Per un appassionato di mountain bike, l’esperienza “estrema” può essere anche quella di condividere una giornata su due ruote con la propria famiglia. Noi vi proponiamo un tour in Valle d’Aosta.
Spesso siamo troppo concentrati su ciò che ci interessa della bicicletta: ammortizzatori, geometrie, mescole delle gomme, passaggi più o meno difficoltosi… Così concentrati da dimenticarci di condividere e coinvolgere le famiglie in questo nostro strano mondo.
Una serie di chiamate all’amico Daniele dell’associazione PleinAir mtb, nonché punto di riferimento per il bike-park di Cervinia, e si in comincia a delineare un weekend atipico, decisamente entusiasmante ed emozionante. Una serie di escursioni che mettono al centro la famiglia. E alla portata di tutti. Condividere la propria passione con le persone che ti stanno accanto e scoprire l’ambiente è una delle cose più belle che possa accadere.
Non parlo solo dell’adrenalina, della velocità e delle emozioni date dalla discesa, ma soprattutto dalla condivisione del gesto della pedalata. Attraversare prati, boschi e tutto quello che madre natura ha deciso di inventare nella sua grande fantasia.
Tornando al concreto, ne è uscito un weekend in Valle d’Aosta. Cavalcando le nostre bici come fossero destrieri, trasformandoci in cavalieri e valchirie, siamo andati all’assalto di alcuni dei più suggestivi castelli e forti della regione. Finendo poi il weekend con le picchiate di Cervinia, adattate alle capacità fisiche e tecniche di piccoli biker.
La prima giornata si apre con il forte di Bard, che arrivando dal Piemonte ti accoglie con grande imponenza. Qui abbiamo potuto fare l’impossibile. Chi come me ha visitato questo pezzo di storia senza la fedele bici con sè, avrà sicuramente notato le due strade acciottolate che lo circondano. E nel suo immaginario un po’ deviato, si sarà prefigurato anticipi, derapate durante i tornanti e deviazioni sugli scogli di roccia.
Insomma come accade sempre ad ogni biker, si sarà fatto il proprio film di come scendere con la sua due ruote. Bene: un piccolo sogno che diventa realtà. Su per gli ascensori, due pedalate per attraversare la piazza d’armi fra gli sguardi incuriosisti dei turisti, poi giù. Su di nuovo utilizzando nuovamente l’ascensore e seconda discesa attraversando il portone che guarda al regno che fu dei Savoia. Per raggiungere infine il borgo sottostante. Ok, questa è stata solo una piccola divagazione sul tema, ma il weekend è iniziato con i migliori auspici.
Pedalare alla maniera dei bambini
Pensare a escursioni che possano essere alla portata delle famiglie non è semplice. Vanno rivisti completamente l’approccio, la velocità media stimata, la tenuta fisica e soprattutto quella psicologica dei partecipanti.
Grazie a Corrado, istruttore di PleinAir mtb, siamo riusciti a costruire un progetto che ha soddisfatto la voglia di esplorazione di tutti. Il risultato sono 15 km il primo giorno e 12 km (di cui 3 in discesa) il secondo. Grande soddisfazione, scenari fantastici, tracce di una storia che ha attraversato questa valle nei secoli e un weekend davvero unico.
Un giorno l’amico Fausto mi disse una cosa semplice ma vera: prova a prendere la bici di tua figlia e vai a fare un tratto di sterrato facile, di quelli che ti sembrano banali. Solo così riuscirai a comprendere come vedono le difficoltà loro. Detto fatto, il responso è che i bambini sono degli eroi. Ruote da 20 pollici, biciclette da 12 kg (la metà circa del loro peso), brache e forcelle finte. Eppure scendono da dove le mamme hanno più di qualche perplessità e pedalano per chilometri riuscendo a scattare in vista del gelato o del castello.
Primo giorno: da Aosta a Fenis
Aosta-Fenis. La partenza è dal capoluogo, città di origine romanica dove si trovano gli ovetti che salgono a Pila. Una lunga ciclabile ci porta al castello dei castelli. Provate a fare un test: chiudete gli occhi, pensate a che forma deve avere un antico maniero e poi riapriteli. Davanti ai voi si materializzerà sicuramente il castello di Fenis. Merletti, torri, feritoie da cui sparare con le balestre, doppio giro di mura, volti incastonati nei muri per tenere lontani i fantasmi, un prato verde punteggiato di alberi e piccoli boschi.
Se il castello del principe azzurro che salva la principessa e sconfigge il drago esistesse, questo sarebbe sicuramente Fenis. Il giro è interessante, nell’insieme pianeggiante, ci sono alcuni brevi strappi ma alla portata di molti. Si passano piccoli borghi, un’oasi faunistica in cui si può entrare solo accompagnati dalle guide, prati e campi dedicati ai giochi tradizionali.
