempo all’aria aperta, e questa situazione ci sta indubbiamente mettendo alla prova. Per quanto riguarda noi atleti, le restrizioni si ripercuotono particolarmente su chi non ha accesso alle strutture per allenarsi o non può raggiungere il fisioterapista che lo aiuta a mantenersi in forma. Dal punto di vista psicologico, in quanto atleta professionista, sono abituata ad affrontare sfide difficili e a correre rischi, quindi mi sento più preparata ad affrontare una situazione come questa. Nonostante sia dura, saremo in grado di superarla”.
Giacomo Carini, nuotatore, specialità farfalla (team Phelps)

“Durante questo periodo è difficile programmare gli allenamenti, in quanto di settimana in settimana le normative cambiano. Poi io cerco anche di limitare al massimo le uscite per non incorrere in problemi di qualsiasi tipo. Essendo sportivo, sono abituato a rispettare regole ben precise, perciò non mi pesa sacrificare il venerdì sera. Sto vivendo questo periodo complicato come fosse una sfida. Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare”.
Katia Tomatis, nazionale italiana di scialpinismo (team Vibram)

“Al primo lockdown ho reagito bene, anche perché era caduto nel periodo di transizione tra la stagione invernale e quella estiva. Sono riuscita a fare le poche gare pre-chiusura ed ero soddisfatta. Quindi ho potuto concentrarmi sul recupero delle energie spese. Ho passato del tempo con la mia bimba, ho sistemato la casa.. e ho fatto un sacco di bici sui rulli. Pensando a gettare le basi per la stagione futura”.
Giulio Ciccone, ciclismo su strada (team World Tour Trek-Segafredo)

“Purtroppo in questo 2020 ci stiamo abituando a una realtà di costante emergenza. Per tanti aspetti, uno sportivo può ritenersi fortunato rispetto a tanta gente che soffre. Ma non è una realtà semplice neanche la nostra. Il primo lockdown è stato tosto, l’abbiamo vissuto cercando per quanto possibile di tenerci attivi fisicamente con le sfide sui rulli, mentre a livello psicologico era forte la speranza e l’attesa di ripartire. In questa seconda ondata siamo più consapevoli. Da un lato sappiamo come comportarci ma, dall’altro, sappiamo che non ne usciremo tanto presto. La stagione ciclistica è in off season. Solitamente questo era il tempo di iniziare la preparazione con lavori di fondo. Vedremo quanto potremo allenarci, ma non sarà facile. E poi c’è la grande incognita calendario. Insomma, c’è una grande incertezza: e questa forse è la cosa più difficile da affrontare per uno sportivo“.
Silvia Bertagna, sci alpino (team Smith)

“Al lockdown in primavera avevo reagito bene. Era quasi finita la stagione delle gare, e trovarmi chiusa in casa da un giorno all altro è stato strano. Ma ero riuscita ad accettare la situazione e a vivere giorno per giorno, cercando di sfruttare le giornate al meglio. Questa volta faccio piú fatica, la stagione è iniziata, la settimana prossima parteciperò alla prima gara di Coppa del mondo della stagione. In questa situazione accettare di dover stare a casa anzichè sciare e prepararmi bene per la gara mi viene difficile. Sento di non avere più molta pazienza, e la voglia di tornare alla normalità è grande. Ma lo sport mi ha insegnato che a volte bisogna stare fermi per essere più forti dopo“.
Ivan Risti, Ironman (team Phelps)

“Come vive uno sportivo questo periodo? Siamo tutti esseri umani, e quindi anche noi siamo preoccupati. Ma lo sport insegna cose importanti. Per esempio ad essere resilienti. Soprattutto in una disciplina come la mia – l’Ironman – gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. È importante essere pronti ad affrontarli e a proseguire. E questo per me è stato un grande insegnamento che lo sport mi ha dato. Poi lo sport ci regala benessere, e questo ci aiuta la capacità di affrontare meglio le malattie. Bisogna che tutti imparino a considerarlo parte integrante della propria vita, perché ci permette di vivere meglio sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psicologico. In questo momento in cui non ci sono gare, io sto semplicemente “tenendo acceso il motore”. Ma ci tengo a raccomandare a tutti di dedicare una parte della propria vita allo sport“.
Fernanda Maciel, ultrarunner (team The North Face)
“Correre gli ultra trail mi ha insegnato ad affrontare la solitudine e a uscire dalla mia comfort zone. Quando corri un ultra trail, passi molte ore da solo e devi fare i conti con te stesso, i tuoi pensieri, le tue paure. Il periodo che stiamo vivendo mi ricorda molto quel tipo di situazione: la mancanza di connessione con le altre persone e il fatto di ritrovarsi soli con se stessi non è così scontato per la maggior parte delle persone, ed è forse uno dei motivi che causano maggiore ansia.
Per quanto riguarda il fatto di uscire dalla propria zona di comfort, quando corri gare molto lunghe ti trovi a vivere un’esperienza molto diversa dalla sicurezza e la tranquillità della vita quotidiana. Soffri, senti tutte le sensazioni acuirsi all’interno del tuo corpo e puoi provare emozioni molto positive e entusiasmanti, ma anche negative. Correre in montagna è una scuola di vita, e durante questo difficile momento me ne sto rendendo conto appieno. Cerco di mettere in pratica ciò che ho imparato. Credo fortemente che questa terribile emergenza deve insegnarci a ridare il giusto valore alle cose, alla natura, alle persone”.
Vittorio Gambirasio, MTB enduro (team Vibram)

“Il lockdown sicuramente è stato duro per tutti, e rimarrà nelle nostre vite per un po’. Io l’ho affrontato accettando la situazione e vivendo giorno per giorno senza pensare troppo a un futuro che è incerto. Sapevo che la stagione di gare sarebbe andata in fumo e che i sacrifici fatti durante la preparazione invernale sarebbero andati in gran parte persi. Talvolta nella vita bisogna scalare rapporto e prendere le cose da una diversa angolatura”.
Silvia Scalia, nuotatrice (team Phelps)

“Gli sportivi stanno vivendo questo momento con incertezza e disagio. Come tutti, del resto. Il nostro mondo è stato particolarmente toccato, perché siamo stati privati della continuità degli allenamenti e delle gare. È importante testarsi durante la stagione. Per il nuoto dobbiamo affrontare la chiusura di piscine e palestre. Ma dobbiamo restare concentrati e positivi, pensare che i problemi gravi sono altri, e quelli che viviamo noi rappresentano solo una piccola parte. Bisogna restare concentrati sull’obiettivo di tornare alla normalità il più presto possibile”.
Gaia Tormena, biker XCE (team Smith)

“L’avvento di questo virus ci ha un po’ spiazzati. È entrato nelle nostre vite, nelle nostre case, e ci ha cambiato i piani. Ci siamo preparati a iniziare la stagione con i mezzi che avevamo a disposizione in casa, e ci siamo allenati per gare che di fatto venivano annullate pochi giorni prima. Ma questo ci ha dato la possibilità di concentrarci su aspetti che prima trascuravamo e di metterci alla prova, soprattutto mentalmente. Non è stato il primo lockdown a fermarci, e non lo farà nemmeno un’eventuale seconda chiusura. Noi atleti abbiamo la testa dura“.
Michele Evangelisti, ultra trailer

“Guardare avanti, questo è ciò che dobbiamo fare. Ma con tutte le attenzioni del caso. Con buon senso e ottimismo, usciremo da questo periodo sicuramente più forti. Uno sportivo deve sempre dare il giusto esempio”.
Soraya Paladin, nazionale ciclismo su strada (team CCC-Liv)

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