Sabato 21 aprile Guido Grugnola partirà a bordo del suo kayak per circumnavigare la Sicilia. Una navigazione di circa 45 giorni lungo un litorale di oltre 600 miglia.
Come per il periplo della penisola italiana, già effettuato senza assistenza da terra o da mare durante la primavera-estate dello scorso anno (e durante il quale Grugnola ha pagaiato per 4 mesi da Trieste a Ventimiglia lungo le 2009 miglia di litorale italiano), l’intento sarà quello di attirare l’attenzione sulle coste d’Italia per evidenziarne la biodiversità e la necessità di tutelarne il delicato equilibrio.
La navigazione verrà scandita da gesti e procedure sperimentate che permetteranno di effettuare riprese fotografiche e video del litorale:
sveglia alle 03:00, colazione, smontaggio del campo, armamento del kayak; navigazione di 10-12 ore, carica dei dispositivi per la navigazione e degli apparecchi per le riprese fotografiche e video tramite pannello solare e batteria di bordo, sitemazione delle dotazioni di bordo, aggiornamento del blog rounditalycruise.it con post, immagini e video, lavaggio dei capi d’abbigliamento, preparazione del campo, cena e riposo.
Le immagini fotografiche e le riprese video sveleranno da una prospettiva ravvicinata e inedita i litorali più sconosciuti della Sicilia per condividere la geomorfologia, il patrimonio naturalistico, la biodiversità ma anche l’urbanizzazione delle nostre coste affinché lunghi tratti del meraviglioso litorale italiano possano venire salvati o riqualificati per le generazioni future. A supportare l’impresa ci sono tra gli altri la Federazione Italiana Canoa Kayak; la Lega Navale Italiana; il Centro Velico Caprera; Legambiente.
Perchè la scelta del kayak? Il kayak ha doti marine straordinarie che abbinate a un’adeguata preparazione permettono di navigare in completa autonomia in molte condizioni di mare. È anche l’unica barca che esiste da millenni e che per queste sue doti è sempre rimasta uguale a se stessa. Quando in antichità presso tutte le civiltà si costruivano imbarcazioni scavando grossi tronchi o accostando pesanti tavole per il fasciame, le popolazioni Inuit già tendevano, cucivano e ingrassavano sottili pelli animali su delicate strutture in osso e legno.
Oggi, benché costruiti utilizzando materiali diversi, i nostri kayak posseggono le stesse linee d’acqua e caratteristiche di quelli di 4500 anni fa. La navigazione è profondamente diversa da quella di qualsiasi altra barca: solo con un kayak si naviga con le mani sempre a contatto con l’acqua. Qualsiasi cambiamento, anche minimo, della temperatura, della salinità, del vento viene percepito immediatamente e molto distintamente. Con un kayak si può navigare anche a un solo metro dalla costa. Si può navigare tra gli scogli e la terraferma dove nessun’altra barca può passare. Il kayak è largo 53 cm e pesca solo 8 cm.
Con un kayak si naviga nel silenzio più assoluto. Si possono sentire i rumori più delicati come il rotolare subacqueo di un grosso sasso nella risacca di una spiaggia tra due scogliere o il fruscio generato dalle migliaia di tuffi ripetuti di un banco di acciughe. Con un kayak non si inquina. Si può trarre piacere dall’osservare senza disturbare la flora e la fauna degli anfratti più nascosti come da nessuna imbarcazione più grande o motorizzata.
Nel kayak trovano posto i viveri e l’attrezzatura per prepare del cibo caldo, il necessario per coprirsi nelle varie condizioni atmosferiche e una piccola tenda per un riparo notturno nei tratti di costa in cui non ci sono porti o approdi vicino a località abitate: in tutto circa 80 kg di materiali, viveri e attrezzatura che vengono stivati in un gavone stagno a prua e in due gavoni stagni a poppa. Gli accessori per la navigazione, per la sicurezza e per risolvere eventuali situazioni di emergenza trovano posto all’interno del pozzetto, in due borse fissate alla murata e in una terza assicurata sotto la coperta. Piccoli accessori come barrette energetiche, occhiali da sole o altro vengono riposti nel gavoncino stagno centrale, al quale si può accedere anche in navigazione sempre che le condizioni del mare lo permettano.
Guido Grugnola è stato dal 1976 al 1991 regatante professionista nelle classi IOR. Ha partecipato in qualità di sail trimmer e navigatore a 21 campionati Italiani e 16 campionati del mondo. Nel 1985 gli è stata conferita dal CONI la Medaglia d’Argento al Valore Atletico. Nel 1980 – 81 ha aprtecipato alla regata Whitbread Round the Word Race in qualità di navigatore e in tutti i ruoli di bordo (tutte le tappe, 28.000 miglia). Pratica il kayak dall’età di tredici anni. Con il Canoa Club Milano ha disceso i torrenti più impegnativi delle Alpi (Anza, Boite, Clarée, Diveria, Dora di Val Veny, Dora di Val Ferret, Enns, Gail, Giona, Guil, Guisanne, Großarlbach, Hinterrhein, Inn, Lassing, Maggia, Moesa, Mastallone, Noce, Orco, Rosanna, Salza, Salzach, Sanna, Sesia, Sarca di Val di Genova, Sermenza, Sessera, Soca (Isonzo), Strona, Ubaye, Verzasca, ecc…) percorrendone diversi tratti “in prima”. Nel 2011 ha compiuto in completa autonomia la circumnavigazione della penisola italiana in kayak da Trieste a Ventimiglia: 2009 miglia, 94 giorni di navigazione, 25 giorni di sosta forzata per cattivo tempo, 119 giorni complessivi di viaggio.
Action Magazine seguirà il viaggio di Guido, raccontandone le tappe fondamentali. Appuntamento, quindi, a partire dal 21 aprile.
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