E poi, quasi di sorpresa, eccolo: il castello dei castelli. Il primo giorno ci si concentra sulla visita alle stanze e all’area circostante. Con tanto di pic-nic in una zona che farà la felicità di tutti. Noi per l’occasione abbiamo voluto esagerare, regalandoci un pranzo in vero stile regale, recapitato direttamente dal ristorante. Quando si dice: se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto.
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Il ristorante in questione è Lo tzeno, che ha ridefinito il concetto di ospitalità: tovaglia ricamata, cestino per le vivande, pasta al sugo, torte salate, affettati tipici, formaggini e gentilezza hanno trasformato un momento di relax in un’esperienza unica, all’ombra delle piante e con la figura severa del castello a sovrastarci. La prima giornata si è conclusa qui, con un giro sulla tyrolina del parco giochi e un ultimo sguardo alla fortezza.
Grazie all’organizzazione delle nostre guide, ad attenderci c’era anche la navetta che ci ha riportati ad Aosta. Da qui ci siamo poi diretti al nostro “buen retiro” di St. Pierre. Qui ci siamo rifugiati in un hotel di Charme, La Meridiana. A completare il quadretto, la vista della stanza affacciata sul castello di Sarre, una struttura con un’ampia torre da cui spuntano quattro torrette che sembrano richiamare draghi e maghi da tutto il mondo. La sera poi il castello si illumina di colori: rosso, rosa, viola… un vero spettacolo. Solo il tempo di rifocillarci, riposarci un po’, ed è già mattina.

Secondo giorno: Issogne, Arnad e Cervinia
Qui si gioca in casa, si parte dall’alto e si scende. Adrenalina assicurata e momenti di brivido. Poi si torna a livello della Dora e ricomincia l’esplorazione.
Questo secondo giorno ha nella prima parte il momento più suggestivo. Il castello di St. Germain non è visitabile, ma da qui si prende la vecchia strada romana riconoscibile ancora a tratti. Sono ancora visibili i solchi che furono realizzati per fare da guida ai carretti. La discesa è adatta a tutti, divertente per i piccini, panoramica per i più sgamati.
Poi si torna a pedalare, fra borghi nascosti e spesso fuori dai classici tour, ma ricchi di storia e suggestione. Pausa a Issogne per visitare il castello. Sicuramente meno suggestivo di quello di Fenis visto da fuori, molto più interessante negli interni, con le stanze e gli arredi recuperati da Vittorio Avondo, l’architetto dei Savoia che decise di restituire sfarzo a questa residenza. Alla fine del tour e dopo aver fatto qualche capriola nel prato antistante la reggia, ci si dirige poi verso Arnad, centro famoso per il lardo, dove concludiamo la giornata con un lauto pranzo.
Salutiamo Corrado che ci ha accompagnato come un moderno Virgilio, e ci dirigiamo verso l’ultima tappa di questo intenso fine settimana: Cervinia, meta ambita dai più famosi alpinisti. Qui Bonatti ha aperto una via rimasta impressa nelle menti di tutti i montanari. Ma noi non siamo qui per scalare, bensì per scendere.
Dopo giorni di cultura che hanno nutrito la fame di sapere del nostro cervello, è giunto il momento di inebbriarlo con grosse dosi di adrenalina e velocità. È ora di mettere alla prova le nostre doti di equilibrio. E ricalcando le gesta dei cavalieri, che in un tempo ormai passato mostravano il loro coraggio in duelli narrati nelle gesta dei canti dell’amor cortese, noi sfideremo la gravità sprezzanti del pericolo.
Ok, mi sono lasciato trascinare dall’entusiasmo, dall’emozione che si respirava attraversando la storia e forse da due giorni di bici senza nemmeno una discesa vera. Insomma una specie di crisi d’astinenza. Ma la giornata di Cervinia è dedicata alla sfida alla gravità. Sempre in chiave family friendly.

L’adrenalinica discesa da Cervinia
Casco, ginocchiere e via! Si prendono gli impianti che ci portano direttamente a Cime Bianche Lago. Uno sguardo al punto di partenza della Maxi, un altro alla Gran Becca e poi si parte. Riusciamo a percorrere quasi tutta la prima parte del bike park, con calma e stando attenti a evitare incidenti.
È forte l’emozione di condividere questi scenari con i propri cari, perché descriverli e narrare le sensazioni è una cosa, ma soltanto facendole gustare si può comprendere cosa significhi pedalare in alta montagna, assaporando le sensazioni e i profumi delle terre alte. In un baleno siamo giù, un po’ stanchi, un po’ emozionati ma felici.
Sono stati giorni di riding in miniatura ma vero, con tutti gli ingredienti dell’all mountain però a misura di bambino. La Valle d’Aosta ci ha sorpresi. Angoli incantati e un modo di interpretare la natura che ci ha permesso di vivere appieno la stagione. Ma il nostro è solo un arrivederci. Sono ancora molti gli angoli da scoprire e molte le strade da visitare.
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