Un bel giro ad anello in mountain bike sul Monte Lema, in Canton Ticino, per ammirare i colori del foliage e godersi una discesa adrenalinica.
Grazie all’alta pressione che ci sta regalando un autunno mite e con belle giornate di sole, pedalare in montagna è molto piacevole. Senza considerare gli stupendi colori dei boschi, tipici di questo periodo. Per questo tour abbiamo scelto di esplorare il Malcantone, la porzione del Canton Ticino compresa tra il Lago di Lugano e la cresta montuosa che va dal Monte Tamaro al Monte Lema. E proprio su quest’ultima vetta si è concentrata la nostra attenzione, grazie alla sua particolare posizione che la rende un bellissimo balcone naturale per ammirare l’Arco Alpino e la Pianura Padana.
Come punto di partenza del nostro itinerario abbiamo scelto il piccolo borgo di Novaggio, immerso tra dolci colline ricche di boschi e di vitigni. Il paese è noto per i numerosi murales, dipinti sui muri delle case, che si possono ammirare camminando tra le sue strette viuzze. Comodo punto di partenza è il parcheggio del campo sportivo, dove troviamo un ampio, e gratuito, parcheggio. Volendo sfruttare al massimo le ore più calde della giornata, arriviamo a Novaggio che il sole ha già ben scaldato l’aria.
La salita in mountain bike sul monte Lema, attraverso boschi di castagni
Peccato aver dovuto tornare indietro un paio di volte perché io mi ero dimenticato il casco ed un socio l’indispensabile cibo… A parte questi inconvenienti, ci dirigiamo verso la chiesa principale, posta a pochi metri dal parcheggio in Via Lema. Aggiriamo la chiesa sulla sinistra per poi svoltare subito a sinistra in salita, lungo la Via Ar Pissin, che ci porta alla Clinica di Riabilitazione di Novaggio.
Con un panoramico tratto pianeggiante, pedaliamo lungo la strada principale. Lasciate alle spalle le ultime case, la strada si immerge in uno stupendo bosco di castagni e, su asfalto con pendenza costante tra il 6 e l’8%, inizia a risalire i versanti di Pianca Comune. Pedalando nel bosco, ci prendiamo il tempo per ammirarne gli stupendi colori di questo periodo e raggiungere, dopo un breve tratto più ripido, ma sempre su asfalto, una bella radura di castagni. Qui sorge il Museo del boscaiolo. Concedendoci una prima pausa, riusciamo ad ammirare il Lago di Lugano e le Prealpi Varesine.
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Ora il nostro percorso diventa una facile strada sterrata che, in leggera salita, raggiunge il Passo di Monte Fäeta, o Forcola, posto a 1.118 metri di quota. Si tratta di una bella radura di conifere, con tanto di fontana e panche per fare un bel pic-nic. Da qui, iniziano le vere fatiche per raggiungere il Monte Lema.
Prendiamo la strada sterrata che parte alla destra della Forcola, dal fondo molto sconnesso, che portandoci sul lato italiano della montagna, giunge all’Alpe Fontana, con bellissima vista sul Lago Maggiore. Da qui seguiamo una veloce e divertente strada sterrata in discesa, seguendo le indicazioni per Pradecolo.

Attenzione a guardare bene il sentiero perché, dopo circa un chilometro, troverete sulla destra della strada un masso con due punti rossi che, con una traccia poco visibile, indicano la salita all’Alpe Prato Bernardo, altro meraviglioso punto panoramico verso la Val Vigezzo. Qui ci tocca la vera prima fatica della giornata: circa un chilometro di portage lungo un sentiero molto sconnesso e pochissimo pedalabile. Al termine del sentiero ci ritroviamo su una strada sterrata che, seguendo verso sinistra, ci porta al Pradecolo e al Rifugio Campiglio, purtroppo chiuso da anni.
Saliscendi su fondo sconnesso
Da qui seguiamo la strada sterrata che porta all’Alpone (cartelli indicatori) e che è un continuo saliscendi, a tratti dal fondo piuttosto sconnesso. Soprattutto presenta tre rampe molto ripide e difficilmente pedalabili, almeno per me. Il lungo traverso ci porta ad un crocicchio immerso nel bosco noto come 5 vie.
Seguiamo il sentiero per il Monte Lema, dove ci attende un primo ripido tratto di bosco che ci obbliga ad un nuovo portage. Per fortuna questo tratto richiede 10 minuti al massimo e porta su un bel sentiero che conduce all’Alpe Arasio, regalando un flow veloce e naturale su un letto di foglie.

