L’attività fisica ai tempi del lockdown si è rivelata un toccasana per il corpo e per la mente. Molti l’hanno scoperta proprio in questo periodo. Abbiamo chiesto a dieci donne di raccontarci il loro rapporto con lo sport. E per l’occasione le abbiamo vestite con i capi delle nuove collezioni outdoor autunno/inverno.
Mai come in questo periodo ci è stato chiaro il valore dello sport. Proprio la sua mancanza (soprattutto durante il primo lockdown) ci ha fatto capire quanto importante sia uscire di casa e muoversi. Muoversi anche senza praticare una vera e propria disciplina sportiva. Magari solo camminare, provare a correre, prendere la bicicletta e mettersi a pedalare per qualche chilometro senza una meta.
Chi ha sempre dedicato una parte del proprio tempo allo sport, ha sofferto parecchio. E chi non lo aveva mai fatto, ha cominciato a farci un pensierino. Sono in tanti infatti – soprattutto donne – ad aver deciso di “darsi una mossa” proprio in questo periodo. Un po’ per buttare giù i chili di troppo accumulati durante il lockdown; un po’ perché l’attività fisica ha rappresentato un “lasciapassare” per poter uscire di casa; un po’ perché la vita tra quattro pareti ci ha fatto venire voglia di aria aperta.
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Abbiamo chiesto a dieci donne di raccontarci che cosa significa oggi per loro uscire e muoversi. Sono donne di età diverse (tra i 24 e i 61 anni). Qualcuna ha sempre fatto sport. Altre hanno iniziato proprio perché l’attività fisica ai tempi del lockdown si è rivelata una sorta di “farmaco salva-vita”. Sono donne normali, che lavorano, fanno la spesa, coccolano il gatto o litigano con la figlia. Sono quelle che incontriamo tutti i giorni sul portone di casa, in un negozio, al parco.
Per l’occasione, le abbiamo fatte vestire con i capi tecnici e gli accessori delle nuove collezioni outdoor autunno/inverno. E abbiamo ambientato le foto in una ex struttura industriale di Milano. Un modo per ribadire che lo sport si può fare dappertutto, non solo nei luoghi deputati. E che anche in città ci si può sentire a proprio agio (forse addirittura più del solito) indossando un paio di scarpe tecniche, un pile colorato o una giacca a vento che non lascia passare nemmeno una goccia di pioggia.
Federica, 24 anni, studentessa
“Mi sono sempre dedicata soltanto a due sport: il tennis e lo sci. Il primo si pratica in strutture attrezzate, il secondo durante la stagione invernale. Fino al lockdown non mi ero nemmeno mai posta il problema che ci potessero essere altre attività interessanti. Ma durante questo periodo ho iniziato ad apprezzare la vita all’aria aperta in sè, a camminare in città… e per la prima volta in vita mia l’estate scorsa ho cominciato anche a camminare in montagna. Prossimo step? Voglio cimentarmi nel running”.

Laura, 55 anni, fashion consultant
“Per anni sono andata in palestra, per altro con scarsissimi risultati. Ma durante il lockdown ho scoperto il bello dell’attività all’aria aperta, che per me vuol dire soprattutto camminare e pedalare. Rispetto allo sport indoor, significa non solo tenersi in forma: ma anche poter vedere posti nuovi e stare in compagnia. Un’ora di camminata veloce lungo l’Alzaia del Naviglio con le amiche mi dà molta più soddisfazione di un’ora in palestra a sudare sul tapis-roulant“.

Beatrice, 30 anni, giornalista
“Prima dell’emergenza sanitaria ero così abituata a passare buona parte delle mie giornate all’aperto, che non mi rendevo nemmeno conto di quanto fosse vitale per me. L’ho scoperto quando mi sono trovata intrappolata in casa dal lockdown, per di più con un bambino piccolo. Mi considero molto fortunata, perché comunque abbiamo un giardino. Ma ugualmente abbiamo sofferto una specie di “fame d’aria”, e adesso che possiamo uscire non c’è meteo che tenga. Con pioggia, freddo o vento, siamo sempre fuori. Il mio sport d’elezione è lo sci, ma mi piace tutto quello che si può fare a contatto con la natura. E vorrei che fosse lo stesso per mio figlio”.

