Lagazuoi Expo Dolomiti ha presentato il suo primo progetto: un concorso fotografico dedicato alle montagne patrimonio Unesco. C’è tempo fino al 15 marzo per partecipare.
È stato presentato al pubblico il primo progetto del Lagazuoi Expo Dolomiti, coordinato da Denis Curti, uno dei più accreditati curatori di fotografia europei. Professionisti e non sono invitati a reinventare l’iconografia delle Dolomiti, tra le vette più fotografate al mondo, con scatti fuori dagli schemi, colmando un gap di rappresentazione che penalizza la montagna rispetto alla città.
C’è tempo fino al 15 marzo per sottoporre alla giuria del Lagazuoi Photo Award proposte e segnalazioni. In palio, per il vincitore, 10mila euro, una pubblicazione fotografica dedicata e un’esposizione personale presso il Lagazuoi Expo Dolomiti, dal 30 maggio al 28 agosto, in piena stagione turistica. Oltre a un tour che toccherà città italiane e capitali europee.
In veste di selezionatori e membri della giuria, oltre a Denis Curti, Nathalie Herschdorfer, curatrice e direttore del Musée des Beaux-Arts Le Locle in Svizzera, Andréa Holzherr, Global Exhibition Director e curatrice per Magnum Photos, la scrittrice Susanna Tamaro, il giornalista Mario Calabresi (a destra nella foto di apertura) e l’ideatore del Lagazuoi Expo, Stefano Illing (a sinistra nella foto di apertura).
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Il concorso – primo progetto curatoriale originale del Lagazuoi Expo Dolomiti, galleria e polo culturale aperto nella stazione di arrivo dell’omonima funivia, a 2.778 metri di altitudine – lancia una sfida a tutti i fotografi amanti della montagna. E lo fa per voce di un team organizzativo altamente qualificato, coordinato da Denis Curti, uno dei più riconosciuti curatori europei di mostre fotografiche.
Ad affiancarlo in questa avventura, Nathalie Herschdorfer, curatrice e direttore del Musée des Beaux-Arts Le Locle in Svizzera, Andréa Holzherr, Global Exhibition Director e curatrice per Magnum Photos, la scrittrice Susanna Tamaro, il giornalista Mario Calabresi e l’imprenditore Stefano Illing. Insieme a Curti compongono la giuria, che è già al lavoro per selezionare i fotografi che parteciperanno, scandagliando l’ambiente della fotografia: la deadline è stata fissata per il 15 marzo.
“Questo progetto nasce da un evidente vuoto di rappresentazione” ha raccontato Stefano Illing, spiegando il concept alla base del Lagazuoi Photo Award. “La montagna è sempre più accessibile e frequentata, e d’altra parte la fotografia è più popolare che mai, con la diffusione degli smartphone e delle macchine fotografiche digitali. Eppure queste opportunità tecniche non hanno saputo rinnovare il nostro sguardo sul territorio. Nonostante tutto, l’immaginario proposto è ancora quello nostalgico delle cartoline anni ’50”.
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Ha aggiunto Denis Curti. “Stiamo raccogliendo segnalazioni e portfolio da esaminare, ci guardiamo intorno, battiamo tante piste. Ogni membro della giuria sceglierà un unico fotografo, anche amatoriale, perché ciò che conta non è il curriculum, ma l’originalità della visione. Tra i finalisti eleggeremo un solo vincitore”.
Il giornalista e scrittore Mario Calabresi ha raccontato la sua personale visione della fotografia di montagna, un interesse nato negli anni dell’infanzia, sfogliando le pagine di Lassù gli ultimi di Gianfranco Bini. “Quelle foto mostravano un luogo vissuto, non una meta per il divertimento. C’era la mano dell’uomo che lavora in quota, non del passante. Sono cresciuto in una famiglia di appassionati scalatori di vette alpine, tra i quali ho sempre sfigurato. Ma la fotografia mi permette di avvicinarmi a questo mondo e alla narrazione delle storie che si nascondono dietro un’immagine”.
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