Finalmente è arrivata anche in Italia la legge che introduce nel Codice Stradale il limite di sicurezza del metro e mezzo di distanza in caso di sorpasso del ciclista da parte di un veicolo. Se questa legge è stata inserita nella bozza del nuovo Codice, dobbiamo dire grazie anche a Paola Gianotti, la “donna a pedali” che nel 2014 ha fatto il giro del mondo in bicicletta ed è ora impegnata sul percorso del Giro d’Italia con un suo speciale progetto.
Paola è prima di tutto una mia amica e, come tutti gli amici a cui si vuole bene, a Paola voglio un mondo di bene. Le voglio bene come persona. Le voglio bene come atleta. Le voglio bene come donna. Su di lei è difficile scrivere poco, perché c’è tantissimo da raccontare. In queste righe cercherò di riassumere chi è Paola ciclista e perché il suo Giro D’Italia.
Paola Gianotti è un’atleta, speaker motivazionale e scrittrice. Laureata in Economia e Commercio, viaggiatrice zaino in spalla e sportiva da sempre, quando nel 2012 ha dovuto chiudere la sua azienda si è reinventata decidendo di fare il giro del mondo in bici per battere il Guinness World Record come donna più veloce ad aver circumnavigato il globo.
Era l’8 marzo 2014 quando Paola è partita da Ivrea (la sua città natale) ed è partita per compiere il Giro del mondo, 29.430 km in 144 giorni. Un giro che lei ha desiderato più di qualsiasi altra cosa e a cui ha lavorato per un anno intero per trovare sponsor e persone che potevano credere nella riuscita della sua impresa.
La donna a pedali che ha conquistato il mondo
Nella storia lei resterà come la piccola donna italiana che si è impadronita del mondo pedalando giorno e notte. E non è bastato un bruttissimo incidente a fermare il suo sogno, anzi! Paola dopo l’incidente ha portato il collare per tre mesi, a causa della rottura della 5a vertebra, ma appena è stato possibile ha ripreso a pedalare proprio da quel punto in cui il suo sogno si era interrotto. Sino al giorno del suo arrivo in Italia, nella sua Ivrea. Da quel momento Paola ha iniziato a inventarsi una serie di sfide quasi impossibili. Per esempio:
– RED BULL SIBERIAN – EXTREME, 9.200 km da Mosca a Vladivostok in 287 ore
– MILANO-OSLO, una pedalata verso Oslo per la candidatura della bicicletta come premio Nobel alla pace, in tutto 2.000 km
– 48 STATI IN 48 GIORNI, l’attraversamento di 48 stati attigui degli Stati Uniti in 48 giorni, un’impresa che è stata anche un’importante campagna di solidarietà per le donne dell’Uganda.
– TRAVERSATA DEL GIAPPONE, entrata nel Guinness dei Primati con 2.764 chilometri percorsi in nove giorni, e 16.700 metri di dislivello
Un giro d’Italia solidale
Arriviamo poi nel 2018, quando Paola porta a termine il suo primo Giro di Paola percorrendo tutte le tappe del Giro d’Italia, 3.000 km e 45.000 mila metri di dislivello pedalando da Catania a Roma, seguita da due mezzi e da un team di 8 persone a supporto dell’impresa.
Nel 2019 ci riprova, con la partenza avvenuta la scorsa settimana: esattamente l’11 maggio da Bologna, anticipando di un giorno tutte le tappe dei professionisti e pedalando sulle strade del Giro d’Italia come testimonial della campagna sulla sicurezza stradale “ IO RISPETTO IL CICLISTA”, da lei ideata insieme a Marco Cavorso, che ha perso nel 2010 suo figlio Tommy, appassionato di bici, per colpa di un automobilista.
Paola durante il suo Giro sta coinvolgendo amministrazioni e Comuni portando avanti la campagna di sicurezza “IO RISPETTO IL CICLISTA” , con un unico obiettivo: la giusta convivenza tra ciclista e automobilista sulla strada.
E finalmente, dopo anni di battaglie sui tavoli della burocrazia, è giunta ieri – 14 maggio 2019 – la notizia che è stato introdotto nella bozza del nuovo Codice Stradale il limite di sicurezza del metro e mezzo di distanza in caso di sorpasso di un ciclista da parte di un veicolo. Una causa che Paola assieme a Marco Cavorso ( papà di Tommy ) stanno portando avanti da anni, e finalmente il ministro Toninelli ha confermato l’introduzione nel Codice Stradale. Il metro e mezzo di distanza in caso di sorpasso da parte delle macchine è il minimo per poter garantire la sicurezza del ciclista.
In attesa dei cartelli stradali
Cara Paola, anche questa sfida è stata vinta, e ora si stratta di aspettare che l’iter si concluda e vengano posizionati i cartelli stradali con le indicazioni. In Italia adesso finalmente anche i ciclisti saranno tutelati. Nel nostro Paese muore un ciclista ogni 35 ore. L’Italia purtroppo ha questo brutto primato. Tra poco finalmente verranno piazzati i cartelli che sanciranno il divieto di sorpasso se non si hanno gli spazi garantiti .
I ciclisti potranno così pedalare più “tranquilli” grazie a anche a te, piccola donna che hai portato la testimonianza con la forza delle tue gambe, e ora hai vinto anche questa battaglia. Per Tommy e per tutti quelli che hanno perso la vita facendo quello che amano: pedalare. Il ciclismo è lo sport che ha rappresentato una parte importante della storia d’Italia, perché certi tesori naturali si possono ammirare meglio sui pedali; pedalare esprime libertà; pedalare fa bene; pedalare unisce e aggrega. Pedalare è bello.
© riproduzione riservata