Il Cammino dei Borghi Silenti è un percorso ad anello di 90 chilometri, che corre tra vigneti, boschi e piccoli paesi medievali.
In Italia c’è un bel nucleo di appassionati di Cammini pronti a mettersi uno zaino in spalla e scoprire la bellezza del turismo lento per eccellenza, grazie alla fitta rete di sentieri che attraversano la nostra penisola. Nel periodo di lockdown, più precisamente nel 2019, un nuovo cammino è stato tracciato nella verdeggiante Umbria, e il suo nome è ricco di fascino e mistero: il “Cammino dei Borghi Silenti”. Era già da qualche anno che lo avevo preso di mira, e finalmente ecco arrivato il momento di provarlo.
Un percorso ad anello di circa 90 chilometri tra vigneti, boschi e borghi medievali, in una zona situata tra il Lago di Corbara e i Monti Amerini, in provincia di Terni.
È nato da un’idea di Marco Fioroni di “Amerini Trekking”, dalla sua volontà di far conoscere e promuovere uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi dell’intera Umbria, un territorio lontano dai grandi percorsi turistici ma di sicuro interesse.
Il punto di partenza è Tenaglie, facilmente raggiungibile anche col trasporto pubblico dalla stazione degli autobus di Orvieto. Il percorso è ampiamente personalizzabile. Può essere suddiviso in varie tappe, organizzandolo a seconda della propria preparazione fisica. Il cammino originale è in 5 tappe, e io per questioni logistiche l’ho fatto in 4.
Qualunque sia la vostra scelta, vi troverete tra paesaggi splendidi, e scoprirete passo dopo passo angoli e borghi poco conosciuti dal turismo di massa. Vi sentirete in una dimensione di tranquillità e di pace interiore, lontano dallo stress della vita quotidiana.
Per dormire ci sono agriturismi, ostelli, b&b e donativi (questi ultimi sono alloggi privati messi a disposizione da alcuni cittadini locali, dove il compenso è a donazione).
Nella guida cartacea del Cammino dei Borghi Silenti c’è l’elenco completo dei luoghi convenzionati dove mangiare e dove dormire, con i relativi contatti per poter prenotare. I costi per gli alloggi variano dai 15 euro a notte (il minimo richiesto per i donativi) ai 40 euro con prima colazione.
Per mangiare, in ogni tappa si trovano bar, supermercati, negozi di alimentari e anche alcuni ristoranti convenzionati che offrono menù a 20 euro a chi è in possesso della credenziale.
Mezza tappa per cominciare: da Tenaglie a Guardea (8 km)
Tappa perfetta per il primo pomeriggio di cammino per chi arriva dal nord, più precisamente da Milano come il sottoscritto. Parcheggiata l’auto negli spazi di Amerini Trekking e ritirata la credenziale al costo di 5 euro, visito il borgo di Tenaglie, il primo dei cosiddetti borghi silenti.
Il centro storico, con i suoi tre (avete letto bene: tre!) abitanti, ad oggi è il borgo meno popolato di tutto il cammino. Il percorso che mi porterà alla prima tappa è magnifico, tra campagne e colline coltivate, caratterizzato dalla bella edicola di San Sebastiano e dall’antico Castello del Poggio. Dopo l’ultimo chilometro in discesa, ecco le prime case di Guardea situata in ottima posizione con panorama sui monti Cimini e sulla valle del Tevere.
Il centro è molto dispersivo. Si può però compiere un breve tour fino all’Arco della Conoscenza Planetaria creato per celebrare l’arrivo del nuovo Millennio.
Prima tappa: da Guardea a Melezzole (17 km)
Il giorno successivo si riparte da Guardea per arrivare a Melezzole e completare quella che la guida cartacea suggerisce come prima tappa. Dopo aver attraversato il paese e camminato in mezzo alla natura, si arriva fino al Piano Croci dove si trova una piccola area attrezzata per una sosta.
Si prosegue poi fino a Santa Restituta, borgo dalle case in pietra attraversato da una lunga scalinata perfettamente restaurata, abitato da appena dieci persone. Sicuramente uno dei più affascinanti borghi silenti che ho visto: infatti è il paese che ha ispirato la creazione del Cammino dei Borghi Silenti.
Subito dopo le ultime case, il cammino si divide: a destra si può proseguire per la Tenuta dei Ciclamini, proprietà di Giulio Rapetti in arte Mogol. Oppure a sinistra, come ho fatto io, si possono tagliare 5 chilometri saltando la tenuta e proseguendo direttamente in direzione Toscolano, il terzo borgo silente.
Non trascurate la visita di questo borgo, e se siete fortunati a incontrare Domenico fatevi aprire la chiesetta di S. Apollinare nella piazza del centro: rimarrete a bocca aperta per le sorprese che riserva. Toscolano conserva ancora integro l’aspetto medievale di centro fortificato con cerchie concentriche di abitazioni che culminano nella piazzetta centrale. Qui, sempre se siete fortunati, troverete aperto anche un bar gestito dagli abitanti per un buon caffè o una birra ghiacciata.
Ancora uno sforzo di tre chilometri tra boschi di castagni, e si arriva a Melezzole, paese di 50 anime (una metropoli, per gli standard di queste zone). Anche Melezzole conserva integro il centro fortificato con abitazioni concentriche, che merita di essere visitato. Anche perché qui potete trovare l’unico supermercato del paese.
Seconda tappa: da Melezzole ad Acqualoreto (21 km)
Questa tappa è la più panoramica e spettacolare dal punto di vista naturalistico, ma anche la più faticosa. Appena fuori Melezzole, si incontra la minuscola Chiesa di San Vitale, dove si trovano ancora frammenti di affreschi di scuola locale del XVI secolo.
