Sarà l’estate della montagna. Ecco come si stanno organizzando le diverse località italiane in vista della ripartenza. Parole d’ordine: distanziamento e flessibilità. Troppe, però, sono quelle che rimangono ancora alla finestra.
Torneremo lassù. Quando e in che modo ancora non è noto, ma di certo questa sarà l’estate del distanziamento. Rimarremo alla larga gli uni dagli altri – per decreto, per ansia o per sensibilità personale – e probabilmente rimanderemo a giorni migliori anche quelle storielle estive che non sono mai passate di moda.
Inoltre ancora non sappiamo quanti euro ci saranno rimasti in tasca e neppure di quanti giorni di ferie disporremo. Ma ci andremo, ancor più motivati proprio dalla disponibilità di spazi. Altro che quelle file di lettini e ombrelloni uno a ridosso dell’altro che tappezzano tante delle nostre spiagge.
L’estate 2020 sarà della montagna. Sì, ma dove? E quali iniziative stanno approntando le località turistiche delle Alpi per offrire soggiorni il più possibile sicuri? Abbiamo provato a domandarlo, pur consapevoli dell’assoluta incertezza del momento, con la certezza di essere sommersi dalle risposte. Magari simili tra di loro, ma comunque numerose. Sbagliato!
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Tanti, troppi, non hanno ancora iniziato a pensare alla ripartenza. “I miei consorziati stanno facendo la fila dai commercialisti per capire quanto possono ottenere dallo Stato”, dice uno. “È ancora presto per queste cose, tanto i turisti centro-europei di maggio e giugno ce li scordiamo; intanto guardiamo come si muovono gli altri”, fa sapere quell’altro.
“Stiamo valutando azioni comuni per tutto il nostro territorio, ti daremo notizie”, aggiunge un terzo. Sconcertante. Soprattutto alla vigilia di una stagione tanto importante. Ma per nostra fortuna non sono tutti così, anzi. E le risposte, spesso interessanti, sono arrivate.

Friuli: sport e foreste per guardare avanti
Iniziamo la carrellata dalle estreme Alpi orientali perché il Friuli è la regione che si è mossa con maggior tempestività. “Già a fine febbraio, quindi ancor prima del blocco totale, abbiamo istituito una sorta di Comitato di crisi. Poche persone ma che si sentivano e confrontavano quotidianamente”, spiega Lucio Gomiero, direttore generale di Promoturismo FVG.
“Sapere che il tema Covid-19 era tutti i giorni al centro dell’attenzione anche dei vertici del turismo locale ha dato fiducia agli operatori”. Psicologia e operatività, due parole chiave per i prossimi mesi.
“L’estate 2020 sarà contrassegnata da vincoli e paure, dobbiamo adattarci a comportamenti agili. Anche per questo abbiamo organizzato numerose sessioni di webinar informative per gli operatori e intensificato le comunicazioni via newsletter con gli stessi”.
Idee chiare anche per quanti riguarda il rapporto con il consumatore: “In questa fase abbiamo intensificato la nostra presenza sui social, con messaggi però sussurrati anche in collaborazione con La Strada del vino e dei sapori” specifica Gomiero. “Quando si ripartirà spingeremo forte sul tasto dello sport (trekking e mountain bike in primo luogo) e del wellbeing anche mettendo a sistema tutte le nostre magnifiche foreste e le attività organizzate in quei contesti. Inoltre enfatizzeremo il progetto “reload”: partito da Arta Terme e diffuso in tutta la Carnia già lo scorso anno, sembra fatto apposta per soddisfare le esigenze di questo periodo: rigenerazione, ritmi slow, yoga nei boschi, esperienze e cibi genuini”.
Entra poi nello specifico Claudio Tognoni, direttore del Consorzio di promozione turistica del Tarvisiano : “Abbiamo 23 mila ettari di foresta e solo un migliaio di posti letto alberghieri, lo spazio è garantito quindi. Inoltre stiamo valutando di ridurre i partecipanti alle escursioni organizzate, mentre gli eventi non saranno esclusi a priori: pensare a un concerto con 4/500 spettatori sull’Altopiano del Montasio, significa lasciare 20 metri di spazio tra una persona e l’altra. Ma in questi casi ci atterremo alle disposizione legislative, che certamente non mancheranno”.
