Nove giorni sul Cammino di Santiago può essere un bell’inizio per chi non si è mai cimentato in questo genere di avventure. Vi proponiamo un bellissimo itinerario di 200 km, da Lugo a Finisterre.
Avete mai affrontato un viaggio a piedi? Se la risposta è no, sappiate che non è mai troppo tardi per farlo. E fidatevi, non tornerete indietro.
Se qualche anno fa mi avessero detto che avrei percorso 200 chilometri a piedi, con uno zaino da quasi dieci chili sulle spalle come casa, attraversando paesi fantasma e strade in mezzo ai campi, sarei scoppiata in una fragorosa risata. Amo camminare e ho sulle spalle alcune esperienze in montagna, ma intraprendere un cammino non è una passeggiata, anche se sono ancora in tanti a pensarla così.
Una lunga preparazione, un po’ di studio (soprattutto sullo zaino e sulle scarpe), e tanto allenamento dopo, e arriva finalmente il giorno della partenza. Macchina. Aereo. Un treno ad alta velocità.
Sui sedili del vagone, stanche da quasi 24 ore di sonno privato, io e la mia socia Camilla realizziamo che è tutto reale: lo stiamo facendo davvero! Da ora in poi potremo fare affidamento solo sulle nostre gambe. Comincia ufficialmente il nostro primo Cammino di Santiago.

Sulle rotte degli antichi pellegrini: da Lugo a Melide sul cammino Primitivo
Le prime due tappe, da Lugo a Melide, rispettivamente 27 e 21 km, sono sul Cammino Primitivo, la strada che da Oviedo conduce a Santiago. È la via più antica di tutte, battuta dai pellegrini già nel IX secolo. Le sue origini risalgono alla scoperta della tomba di San Giacomo Apostolo nel 813 d.C. e al successivo pellegrinaggio compiuto da re Alfonso II delle Asturie nel 829 d.C.
La Galizia ci si presenta subito nel pieno della sua piovosità con un ingresso a Lugo sotto a nuvole cariche di pioggia. Sosta rifocillatrice a base di polpo alla galiziana (il famoso pulpo a la gallega”) e apponiamo il primo “sello”, così si chiamano i timbri sulla credenziale del pellegrino.

Se come noi sceglierete di percorrere solo gli ultimi 100km, sarà importante apporre almeno due timbri al giorno per “dimostrare” i vostri spostamenti e ottenere alla fine la Compostela. Non vi preoccupate, trovarli sarà molto semplice, e potrà diventare un modo alternativo per esplorare e vivere il Cammino: li hanno gli ostelli, i bar e i ristoranti, le chiese e le cappelle, e persino alcuni artigiani che potrete incontrare casualmente in mezzo al bosco.
Sin dai primi chilometri ci rendiamo conto che il periodo scelto è perfetto: i primi di maggio regalano lunghe giornate fresche e miti che risvegliano i colori della campagna galiziana (tutt’altra cosa sarebbe percorrerlo in inverno). Il percorso è ben tracciato e si snoda quasi tutto su sentieri e strade secondarie: sono rari i tratti in cui si costeggia la statale.
Abituate ad affrontare saliscendi montani, il dislivello non risulta eccessivo, anche se in alcuni tratti mette a dura prova le nostre ginocchia.
Il re di tutti i cammini: l’arrivo a Santiago sul Cammino Francese
Di pari passo con il clima ballerino arriviamo a Melide, lo snodo tra il Cammino Primitivo e quello Francese. Con una tappa più lunga delle altre, circa 33 km, raggiungiamo la cittadina di O Pedrouzo (O Pino). L’emozione è tanta e anticipa le sensazioni del giorno dopo perché, come ci dirà una signora canadese incontrata in ostello, “Today is the Day”, ovvero il giorno in cui arriveremo.
La mattina seguente camminiamo accompagnate da decine di pellegrini tra boschi di betulle e sentieri sterrati. Ci fermiamo a riposare al Monte do Gozo, la zona collinare alle porte di Santiago: in lontananza si stagliano le guglie della cattedrale.

Dopo una breve discesa entriamo in città e imbocchiamo via Porta do Camino per arrivare dopo 4 giorni e 102 chilometri nella piazza della Cattedrale di Santiago de Compostela accompagnate dalla musica di una cornamusa e dal vociare felice di chi come noi ancora non ci crede di aver concluso quella piccola impresa.
Ritirata la nostra Compostela e l’attestato del chilometraggio, festeggiamo con un meritatissimo menù del pellegrino condito con una Estrella Galicia ghiacciata, la birra diventata uno dei simboli del nostro Cammino.
Da Santiago a Finisterre: l’ultimo passo prima della “Fine del mondo”
Il giorno dopo siamo già pronte per ripartire: le 5 tappe che ci portano a Finisterre sono ancora più sorprendenti delle precedenti. Panorami che si aprono su colline rigogliose tinte qua e là dalle sfumature gialle della genista in fiore. Pale eoliche immense e sentieri di ghiaia bianca sempre più fina man mano che dalla montagna si scende verso il mare.
Dopo tre giorni di cammino, oltrepassando la città di Negreira e le borgate di Santa Mariña e O Logoso, così piccole e isolate che ci fanno percepire sulla pelle quella sorta di solitudine vitale che si prova in Cammino, arriviamo alla baia di Cee, sull’Oceano Atlantico. A separarci dal faro di Finisterre (foto di apertura) solo una collinetta boscosa, che svalichiamo il giorno seguente. L’ultimo chilometro e mezzo lo facciamo quasi di corsa.
Siamo alla fine del mondo, davanti solo il mare, alle spalle uno zaino che pesa di ricordi, emozioni, sorrisi e grandi soddisfazioni.

Forse quando ti metti in gioco ed esci dalla tua comfort zone ti rendi conto in modo ancora più evidente di quanto sia il viaggio a fare il viaggiatore. Un cammino cambia lo spirito dentro e fuori, ed è un’esperienza da vivere a passo lento, assaporando quel sentore di libertà assoluta oggi sempre più difficile da trovare nella vita di tutti i giorni. Un viaggio come un grande puzzle dove la fine è l’inizio di una nuova avventura, e soprattutto dove ognuno potrà trovare la propria dimensione.
Informazioni utili:
Lunghezza percorso: 200 km circa
Dislivello positivo complessivo: 3510 m
Dislivello negativo complessivo: 3860 m
Durata totale del percorso: 9 giorni (4 per Santiago de Compostela, 5 per Finisterre)
Segnavia: cippo con conchiglia (sentiero molto ben tracciato anche con chilometraggio, deviazioni e strade alternative segnalate)
Alloggi: non tutti gli ostelli sono aperti tutto l’anno. Tuttavia mettono a disposizione diverse modalità attraverso cui poter prenotare un posto (booking, chat whatsapp o numero di telefono). Quasi tutti accettano pagamenti con carta di credito.

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