L’anello dei Denti della Vecchia è un itinerario di difficoltà medio-alta a pochi chilometri da Lugano. Al cospetto delle montagne battezzate “Piccole Dolomiti” del Canton Ticino.
L’anello dei Denti della Vecchia non è facilissimo da affrontare in mountain bike, perché presenta un tratto centrale “cicloalpinistico”. Ripagato però dall’inaspettato spettacolo che si offre alla vista: i torrioni dei Denti della Vecchia, la città di Lugano dall’alto, e per finire una discesa varia ed appagante.
Ci sono luoghi che rimangono nella memoria per i bei momenti passati o perché segnano particolari periodi della vita. Per me i Denti della Vecchia ricordano entrambe le cose. Tra questi torrioni calcarei, a circa 16 anni, ho iniziato a muovere i miei primi passi da arrampicatore assieme agli amici di allora. Passando allegre nottate sotto le stelle e conquistando i miei primi spazi di indipendenza dalla famiglia.
Ancora oggi, ogni volta che percorro l’autostrada svizzera verso nord, mi è istintivo lanciare uno sguardo verso questi pinnacoli che si innalzano, improvvisamente, dai boschi sottostanti, in netto contrasto il dolce paesaggio circostante.

L’anello dei Denti della Vecchia, un po’ di storia
I Denti della Vecchia appartengono alle Prealpi Ticinesi, si trovano a pochi chilometri da Lugano e sono inseriti all’interno di una Riserva Forestale Cantonale. Rappresentano uno dei luoghi storici dell’arrampicata ticinese. Qui generazioni di scalatori si sono succedute nell’esplorazione di quelle che sono chiamate “Piccole Dolomiti” del Canton Ticino.
Le pareti calcaree di questi torrioni sono state oggetto di esplorazioni alpinistiche a partire dagli ’30, in particolare dal locale Gruppo Scoiattoli, che ha realizzato e documentato la maggior parte delle vie presenti. Ma si sono cimentati qui anche alpinisti famosi come Emilio Comici e Riccardo Cassin.
Non tutto il percorso è pedalabile
Ho deciso di provare a fare in mountain bike l’attraversata dei Denti, ben sapendo che il tratto centrale del giro sarà difficilmente pedalabile. Fissiamo la partenza dal cimitero di Cadro, a pochi chilometri da Lugano, dove troviamo un comodo parcheggio gratuito.
Raggiunto il centro del paese, lo attraversiamo in direzione di Villa Luganese. Rimanendo sempre sulla strada principale, affrontiamo una breve ma ripida salita, che ci porta al campo sportivo di Villa Luganese. Breve discesa e tratto in piano, fino a raggiungere un bivio dove proseguiamo verso destra, in salita.

Si segue la strada fino ad un tornante verso sinistra, si prosegue per circa 200 metri e si prende la strada a sinistra, verso la località Rosone, che si stacca dalla strada principale.
Facciamo ancora qualche pedalata su asfalto fino alla Fattoria del Faggio, per poi trovarci sull’ampia sterrata che sale verso la Capanna Pairolo. La pendenza della strada è costante attorno all’8%, con qualche breve strappo su cemento.
La salita avviene in mezzo a un bosco di faggi e castagni ed è molto piacevole, anche se a tratti faticosa. Arrivati in cima, ci troviamo circa 50 metri al di sopra della Capanna Pairolo (possibilità di ristoro). Il panorama è molto bello: da un lato si stagliano le sagome dei Denti della Vecchia, dall’altro la lunga dorsale che collega il Monte Gazzirola con il Monte Bar.
Si comincia a fare sul serio
Le mie gambe mi ricordano che con questo primo tratto di salita abbiamo già coperto circa 1.000 metri di dislivello, anche se non tecnici, e una distanza di circa 11 chilometri. Ma il tratto interessante deve ancora arrivare.
Se volete scendere alla capanna, basta prendere la strada sterrata in discesa sulla destra, oppure potete decidere di stare in costa e prendere il sentiero che resta a lato della strada sterrata, in alto (attenzione: non è segnalato ma è ben evidente nel prato).
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Fin dai primi metri intuiamo che la situazione è totalmente cambiata rispetto a prima: iniziamo ad alternare tratti a piedi a tratti in bici. Raggiunto il sentiero principale che attraversa i Denti, dopo aver superato a piedi un breve tratto ripido su fondo sconnesso, ci troviamo di fronte a due possibilità. La prima: seguire il sentiero basso dei Denti, totalmente immerso nel bosco e con alcuni passaggi molto stretti, che corre alla base dei torrioni, mostrandone la loro mole dal basso verso l’alto. La seconda: seguire il sentiero di cresta, più panoramico, e che permette di ammirare i Denti dall’alto.