Dall’Alpe di Arasio all’Ostello Monte Lema, seguiamo una vecchia strada sterrata dal fondo ciottoloso e scivoloso, dove la possibilità di pedalare dipende dalle forze rimaste… Nel mio caso, sono riuscito a fare solo brevi tratti, ma per la maggior parte sono salito spingendo la bici.
Fortunatamente anche questo tratto, in complesso, richiede 15-20 minuti al massimo. L’ultima fatica è raggiungere la vetta del monte, cosa che può essere fatta seguendo la ripida scalinata in legno (portage obbligatorio) oppure il sentiero pianeggiante che si stacca sul lato sinistro della montagna, per poi risalire gli ultimi ripidi pendii.
Tutte le fatiche sono ampiamente ripagate dalla vista che si gode dalla cima del Monte Lema: un bellissimo pratone che fa da balcone naturale aperto a 360°, e dal quale si può ammirare dal sottostante Malcantone, ai laghi di Lugano e Maggiore, alle Alpi, arrivando a vedere, come nel nostro caso, anche il Monviso. Sosta ristoratrice, foto e pausa di recupero forze sono decisamente meritate! Se volete, poco sotto la vetta potete ristorarvi presso l’ostello.

Una discesa impegnativa
Indossate le protezioni, siamo pronti alla discesa. La zona del Lema presenta varie possibilità di discesa. La nostra scelta è quella di percorrere la cresta sud fino ad Astano. Il primo tratto di discesa segue un’ampia e facile strada sterrata che, dopo poco, aumenta di pendenza e il cui fondo diventa man mano più sconnesso, fino a raggiungere Pian Pulpito.
La nostra scelta è di proseguire lungo il filo di cresta, seguendo la traccia di sentiero che corre nel prato. La discesa diventa più tecnica, ma mai eccessiva, a causa dell’acqua che ha “lavorato” il fondo. Il tratto più impegnativo è quello che si incontra rientrando nel bosco e che riporta alla Forcola, con fondo ciottoloso, piuttosto scassato, ripido e con numerosi tornanti.
Raggiunto il passo, proseguiamo lungo la ripida strada sterrata che si trova proprio di fronte a noi e segnata con l’indicazione Astano, che aggira il Monte Croce. Anche in questo tratto, attenzione a non farsi prendere troppo dall’entusiasmo della discesa: se volete seguire il nostro tracciato, al primo bivio con cartelli segnaletici, dovete seguire la discesa verso sinistra. Dopo un prima tratto in discesa, segue in saliscendi che, all’ultimo, picchia decisamente più ripido sul paese. L’ultimo tratto è da fare a piedi per la presenza di scalini impossibili.
Raggiunto l’asfalto, seguitelo verso sinistra e, all’incrocio, a destra. Seguendo le viuzze in discesa del paese si raggiunge la Via Trezzini. Seguendola verso sinistra, ci aspetta una piacevole pedalata di circa 4 chilometri, purtroppo su strada asfaltata, ma pochissimo frequentata, che ci riporta a Novaggio. Non senza l’ultima salita che inizia in località Banco, dove lasciamo la Via Trezzini per prendere la Via Meguldin.

In mountain bike sul monte Lema, la scheda tecnica
Punto di partenza/arrivo: Novaggio, parcheggio campo sportivo (630 m)
Punto di massima elevazione: Monte Lema (1.621 m)
Lunghezza totale: 25 Km circa
Dislivello in salita: 1.100 m
Tempo: 3 – 3,5 ore
Senso di percorrenza: orario
Ciclabilità: in salta 85%, in discesa 100%
Difficoltà fisica: medio – impegnativo
Difficoltà tecnica: impegnativo
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