La giapponese Konami Sports Company ha lanciato sul mercato una maschera protettiva per il nuoto realizzata in materiale trasparente. È davvero utile?
A quanto riporta il canale televisivo Asahi Tv, in Giappone è stato lanciato un prodotto che sta spopolando tra i frequentatori delle piscine. Si tratta di una maschera da nuoto per proteggersi dal Coronavirus.
Realizzata dalla Konami Sports Company di Tokyo, è costruita in un materiale trasparente che aderisce al viso, e non scivola durante l’attività in acqua.
Dallo scorso 1° giugno sono state riaperte le piscine in Giappone, e la domanda di queste maschere ha avuto un vero boom. In realtà il rischio di contrarre il Coronavirus è decisamente basso in piscina, grazie al cloro che viene usato come disinfettante. Ma la maschera può comunque aiutare a evitare la cosiddetta cross-contamination, ovvero la contaminazione tra istruttori e allievi. Oltre a quella a cui si viene esposti nelle docce e negli spogliatoi.
Una maschera protettiva per il nuoto a caro prezzo
La maschera è stata messa in vendita soprattutto con l’obiettivo di rifornire le numerose scuole di nuoto giapponesi. Infatti durante gli allenamenti l’istruttore resta a bordo vasca e deve dare istruzioni agli allievi, oppure avvicinarsi per correggere le posizioni. Si creano quindi le occasioni di contatti ravvicinati, che potrebbero essere fonte di contagio.
Le maschere trasparenti, attraverso cui gli allievi possono anche vedere il viso del loro istruttore e capire meglio che cosa sta spiegando, sono in vendita a un prezzo di 29.000 yen per il set da dieci pezzi (circa 220 euro).
In molti Paesi, compresa l’Italia, le linee guida prevedono che istruttori e allenatori debbano usare la mascherina a bordo vasca. Anche la nostra Federazione Italiana Nuoto continua ad aggiornare le sue indicazioni.
Boom degli ordini
Queste maschere protettive per il nuoto probabilmente sono inutili per chi svolge attività libera, ma possono avere un senso quando si fa lezione. Soprattutto nel caso di bambini, che in questo modo riescono a vedere il viso dell’istruttore e non lo percepiscono come una sorta di alieno.
In ogni caso lo scorso maggio l’Associazione dei Club di Nuoto giapponesi ha riconosciuto ufficialmente la loro efficacia, e da quel momento sono arrivati ordini da tutto il Paese. Da giugno la produzione è salita a 10.000 pezzi al mese, e nonostante questo i tempi di attesa sono lunghissimi (oltre 30 giorni).
Il Coronavirus ha dato il via a una serie di sperimentazioni che hanno per oggetto le maschere facciali. Tra le più avveniristiche, va ricordato il prototipo delle maschere Reebok: non solo proteggono chi le indossa dalle particelle pericolose presenti nell’atmosfera, ma sono anche in grado di segnalare il livello di ossigeno e di tenere sotto controllo altri parametri vitali.
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