L’impossibilità di praticare attività fisica, soprattutto per i giovani, rappresenta un rischio per la salute fisica e mentale. Ecco come la mancanza di sport durante il lockdown ci fa ammalare.
Il primo lockdown è stato quasi infernale. Tutti a casa, senza nemmeno la possibilità di fare una passeggiata all’aperto. Il secondo lockdown è andato un po’ meglio: consentita l’attività motoria open air, mantenendo il distanziamento. Però palestre, piscine, impianti da sci restano chiusi. E i mesi passano. Che cosa ne sarà di noi?
Fermo restando che è necessario arginare la pandemia e prendere provvedimenti per evitare il più possibile i contagi, è un dato di fatto che l’impossibilità di praticare sport (soprattutto per i più giovani, che non escono da soli per andare a correre o a camminare) inciderà pesantemente sulla salute fisica e psichica delle persone.
Da varie parti stanno cominciando a levarsi voci di esperti che mettono in guardia contro i rischi di queste restrizioni. In Germania, per esempio, Ingo Froböse, docente all’Università dello Sport di Colonia, in un’intervista pubblicata sul sito di ISPO ha duramente criticato la strategia dello “stay-at-home”. “In questo modo ci stiamo garantendo una bella serie di ammalati per i prossimi anni, oltre che deficit nello sviluppo dei bambini”, ha detto senza mezzi termini.
La mancanza di sport durante il lockdown spesso non ha senso
Secondo Froböse, poi, alcuni divieti sono decisamente stupidi. “Per esempio perché è vietato praticare equitazione, oppure giocare a tennis, quando invece si può fare jogging? Mantenendo le distanze, non c’è differenza. E poi diciamo la verità: è più pericoloso il tragitto in autobus per andare in palestra, piuttosto che il training rispettando le regole di sicurezza”.
Secondo studi effettuati in Germania, ogni abitante di Berlino ha visto il proprio peso aumentare in media di 3-4 chili per effetto della mancanza di attività fisica imposta dalla pandemia. Ancora peggiori le conseguenze sui più piccoli: perché il movimento aiuta non solo la crescita delle ossa, ma anche lo sviluppo cognitivo. E la situazione diventa drammatica se si pensa ai bambini disabili: per molti di loro gli esercizi fisici sono l’unica possibilità di dare sfogo alle emozioni.
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Lo sport, poi, ha anche un’altra importante funzione: quella di scaricare lo stress. Se si accumula tensione senza poterla rilasciare, si moltiplicano i comportamenti aggressivi in famiglia. E ancora: l’attività fisica stimola il sistema immunitario. Che è una delle nostre principali armi di difesa contro il virus.
“Quello che è assurdo – polemizza Ingo Froböse – è che si consideri il vaccino l’unica soluzione alla pandemia. Come dire: non importa se diventate obesi e passate le giornate davanti alla tv ingollando junk food. Ovviamente anche io mi farò vaccinare, ma questa non può essere l’unica strada per venire fuori dalla pandemia”.
Sulla mancanza di sport durante il lockdown intervengono le Nazioni Unite
Anche le Nazioni Unite sono intervenute a proposito della mancanza di sport durante il lockdown, pubblicando un documento in cui evidenziano gli effetti dell’immobilità forzata: oltre al classico aumento di peso, anche disturbi del sonno e difficoltà nell’alimentarsi in maniera corretta ed equilibrata.
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il “minimo sindacale” in fatto di attività sportiva per mantenersi in salute sarebbe di 150 minuti alla settimana (la metà se si praticano sport ad alta intensità). Vale a dire 20 minuti al giorno o poco più.
Sulla stessa linea anche la Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI), che raccomanda però di non esagerare quando si potrà riprendere a fare attività fisica. È fondamentale – scrive in un documento ripreso dalla Società Italiana di Cardiologia – riprendere ad allenarsi con gradualità. “Periodi più o meno prolungati di ridotta/cessata attività fisica (detraining), anche inferiori alle 4 settimane, causano una progressiva perdita degli adattamenti fisiologicamente indotti dall’esercizio fisico, con alterazioni a carico del sistema cardiovascolare, metabolico e muscolare che impongono cautela nella ripresa dell’attività fisica stessa”, avverte la FMSI.
Il consiglio è quello di praticare attività fisica tutti i giorni, e di evitare di superare la soglia delle 6-8 ore in posizione seduta. Se il lavoro costringe alla sedentararietà, è buona regola alzarsi almeno ogni ora per effettuare qualche esercizio a bassa intensità.
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