FuoriRotta è un progetto di Matteo Calore, Simone Falso e Andrea Segre, che intende indagare ed innestare un nuovo punto di vista a quel diritto alla mobilità, che altro non è se non il diritto di viaggiare. Libertà che sebbene sia riconosciuta e tutelata dalle istituzioni rimane ampiamente disattesa ed appannaggio solo di una ben determinata fetta di mondo.
Con l’intento di dare più vasto respiro all’iniziativa si è quindi dato il via ad un piano che articolandosi in molteplici linguaggi – cinema-documentario, diari, reportage, fotografia, comunicazione sociale, bandi – è stato definito in quattro azioni:
Kazakistan: ovvero la destinazione del viaggio inaugurale del progetto, che verrà poi raccontato da un documentario in uscita nel 2015;
Racconti e ricordi FuoriRotta: come è facile comprendere si tratta di testimonianze raccolte sia nel viaggio inaugurale di cui sopra, ma anche derivanti da esperienze fuori rotta vissute da chiunque sia intenzionato a condividerle;
I diari di Andrea Segre: riguardano invece una pubblicazione ad opera di Montura Editing i cui contenuti nascono nel decennio che va dal 1998 al 2008 e da tutta una serie di viaggi che l’hanno portato dall’Albania all’Iraq, dal Senegal alla Moldova, dalla Bosnia alla Tunisia;
Nuovi viaggiatori FuoriRotta: è la parte più interattiva del progetto e si concentra soprattutto in un bando che si chiuderà il 10 maggio 2015, mirato a sostenere e finanziare progetti di viaggi FuoriRotta, ideati e pianificati da giovani con un età compresa tra i 18 e i 30 anni.
Volto a divulgare FuoriRotta e le sue molteplici fasi, è stato in fine ideato il FuoriRotta tour che nei mesi di aprile e maggio fa tappa in diverse città italiane, andando poi a chiudersi ufficialmente l’8 maggio, in occasione del Trento Film Festival, negli spazi del Salotto Letterario “MontagnaLibri”.
La profondità del progetto unita alla personale passione per il viaggio e per i molteplici modi di documentarlo, mi hanno pertanto spinto a presenziare alla tappa orobica del tour, vissuta nella struttura del Cinema Conca Verde di Bergamo. Ciò che ho quindi condiviso con un folto pubblico è stata una serata ricca di sostanza e umanità – 100 minuti di video ed immagini proiettate, accompagnate da letture e commenti ad opera di Andrea Segre – i cui contenuti sono stati poi approfonditi da una stimolante intervista che lo stesso regista-scrittore mi ha concesso.
Che tipo di viaggi sono i viaggi “fuori rotta”?
Sono viaggi che ti permettono e ti aiutano ad uscire dalla tua rotta precisa, utile e comoda anche se a volte noiosa: rotte che se da una parte proteggono, dall’altra impediscono di avvicinare e conoscere altri punti di vista. Il tutto partendo dal presupposto che oggi il mondo sembra polarizzarsi fra chi ha il diritto al viaggio e chi pur avendolo non lo utilizza come momento di crescita umana ma esclusivamente come occasione di divertimento sicuro e senza rischio.
Senza rischi?
Sì. E’ bene specificare però che il rischio di cui parlo non riguarda l’incolumità fisica, il rischiare la vita, il mettere sotto stress le capicità fisiche o cercare condizioni ambientali proibitive. Il “mio” rischio è piuttosto di tipo esistenziale e cognitivo e coinvolge quelle sicurezze che rappresentano un addormentamento della coscienza.
Simili viaggi e simili rischi, nascono da scelte ben consapevoli?
Diciamo che può capitare di vivere un esperienza fuori rotta anche senza volerlo coscientemente, ma sostanzialmente la decisione spetta a noi. Personalmente ciò che invitiamo a fare, anche tramite il nostro bando, è il decidere e lo scegliere consapevolmente di andare fuorirotta.
Da dove si parte in tal senso?
Il punto di partenza è ammettere cosa non sai e dirti che vi sono cose che non hai mai visto nella tua vita… E’ questa la retroguardia della scoperta! Dal momento in cui io sono partito, poi, non so cosa succederà e non farò altro che lasciare alla mia ignoranza la possibilità di scoprire altre cose.
L’ignoranza quindi diviene un vantaggio?
L’ignoranza è un vantaggio. L’ignoranza è una grande qualità umana se unita alla consapevolezza, perchè porta immediatamente al desiderio di colmarla. Se però si trasforma in arroganza diventa uno dei peggiori pericoli.
Questo tipo di esperienze però non sono concesse a tutti: da cosa dipende?
Dipende soprattutto da scelte politiche ben precise, da squlibri economici e di potere che son ben chiari e visibili a tutti: vengono globalizzate le merci, ma non le persone e gli incontri. In breve: chi non ha un passaporto forte non può vantare determinati diritti. A tal propsoito, durante gli incontri condotti nelle scuole, invito spesso i ragazzi a pensare a come sarebbe la loro vita se fossero nati col passaporto sbagliato oppure senza passaporto.
E’ un’ipotesi che apre davvero a molti pensieri questa…
…e ti permette di capire, che oltre ai drammi veri e propri dei quali parlano tutti, vi sono anche desideri e sogni infranti, dove un intero mondo di giovani è escluso, non per colpe o per via di un essere “cattivi”, ma solo perché hanno il passaporto sbagliato. E per costoro non vi sono molte alternative: o si arrabbiano con i loro governi, oppure devono cercare di prendersi a tutti i costi lo spazio necessario per vivere il proprio sogno.
Per assurdo quindi, sia i viaggiatori in rotta sia i non viaggiatori vivono la stessa impossibilità?
Chi non può viaggiare e chi non sa viaggiare fuori rotta in effetti diviene vittima della stessa imbarazzante questione. Imbarazzo che nasce però da situazioni differenti: chi non può viaggiare ha sicuramente un problema diverso rispetto a chi non sa viaggiare. E fra i due è sicuramente il primo ad avere il compito più difficile da risolvere… Per gli altri, per coloro che non pensano al viaggio come ad un diritto, semplicemente vivono nell’incoscenza di chi non sa scorgere nel “muoversi” un occasione di crescita.
Parlando di coscienza/incoscienza mi viene da chiederti dove si collochino le imprese più estreme che siamo soliti raccontare solitamente su queste pagine.
La crescita dell’estremo a mio avviso rappresenta anch’essa una forma ed un tentativo di andare fuorirotta e ritengo derivi dall’esigenza di uscire da questo stile di vita che sotto un certo punto di vista ci sta tenendo legati. Dinanzi ad un simile bisogno, il mio suggerimento è però molto più semplice ed alla portata di tutti: si “limita” alla ricerca d’occasioni di incontro con altri, con altre vite… E per far questo non v’è proprio bisogno di cimentarsi in gesta particolari o andare al di là del mondo! E Marghera Canale Nord, uno dei lavori che viene proiettato nel Fuorirotta tour, lo vuole dimostrare.
FuoriRotta Tour per concludere non è solo una “bizzarra” presentazione di un libro negli spazi di un cinema (condotta per altro da un registra che si cimenta da lettore) o l’occasione per avvicinare un autore la cui coerenza si traduce da diversi anni nelle sue opere registiche. Serate di questo tenore infatti permettono di scostare le tende dell’omologazione ed innestare la fantasia ed il desiderio di mettersi nuovamente in cammino. In un cammino fuori rotta, ovviamente.
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