Questa volta il nostro Marco Tagliaferri vi propone un’escursione in mountain bike all’Alpe Camasca, in Piemonte. Partenza dal piccolo borgo di Quarna Sotto, e arrivo sulla cima del Monte Croce.
Ben tornata estate! Con l’arrivo della stagione calda si riaccende il richiamo della montagna, dei panorami ampi e dei silenzi che ti avvolgono regalandoti momenti di pace assoluta.
Come consuetudine, è lo sciogliersi della neve a dettare il nostro procedere, poiché alcuni passi alpini sono ancora avvolti dalla bianca coltre invernale.
Iniziamo questa stagione con una via poco battuta anche da chi ama il ciclo-alpinismo. Partiamo da Quarna Sotto, piccolo borgo dell’alto Piemonte, e ci dirigiamo verso l’Alpe Camasca per poi procedere oltre e raggiungere la prima vetta di stagione: il Monte Croce, cima che sfiora i 1700 mt e che regala un panorama a 360 gradi di rara suggestione.
In mountain bike all’Alpe Camasca in meno di un’ora
Vi sono due possibilità di salita: è possibile utilizzare la carrozzabile sterrata oppure la via più rapida, una strada interpoderale asfaltata. Noi per motivi di tempo abbiamo scelto quest’ultima, arrivando così all’Alpe Camasca in meno di un’ora.
Questo alpeggio è ancora ben tenuto. Un pascolo verde, dove la presenza dell’uomo si limita a un gruppetto di baite e poco più. Qui mancano quei comfort che spesso si è abituati a trovare anche in montagna, ma il fascino di questo luogo risiede proprio nella sua semplicità.
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Salgo qui sempre volentieri. Il silenzio e l’atmosfera rallentata che si respirano, si trovano in pochi altri luoghi. La vera escursione parte appunto dall’alpeggio. Si lascia la strada asfaltata nei pressi di una classica chiesetta alpina, proseguendo su una strada bianca e poi lungo un sentiero alpino fino alla vetta.

Prima si procede all’interno di una splendida faggeta, poi salendo di quota la strada si trasforma in un sentierino aperto, che lascia spazio alla vista che ci accompagna per quasi tutta l’ascesa. Una salita da portage vero (vedi la foto qui sopra), che non lascia scampo nemmeno a chi volesse avventurarsi quassù con una mtb assistita.
Un’ascesa lenta, che permette di restare soli con i propri pensieri e che va accompagnata lasciando spaziare lo sguardo lungo le valli circonstanti. Saliamo su di un crinale ampio e sicuro, spartiacque fra due valli distinte: e questo è già un elemento interessante.
Inoltre più aumenta l’altitudine e più si allarga la nostra visuale, che viaggia fino alle barriere svizzere del monte Leone e alle vette imponenti del monte Rosa. Da questa posizione, la montagna mostra il suo lato sud e in parte la famosa parete est, quella dal sapore Himalayano, che probabilmente vi racconterò nelle prossime settimane.
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Quando si arriva alla vetta, è d’obbligo una pausa. Un po’ per recuperare le energie, ma soprattutto per gustarsi il meritato panorama. La discesa successiva è un mix di alta montagna, tratti trialistici, qualche passaggio sconsigliato e un sottobosco da PS enduristica che ripaga della fatica.
Come sempre non c’è giustizia in queste situazioni: ore di salita, minuti di discesa. Anche se i quasi mille metri di dislivello permettono di godersi anche i momenti a gravità negativa.
Alla fine, si torna poi alla base e la cima da quella posizione sembra distante, quasi eterea in fondo alla linea dell’orizzonte. È iniziata la stagione delle emozioni, finito un giro bisogna pensare subito alla prossima avventura. Salendo ancora un po’ più in alto, per scendere ancora più veloci. Intanto date un’occhiata al video che abbiamo girato sull’Alpe Camasca…
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