Carola, 55 anni, artista
“L’attività fisica è fondamentale non solo per rimanere in forma, ma anche e soprattutto per scaricare le tensioni. E se poi è praticata all’aperto, ancora meglio. Questo periodo di emergenza sanitaria ha contribuito a far sentire con particolare urgenza la necessità di muoversi. Per aiutare il tono muscolare, ma soprattutto per mantenere stabile l’umore e il proprio equilibrio psichico”.

Raffaella, 51 anni, avvocato
“Per me la pratica dello sport è sempre stata un’esigenza, forse più mentale che fisica. Non ho mai frequentato palestre, perché l’attività sportiva è anche il modo per mantenermi in contatto con la natura. Inevitabile, quindi, la sofferenza durante il lockdown. Mi sentivo veramente prigioniera, un leone in gabbia. Certo, un po’ mi vergognavo: pensavo a tutte le persone che si ammalavano, lottavano tra la vita e la morte… io in fondo dovevo soltanto restare a casa. Ma certo è stato faticoso. Così come è stato poi faticoso riprendere ad andare in bicicletta (la mia grande passione) quando abbiamo ripreso a uscire di casa. Ora, per ogni evenienza, ho montato in rulli in terrazzo. Così posso pedalare quando voglio, anche se nevica”.

Valentina, 25 anni, marketing manager di una struttura ricettiva
“Mi è sempre piaciuto lo sport, e ho praticato diverse discipline. Con una passione particolare per la danza, da quella moderna a quella classica. In questo periodo di lockdown mi sono dedicata invece alle camminate. Ho scoperto il piacere delle lunghissime passeggiate, che rigenerano corpo e mente”.

Elisa, 44 anni, copywriter
“In realtà per me il lockdown ha rappresentato un freno all’attività fisica. Prima dell’emergenza sanitaria andavo a camminare appena possibile. Ora ho paura, sto attenta a selezionare i luoghi e le persone che frequento. E poi lo smart working mi ha impigrito: passare la giornata in casa con due figli non lascia molto tempo libero, e comunque la ginnastica indoor non mi è mai piaciuta. Quello che mi piace davvero è la montagna, e per questo anche a Milano approfitto di ogni occasione per camminare: è un modo per restare in allenamento. I bastoncini? Irrinunciabili”.

Rosella, 61 anni, fashion product manager
“Lo sport? È la mia risorsa per la ricarica. Soprattutto quello outdoor, quindi trekking, passeggiate, bicicletta. In questo periodo di emergenza sanitaria, poi, l’attività fisica è stata l’unica “evasione” consentita. E quindi mi ci sono buttata a capofitto. Prima alternavo il movimento all’aria aperta agli esercizi in palestra e alle nuotate in piscina. Ma tutto sommato devo ammettere che queste attività non mi mancano, ho imparato ad apprezzare di più la vita en plen air. E l’estate scorsa ho scoperto le escursioni in montagna: amore a prima vista!”.

Anna, 58 anni, impiegata
“No, il lockdown non ha cambiato la mia vita dal punto di vista dell’attività fisica. Io non ho nemmeno la macchina, mi sposto soltanto in bicicletta. E appena posso, faccio lunghe camminate. Forse non si può chiamare proprio sport, ma è uno stile di vita che ho fatto mio e che mi fa stare bene”.

Francesca, 46 anni, impiegata
“Di base sono profondamente pigra, e se fosse per me non farei nulla. Ma ho un marito super-sportivo, e con lui vengo presa nel vortice e mi ritrovo a fare di tutto. Mi sono messa a sciare, a giocare a tennis (anche se dopo la quarta lezione mi è venuta l’epicondilite…), a frequentare assiduamente la palestra. E adesso che le strutture sono chiuse, faccio venire la personal trainer per non perdere il ritmo. Non solo: abbiamo acquistato un rebounder (un tappetino elastico da allenamento), per poter fare esercizi a casa. Attraverso un video, si seguono le istruzioni che sono impartite in inglese. Così ho un doppio beneficio: mi muovo e ripasso la lingua”.

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