In entrambi i casi ci aspettano circa quattro chilometri di sentiero molto poco ciclabile (circa il 20%), a meno di possedere ottime doti trialistiche… che io non ho.
La fatica è comunque ripagata dall’incredibile ambiente che si attraversa: un fitto bosco di faggi dal quale emergono i torrioni dei Denti che sprofondano, con vertiginose pareti verticali, verso il fondovalle, circa 1.000 metri più in basso.
Oltrepassato il Sasso Grande, il sentiero diventa più ciclabile e raggiunge la Bocchetta di Brumea. Considerata la bella vista che si apre sul Monte Boglia e Lugano, decidiamo di fare una breve sosta per riprendere fiato e prepararci alla discesa.
E finalmente la discesa…
Il primo tratto della discesa ci porta all’Alpe Bolla (possibilità di ristoro) con alcuni tratti tecnici e impegnativi, passaggi ripidi su fondo sconnesso e tratti flow veloci, su un tappeto di foglie di faggio.
C’è di tutto per divertirsi e per ogni livello. Anche in questo tratto di discesa, qualche passaggio richiede di essere superato a piedi, ma dipende sempre dalla capacità di guida del mezzo.

All’alpe della Bolla ci infiliamo nel prato posto di fronte. Non prendiamo il sentiero che scende a Cadro, ma aggiriamo la collina verso sinistra, seguendo un bel sentiero (non segnalato, ma visibile) che regala un divertente flow che ci porta su una strada sterrata.
Non trovando alternative, seguiamo la strada in discesa fino a raggiungere Pian Soldin, riconoscibile perché ci sono delle case sparse su un bel prato. Lo attraversiamo tenendo la destra e, raggiunto il bosco, seguiamo in discesa il sentiero che incontriamo e che porta verso Cadro.
Dopo un primo tratto dal fondo molto sconnesso a causa delle piogge, il sentiero migliora e diventa un divertente single trail che raggiunge la parte alta di Cadro. Arrivati alle case, seguiamo la strada asfaltata verso sinistra, fino a quando finisce. Qui seguiamo i paletti con nastro rosso che si inoltrano nel bosco, e con un veloce flow arriviamo appena sopra il centro del paese.
Proseguendo in discesa, sulla strada asfaltata, torniamo sul percorso fatto al mattino. Che ripreso in senso contrario, ci riporta al punto di partenza.
SCHEDA TECNICA
Punto di partenza/arrivo: Cadro (470 m)
Punto di massima elevazione: Sassi Palazzi (1.462 m)
Lunghezza totale: 25 Km circa
Dislivello in salita: 1.100 m
Tempo: 3,5 – 4 ore
Senso di percorrenza: orario
Ciclabilità: 100% salita, 20% tratto centrale, 90% discesa
Difficoltà fisica: medio
Difficoltà tecnica: medio – impegnativo
Accesso: Dall’autostrada svizzera A2/E35, direzione San Gottardo, uscire a Lugano Nord, e proseguire per Cadro. Posteggiare in corrispondenza del prato dietro il cimitero (posteggio gratuito).
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