Gli scienziati dell’Università di Cambridge hanno scoperto che fare jogging regolarmente aiuta la memoria. Perché favorisce la crescita di nuove cellule proprio nella zona deputata del cervello.
In realtà non è del tutto chiaro come il running (ma anche le altre attività aerobiche) favorisca lo sviluppo di materia grigia. Probabilmente grazie all’ossigenazione del sangue e al rilascio di alcuni ormoni durante l’attività.
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A condurre gli studi è stato Timothy Bussey, scienziato comportamentista che ha effettuato ricerche su due gruppi di topi: il primo con accesso libero a una ruota dove poter correre senza limiti; l’altro privo di questo supporto.
Dopo alcuni giorni i topi, sottoposti a test di memoria del tipo: premere un bottone particolare per ottenere una dose di zucchero. Ebbene: i topi “runner” hanno registrato una percentuale doppia di successi rispetto agli altri, nell’ottenere il premio.
Una capacità di questo genere da parte dei topi, corrisponde nell’essere umano a quella di ricordarsi cosa si è mangiato il giorno prima, o in quale corridoio del parcheggio si è lasciata l’automobile. Rendendo più difficili i test per i topi, il gap tra “runner” e sedentari si è ulteriormente allargato.
Correre aiuta la memoria e riduce lo stress
I topi corridori – tutti adulti – nel corso nell’esperimento hanno coperto distanze di circa 24 km al giorno. Una volta sottoposti ad autopsia, gli scienziati si sono resi conto che in alcune regioni del loro cervello si erano sviluppate nuove cellule cerebrali (in media circa 6.000).
Ma la corsa ha evidentemente anche un effetto indotto sulla materia grigia. Perchè per esempio aiuta ad eliminare lo stress (e lo stress inibisce la formazione di nuove cellule cerebrali, a causa dell’ormone cortisolo che produce).
Gli scienziati di Cambridge hanno coinvolto nella ricerca anche alcuni colleghi americani del National Institute on Ageing del Maryland. E questi hanno confermato. Precisando a loro volta che la crescita di materia grigia aiuta a rievocare i ricordi senza confonderli uno con l’altro: cosa fondamentale soprattutto in fase di apprendimento e studio.
Il premio Nobel per la fisica Wolfgang Ketterle ha ammesso: «Quando corro, non penso. Né alla fisica, né alla famiglia, né ai progetti per il weekend. Non ho fatto grandi scoperte correndo, è vero, però ho visto più chiaro dentro molti problemi. Ci sono soluzioni a lungo cercate, che all’improvviso sembrano ovvie: ma lo sembrano solo quando si è abbastanza rilassati da trovarle».
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