Il trail DH della Val Vigezzo, immerso nella natura delle montagne svizzere, è un’esperienza davvero unica nel suo genere. Un percorso che può essere definito “rock”.
Alto Piemonte, al confine con la Svizzera: qui si trova la val Vigezzo, una di quelle realtà in cui madre natura ha dato il meglio di sè. Un’area pianeggiate a circa 800 metri di altezza, circondata da ampie pinete. Il verde estivo regna sovrano, non a caso la chiamano “la valle dei pittori” e chiunque ha un briciolo di passione per l’arte non potrà che condividere questo soprannome.
Qui si trova l’ovetto della piana di Vigezzo, che sale fino a una quota di 1.700 metri circa, dove in inverno si scia e in estate si scende in MTB (in apertura il panorama dalla stazione di arrivo dell’impianto di risalita).
DH della Val Vigezzo, discese a ritmo metal
La Val Vigezzo è una località sui generis: infatti mentre molti tracciati per Mtb sono simili a piste per le biglie, qui credono ancora che il fascino della mountain bike sia da ricercare nel contatto con la natura, nei sentieri dove le radici sono viste come un’opportunità per dare dinamismo, e dove i rock garden permettono al biker di creare quel ritmo sincopato che accomuna una discesa ad un brano metal.

Insomma, una località con una personalità spiccata. Difficile poter dire che questo trail assomiglia a un altro. Avrò modo nelle prossime settimane di presentarvi le diverse opportunità, sia quelle più vicine ai tracciati da bike park (per intenderci salita con l’ovovia e discesa), sia i tour che permettono di spaziare all’interno di una valle che ha tanto da offrire al biker.
Io questa traccia l’ho vista nascere
Ho deciso di iniziare dalla DH della Val Vigezzo un po’ per rispetto e diritto di anzianità. Come si dice spesso dei ragazzini, io questa traccia l’ho vista nascere. Erano gli anni in cui i fratelli Aleotti seminavano il panico sui trail con passerelle improponibili e salti degni di una rampage.
Qui trovarono un terreno adatto alla loro folle fantasia, riuscendo a tracciare una run a metà strada fra un tracciato da DH e una linea da free ride. Tracce ampie, con diverse interpretazioni e un’infinità di traiettorie. Per l’epoca era una DH particolare, molto più vicina alla black snake della Val di Sole piuttosto che a quello che offriva il panorama discesistico.

Ho parlato di Black snake non ha caso, perché il paragone calza: la DH della Val Vigezzo ha in comune con la creatura di Pippo Marani l’elemento naturale e la sfida alla natura stessa. Una discesa dove il biker si confronta costantemente con la natura, con i suoi elementi e con le difficoltà che solo lei riesce a inventare.
Non esistono wall ride, rock garden artificiali o passerelle che possano reggere il confronto con il fascino sublime di una discesa naturale, dove ogni sasso, radice o curva è lì perché è il pendio a deciderlo, non una vanga o un ruspino. Qui il compito del trail builder è quello di assecondare le volontà e i capricci della montagna, cercando di dare ritmo al tutto. Come un maestro d’orchestra mette ordine fra i diversi strumenti.

Un percorso dallo spirito ribelle
Ok, forse mi sono lasciato prendere un po’ la mano, ma la realtà è che questa DH mantiene lo spirito un po’ ribelle e improvvisato degli albori. Lo fa però con una nuova coscienza, nata da un lavoro maniacale di Luca e della sua crew, che hanno saputo armonizzare le curve, migliorare il ritmo e rendere il tutto un’esperienza dal forte impatto emotivo. Qui il biker arriverà alla fine stanco e con le braccia doloranti, ma con la voglia di tornare su per riprendere un discorso mai scontato.
Intanto godetevi il video che ho girato con Martino Lani e giudicate voi se vale la pena fare un giro sulla DH della Piana di Vigezzo.
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