Tognoni pone inoltre l’accento sul nuovo progetto Made che collega 45 malghe in tutta la regione con itinerari per ciclisti e camminatori che potranno così disporre di un nuovo e vastissimo campo giochi.
Valle d’Aosta: formazione e flessibilità
“Dobbiamo far fruttare anche questo periodo in cui gli alberghi sono chiusi, i telefoni muti e le prenotazioni inesistenti”, esordisce Filippo Gerard, presidente di Adava, l’associazione degli albergatori e delle imprese turistiche della Valle d’Aosta.
“Così stiamo riflettendo sui piccoli grandi temi della nostra offerta: se la priorità è ridurre al massimo i contatti con le cose e tra le persone occorre per esempio ripensare alle modalità delle prime colazioni, all’utilizzo delle SPA, alla tranquillità in generale. Abbiamo per esempio concluso un accordo con un’azienda internazionale specializzata in disinfestazioni industriali che potrà certificare le avvenute sanificazioni”.
E il rapporto con il cliente? “Le richieste da soddisfare saranno ancora più numerose del solito, ma su questo dobbiamo solo perfezionarci, gli albergatori italiani sono maestri di flessibilità. In ogni caso”, continua Gerard, “abbiamo organizzato diversi webinar formativi ritagliati su quelle che potrebbero essere le nuove esigenze. La sfida si gioca sulla flessibilità e sulla capacità di trasmettere l’idea di una vacanza all’insegna della normalità, senza interventi ansiogeni”.
Per la stagione in arrivo Gerard non prevede interventi particolari sulla scontistica, se non forse a inizio e fine estate, e auspica un prolungamento delle attività fino a ottobre.
“Chi potrà venire in vacanza? Di quanto tempo disporrà?”, riflette Enrico Vuillermoz, direttore del Consorzio turistico di Cervinia. “In attesa della ripartenza continuiamo ad alimentare il rapporto con il nostro pubblico attraverso i social anche con eventi e conferenze online. Dobbiamo sottolineare il concetto della tranquillità, del non affollamento. E nel concreto presenteremo pacchetti per soggiorni brevi, visto che probabilmente mancheranno sia i soldi che il tempo”.

Valtellina: creare una “bolla” rassicurante per ogni ospite
Pur nell’occhio del ciclone Coronavirus, anche in Lombardia si cerca di guardare avanti con spirito positivo. Succede per esempio a Livigno la più dinamica delle stazioni montane della regione.
“Ci avviciniamo a un’estate in cui saremo cambiati tutti”, considera Luca Moretti, Presidente APT Livigno , pronto a raccogliere la sfida. “Cercheremo di creare una sorta di effetto bolla per ogni famiglia o gruppo di amici che salirà da noi, in modo che ogni ospite possa sentirsi sicuro e sufficientemente distanziato. In questo ci aiutano i nostri tantissimi appartamenti e stiamo spingendo gli albergatori a intraprendere iniziative per incrementare la privacy degli ospiti”.
Non solo. L’APT sta lavorando con le associazioni e le guide per programmare gite e visite con un numero ridotto di partecipanti, magari aumentandone il numero per permettere comunque a tutti di godere degli stessi servizi. Non sono previste neppure qui particolari agevolazioni tariffarie, piuttosto saranno incrementati servizi e misure di sicurezza.
Inoltre saranno valorizzati i tavoli da picnic sparsi per boschi e pascoli del territorio livignasco: “Ce ne sono già un centinaio, ma pensiamo di aumentarne il numero e renderli ancora più fruibili con una mappa digitale e con una nuova app che consentirà di prenotarli, evitando così possibilità di affollamenti”, rivela Moretti.
Anche Aprica si sta organizzando in vista dell’auspicata ripartenza, consapevole della nuova situazione ma senza rinunciare ai suoi tradizionali punti di forza estivi.
“Stiamo portando avanti una comunicazione online rispettosa della situazione e dei tanti drammi che come lombardi ci toccano da vicino. Quindi mostriamo la montagna che si risveglia dall’inverno, cercando di trasmettere il messaggio che la natura va avanti e noi con lei”, spiega Alessandro Damiani, Assessore al Turismo del Comune di Aprica.
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“Punteremo forte sulle cinque aree naturali protette che insistono sul nostro territorio, ma nei limiti del possibile non rinunceremo al nostro calendario di eventi, che ripenseremo in modo adeguato ai tempi affinché siano percepiti come davvero sicuri”.
