Ebbene sì, abbiamo avuto tra le mani il primo ibrido diesel al mondo. Un crossover dalla forma vagamente a siluro, prodotto da Peugeot: la 3008 HYbrid4. E la abbiamo provata per voi.
Dopo il test al femminile per la Yeti Skoda 1600 tdi Green Line , ecco un altro “provato per voi” automobilistico. Questa volta si tratta della Peugeot 3008 HYbrid4. Tanto per cominciare, prima di partire ci siamo un po’ informate sulla questione degli ibridi. Una parolina che in gergo automobilistico assume un’accezione decisamente positiva (oltre che molto “cool”). “Ibrido” nel vocabolario comune sta a definire una cosa che non è nè carne nè pesce. Quando si tratta di motori, invece, anche. Però va bene così. Perchè le auto ibride passano con disinvoltura dall’alimentazione a benzina a quella elettrica. Quindi consumano meno e inquinano meno. Questa, addirittura, al posto della benzina usa il gasolio. Novità assoluta.
Come funziona quest’automobile? Il concetto è semplice anche per chi (come noi) mastica decisamente poco la tecnologia. Davanti c’è il motore diesel, e dietro quello elettrico. Quando funziona solo il diesel, la macchina lavora con 2 ruote motrici (quelle anteriori). Quando entra in funzione l’elettrico, l’auto si trasforma. E come una specie di Batmobile, diventa all’improvviso un 4×4. Facile.
Un po’ meno facile è districarsi tra i comandi della plancia. Ci sono tasti e lucine dappertutto. «Un selettore sulla consolle permette di scegliere tra 4 modalità di guida diverse», ci spiegano. Ci guardiamo in faccia. Già 2 sarebbero più che sufficienti. Ma ormai siamo in ballo… Cerchiamo di capire qualcosa e ripetiamo per memorizzare. Modalità Auto: ci pensa l’elettronica di bordo a mettere d’accordo i due motori, e noi ce ne freghiamo di quello che succede là sotto. Modalità ZEV (che sta per Zero Emission Vehicle): funziona solo il motore elettrico. Ma è meglio lasciar perdere: l’autonomia è di 5 km al massimo, e noi abbiamo un programma ambizioso: fare il giro dei 4 passi dolomitici (Sella, Gardena, Campolongo e Pordoi). Modalità 4 ruote motrici: i due motori funzionano insieme, per quanto possibile. E anche in questo caso l’elettronica di bordo provvede a gestirli. Modalità Sport: è quella che permette di ottenere le massime prestazioni. Decidiamo che non ci interessa. Anche perchè sta cominciando a nevicare…
Inseriamo la modalità Auto e partiamo. La neve si fa più fitta. Ma dentro la macchina, sembra di essere in un salotto. Anche il tetto panoramico fa la sua parte, e bisogna anzi cercare di non distrarsi troppo guardando i fiocchi che si spiccicano sulle nostre teste. Ma il vero “oggetto delle meraviglie” all’interno dell’auto è quello che in gergo si chiama “Head up Display”. In pratica: uno schermo che consente di ottenere le informazioni base (per esempio la velocità) senza abbassare la testa. È una lamina trasparente e rientrabile che “emerge” dietro il volante come la testa di una tartaruga, e su cui vengono proiettati i dati. Solo il guidatore li può vedere. Ci hanno spiegato che questo sistema è mutuato dal mondo aeronautico. Anche gli aerei da combattimento ce l’hanno, e serve a non far distrarre il pilota. In realtà, per la prima mezz’ora di guida con noi sortisce l’effetto opposto. Poi dobbiamo gioco forza concentrarci sulla strada, perchè siamo in pratica in mezzo a una bufera di neve.
L’auto procede utilizzando solo due ruote motrici, ma se la cava benone tra i tornanti ghiacciati. Tocchiamo solo i tasti indispensabili, per evitare di far danni e mandare in tilt questo “cervellone” di macchina. Lasciata Selva, superiamo il passo Gardena, e ci infiliamo giù verso Corvara. Poi su di nuovo verso il passo Campolongo, e giù verso Arabba. Si risale al Pordoi e si scende di nuovo, questa volta verso la val di Fassa. Poi l’ultima salita: quella al passo Sella. Di qui, puntiamo di nuovo verso la val Gardena. Il motore fila silenzioso, nemmeno uno scarto sulla strada gelata. Notiamo che i rari automobilisti di passaggio ci guardano. Sarà per la curiosità della macchina, o perchè guidiamo come provetti piloti finlandesi?
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