Si cammina prima fra boschi, poi su distese di prati fioriti ininterrottamente fino al Monte Croce di Serra e, passo dopo passo, la vista inizia ad aprirsi su due fronti: l’Umbria a est verso le Marche, e l’Umbria a Ovest verso il Lazio.
Tra saliscendi faticosi si arriva finalmente a una croce di legno: siamo ai 994 metri del Monte Croce di Serra, il punto più alto dell’intero cammino. Da qui, dopo una foto ricordo, il percorso prosegue con una discesa abbastanza impegnativa e continua poi su strada sterrata con brevi salite e lunghe discese per giungere finalmente al borgo di Morruzze, con il suo bellissimo castello con torre merlata quadrangolare.
Apro una parentesi personale: qui mi concedo una breve sosta di riflessione. Guardando il cielo vedo che alcuni nuvoloni neri si stanno avvicinando. Fortunatamente però il prossimo borgo silente, Morre, dista solo un paio di chilometri e so che li è possibile trovare un riparo nel bar del paese. Come temevo, tuoni e lampi non si fanno attendere. Mi concedo una sosta con birretta al bar di Morre, sperando che il diluvio smetta.
Acqualoreto, il borgo silente scelto come fine tappa di giornata, dista ancora tre chilometri. La pioggia non ne vuol sapere di smettere, così decido di proseguire. Almeno ne approfitto per testare il materiale anti-pioggia che ho portato nello zaino non inutilmente.
Acqualoreto con i suoi 15 abitanti è l’ottavo borgo silente che si attraversa. Si caratterizza per una bella piazza con monumento ai caduti della prima guerra mondiale e un centro storico con entrata ad arco in pietra. Fortunatamente anche qui non manca un bar per la colazione. Come è consuetudine in questi borghi, gestito dagli abitanti.
Terza tappa: da Acqualoreto a Baschi (22 km)
Tappa dai paesaggi molto variegati. Per quanto riguarda la difficoltà, invece, è quella che mi ha messo di più alla prova. Usciti da Acqualoreto, la strada si incanala verso il basso scendendo in un fitto bosco lungo un sentiero stretto e, se bagnato come l’ho trovato io, anche molto scivoloso. Si raggiunge finalmente dopo qualche chilometro l’Eremo della Pasquarella, in origine un convento camaldolese, luogo magico scavato nella roccia in posizione isolata molto suggestivo.
Il luogo invita a una breve sosta di meditazione, se non altro perché qui inizia la salita di un chilometro abbondante più dura del cammino, che porta al borgo di Scoppieto. Finalmente da qui si può ammirare un bellissimo panorama sul lago di Corbara, che ci accompagnerà fino al prossimo luogo abitato del cammino, Civitella del Lago, decimo borgo silente.
Questo borgo merita una visita decisamente più approfondita. Per chi soggiornerà qui, da non perdere il museo dell’Ovo Pinto e i vicoli del borgo vecchio al tramonto. Io invece, che devo continuare, mi concedo solo una birra e un panino al bar De’ Pazzi nel centro del paese.
Proseguendo verso Cerreto, gustando sempre delle belle vedute sul lago e in lontananza Orvieto e le pendici del monte Amiata, si entra in un territorio caratterizzato dalle numerose vigne e di conseguenza in un percorso poco ombreggiato.
Camminando attraverso i filari di vite, si arriva alla Cantina Barberani, dove i camminatori in possesso della credenziale possono usufruire di una piacevole sosta con degustazione. Per chi volesse acquistare delle bottiglie di vino, i gestori della cantina si offrono di portarle personalmente alla sede di Amerini Trekking, il punto di arrivo del cammino, in modo da non dover proseguire con il peso. Attenzione però: sabato e domenica la cantina è chiusa. Pochi chilometri, che però a me sono sembrati interminabili, e si giunge a Baschi, borgo decisamente più grande ma che conserva ancora un bellissimo centro storico con castello.
Ultima mezza tappa del Cammino dei Borghi Silenti: da Baschi a Tenaglie (18 km)
Al mattino si attraversa il borgo vecchio di Baschi e si scende ripidamente in direzione del Tevere. Da sotto si gode di una vista sul borgo su cui svetta la bella Chiesa di San Nicolò. Dopo circa una decina di chilometri di campagna con sterminati campi di cereali, si scende alla Necropoli Etrusca di San Lorenzo, situata già nel territorio amministrato del Comune di Montecchio.
Questo sito si sviluppa lungo il fossato di San Lorenzo per circa due chilometri, e merita assolutamente una sosta. In questo punto i corsi d’acqua hanno scavato delle gole profonde nella roccia, dove sono stati ricavati gli ambienti sepolcrali risalenti al VII secolo a.C.
Il cammino prosegue fondendosi col sito archeologico, per poi proseguire in salita fino al centro storico di Montecchio, uno dei Borghi più Belli d’Italia. Come segnato nella guida, non ho mancato di fermarmi alla Bottega dell’Intreccio, dove il signor David con la moglie Andreina accoglie i viandanti all’interno di un laboratorio creativo, mostrando con passione tutta la loro conoscenza sulla tecnica artigianale dell’intreccio.
Gli ultimi due chilometri scorrono velocemente col pensiero già all’arrivo. Prima però di tagliare il traguardo a Tenaglie, ho proseguito per 300 metri oltre il borgo, fino alle Panchine del Pellegrino, per un’ultima foto ricordo e un’ultima veduta sulla Valle del Tevere come degna chiusura di questa bellissima esperienza.
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