Damiani vince le nostre perplessità con qualche esempio concreto: “I Concerti all’alba saranno riservati a un centinaio di persone che potranno assistervi da un prato di oltre 1000 metri quadrati; Passi di Gusto, ovvero le passeggiate a tema eno-gastronomico alla scoperta delle eccellenze valtellinesi si svolgerà con numeri contingentati, ovvero gruppi di massimo 10 persone ben distanziati tra loro”.

Trentino: avanti compatti anche per allungare l’estate
Anche in Trentino stanno rimodulando la proposta estiva, avvalendosi perfino della consulenza di una società specializzata in Studi comportamentali legati a momenti di crisi. Dall’headquarter di Trento fanno sapere che sarà la natura, e il corretto rapporto con la stessa, al centro di ogni iniziativa e che si sta cercando di creare una proposta univoca e riconoscibile, intesa anche come un importante segno di compattezza tra gli operatori locali.
Inoltre si sta cercando di costruire un efficace trampolino per allungare la stagione almeno fino a tutto il mese di settembre.
Conferma la strada tracciata dalla Provincia di Trento Luca d’Angelo, direttore APT Dolomiti Paganella: “Al momento stiamo comunicando online e in modo soft, anche diffondendo tutorial legati al mondo bike e del trekking, ma senza voli in avanti”, racconta D’Angelo.
“Dovremo tutti reinventarci, per questo stiamo studiando iniziative che siano mirate al periodo contingente ma che siano anche alla base di scenari futuri, nel medio e lungo termine: in ogni caso forest bathing, escursionismo e mountain bike, i nostri prodotti di punta, rispondono perfettamente anche alle esigenze odierne e su questi temi stiamo predisponendo programmi ad hoc, ovviamente rimodulabili in caso di novità legislative”.
Grande attenzione anche alle famiglie con bambini, un target prezioso quanto delicato, ma già da molti anni scelto come mercato privilegiato dai paesi ai piedi della Paganella.

Alto Adige: il valore delle radici (a numero chiuso)
Idee su misura per il pubblico italiano, che nei prossimi mesi sarà prevalente, volte soprattutto a cementare il legame con il territorio. È questa la strada scelta oggi dall’Alta Badia , in vista della ripartenza.
“Sui nostri canali social stiamo diffondendo messaggi di fiducia all’insegna del “passiamo del tempo insieme”, spiega Nicole Dorigo di Alta Badia brand. “Quindi accanto a immagini e filmati delle nostre terre proponiamo mini corsi di lingua ladina e tutorial che mostrano come preparare i piatti tipici”.
Ma per quanto possibile ci sono già le idee chiare anche per il momento in cui gli ospiti torneranno ai piedi del Sassongher: “Tutti noi daremo il massimo per generare una sensazione di sicurezza e distanziamento: hotel, rifugi, impianti di risalita. Pensiamo a una rivalutazione del picnic, con l’incremento dei cestini da consumare lontano dalle sale ristorante e presenteremo con nuove modalità il programma Nos ladins, ovvero le esperienze in giornata nei masi, con le sarte, con gli chef e i rifugisti: ci saranno probabilmente più appuntamenti, ma aperti solo a mini-gruppi da due fino a sei persone al massimo, a seconda dell’esperienza”.
Cauta ma determinata anche Helene Thaler di Val d’Ega Turismo , che sottolinea e intende far valere il rapporto – senza pari in tutte le Dolomiti – tra posti letto e chilometri di sentieri ai piedi del Latemar e del Catinaccio.
“Da noi non ci sarà un problema di distanziamento, ma saremo comunque attenti a risolvere prima dell’inizio della stagione ogni possibile criticità”, esordisce la Thaler, che aggiunge: “Abbiamo, per esempio, confermato il programma delle escursioni estive, ma certamente riconsidereremo alcuni aspetti logistici e di contenuti delle stesse. Ma ripeto da noi ci sono sentieri e malghe dove non incontri nessuno neppure in agosto”.
Per intanto chi vuole scoprire, o riscoprire, la Val d’Ega, può farsi un giro sui suoi canali social ricchi di intrattenimenti, ricette, quiz e video. In attesa di poter (ri)toccare tutto con mano.
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