L’alpinista e guida alpina Francesco Ratti è partito per un’altra avventura che lo vedrà impegnato fino al 6 ottobre insieme a tre fedeli compagni di viaggio: Jerome Perruquet, Lorenzo D’Addario e Alessandro Baù. Destinazione è il Miyar, una valle situata a nord-ovest del distretto di Lahaul e Spiti nello stato dell’Himachal Pradesh, in India.
Una valle lontana e per molti ancora ignota che la popolazione locale ama definire come la “Valle dei Fiori”, un piccolo angolo di mondo straordinario che si inserisce in una distesa di fiori e prati sconfinati, torrenti glaciali, morene e massi rocciosi.
“Si tratta di una valle che si estende per oltre 75 km da Udaipur fino al grande Kang La. Miyar Nala, come viene spesso chiamata, con il fiume Miyar che scende dalla bocca del ghiacciaio Kang La nel fiume Chenab per quasi 50 km. Questo ghiacciaio si estende per altri 24 km fino all’alto Kang La Jot (5.468 m)”, spiega Francesco Ratti, atleta Millet e Guida Alpina del Cervino.
Circondati da una corona interminabile di vette e montagne appuntite verso l’alto di cui non si conosce né principio né fine, Francesco Ratti e i suoi compagni metteranno il campo base a circa 3950 mt. nella valle di Miyar e poi si sposteranno in campi avanzati nelle principali valli laterali del ghiacciaio per avvicinarsi alle imponenti pareti di granito che delimitano l’area.
Focus principale di questa impresa è il raggiungimento di due cime precise: Mahindra Peak (6.080 metri) e Neverseen Tower (5.800 metri). Entrambe le vette sono già state oggetto di alcune ascensioni in passato, ma i quattro alpinisti avranno la possibilità di scalare nuove linee sulle loro straordinarie pareti di granito, guidati dal sogno di aprire una nuova via tecnica su una di queste montagne.
L’equipaggiamento fornito da Millet è pronto. Francesco Ratti metterà in valigia un guscio per proteggersi da neve, acqua e vento; una giacca con rivestimento Primaloft che combina calore e leggerezza; un pantalone morbido, elastico e leggero che protegge da vento e altri agenti atmosferici; un altro pantalone leggero e comodo per il trekking di avvicinamento e le giornate di relax al campo base; un terzo da usare come strato termico interno nelle giornate più fredde e nei bivacchi in quota. Oltre ovviamente a uno zaino per alpinismo tecnico e a un sacco a pelo che resiste fino a -15° per affrontare le fredde notti in quota.
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