In questo periodo fervono i miei preparativi per la nuova avventura in Alaska lungo il sentiero dell’Iditarod Trail che a partire dal 1° marzo percorrerò a piedi per 350 miglia, ovvero quasi 600 km. Vi avevo già raccontato lo scorso anno della mia esperienza. E nel 2020 sarò tra poco al via con una prova ancora più impegnativa.
I miei allenamenti sono focalizzati per lo più sul traino della slitta, che a pieno carico pesa oltre i 20 kg e che stimo arriverà a circa 28 kg in partenza da Knik Lake.
Ma soprattutto cerco di passare il mio tempo in ambiente alpino, perché è lì che le condizioni ambientali si avvicinano di più a quelle che troverò sull’Iditarod Trail.
Il mio campo pratica si trova in Valle d’Aosta e la mia routine prevede l’alternanza dello “sled pulling” sopra menzionato, con lo sci alpinismo in quota e su percorsi preferibilmente lunghi e ripidi.

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Le condizioni climatiche incontrate nelle ultime settimane, così come testimoniato dalle foto, sono state di freddo molto rigido all’inizio, ma hanno poi beneficiato di un’alta pressione a cavallo di Capodanno che ha aumentato le temperature. Grazie a questo sbalzo di temperature, ho potuto testare la nuovissima giacca di The North Face Brigandine Futurelight in diverse situazioni.
Erano settimane che volevo provare questa nuovo “tessuto” creato ad hoc da The North Face e di cui tanto si è parlato per l’aspetto “rivoluzionario” della tecnologica impiegata. Futurelight è infatti una membrana impermeabile realizzata con un procedimento preso in prestito dalle alte tecnologie mediche ed elettroniche. Questo procedimento porta alla realizzazione di una struttura in nanofibre che consente all’aria di passare con facilità.
Grazie a questa struttura è stato creato un tessuto leggero, flessibile, molto morbido se paragonato ai classici gusci, ma che promette un altissima protezione dalle intemperie e una grandissima traspirabilità. Insomma un sogno! Una giacca calda che protegge da vento e freddo, ma che al tempo stesso è traspirante e limita al massimo la sensazione di umido e sudore che spesso i gusci danno.
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Per quanto riguarda le situazioni in cui l’ho testata (scialpinismo e traino di slitta), devo confermare soprattutto la grandissima traspirabilità della giacca. Specie durante le salite, la Futurelight è risultata estremamente piacevole anche in situazioni di relativo “caldo”, limitando al massimo la sensazione di sudore sulla pelle.
Devo dire che – seppur più leggera del guscio che uso normalmente – con i suoi 920 grammi non è certo leggerissima quando si sale con le pelli. Ma la sua vestibilità e la sua morbidezza si esaltano durante le discese.
Per la mia taglia, sulle ripide discese di sci l’avrei preferita 5 cm più corta. Ma nello sledge pulling quegli stessi 5 cm invece sono stati fondamentali per proteggere e tenere al caldo in modo eccellente la parte bassa della schiena.
Ho provato la giacca anche sotto una nevicata abbastanza consistente. Anche in questo caso ha mostrato tutta la sua capacità waterproof rimanendo davvero asciutta e piacevole da indossare persino dopo molte ore.
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La vestibilità di questo guscio lo rende davvero innovativo: tanto che – lo confesso – di fronte a una giacca all’apparenza così “leggera” ho pensato che avrei avuto bisogno di mettermi sotto qualcosa di molto pesante per non sentire freddo. Ma in effetti non è stato necessario. Anche perché la giacca è molto morbida e si adatta molto bene al corpo.
Per quanto riguarda altri dettagli da segnalare: la giacca è provvista di molte tasche posizionate in modo strategico (fantastica la tasca porta maschera da sci o occhiali).
Inoltre oltre alle classiche cerniere sotto le ascelle per la ventilazione, ci sono due zip sul collo che possono essere usate anch’esse per una maggiore ventilazione dando così la possibilità di regolare la temperatura in modo intelligente e in punti strategici del corpo.
Chiudo con un ulteriore nota di merito: la particolare tecnologia utilizzata da The North Face fa sì che oltre il 90% del materiale utilizzato sia riciclato. Prezzo: 750 euro.
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