UCI: vietato lanciare le borracce. Collezionisti e suiveur in rivolta. Ma sono già in produzione quelle ecologiche, che mangiano il CO2.
Una sola volta, superati i 40 anni, ho litigato con un bambino. Lo so, non è bello. Ma non sono affatto pentito. Quella borraccia bianca e azzurra della Quick-Step, era rotolata a bordo strada a pochi metri da me. Era mia, ero lì apposta, mica per applaudire un Bettini, un Pozzato, un Visconti qualsiasi.
Mi avvicino, osservo soddisfatto che nell’impatto non ha perso il tappo, quando nel campo visivo compare la sagoma del rivale. Corre, grida, è chiaro che considera già sua la “mia” preda. No mio caro, puoi scordartela. Ancora due passi, mi chino e la raccolgo.
Lui protesta, arriva perfino il nonno che azzarda la solita patetica frase “ma lui è un bambino”, beccandosi per tutta risposta un mio severo: “Appunto, non dovrebbe essere a scuola”?
Dall’inizio di aprile è vietato lanciare le borracce a bordo strada
Scene, in questo caso poco edificanti, che forse non si ripeteranno più. Dall’inizio di aprile è entrata in vigore la norma UCI (Unione Internazionale Ciclismo) che vieta ai corridori di gettare a bordo strada borracce, sacchetti rifornimenti (altro ambito oggetto del desiderio) e quant’altro.
Quanto questa regola sia frutto della fantasia di chi segue le corse ciclistiche dalla lounge-vip in zona d’arrivo o dal sedile di un’auto che precede la gare (già, a quel buffet bisogna arrivare presto) è facile da immaginare. Così come può far sorridere la scelta di chiamare green-zone il tratto di percorso in cui i corridori possono buttare le borracce senza incappare in squalifiche. Ovvero la discarica tinta di verde. Però autorizzata.
Ma tant’è, e per collezionisti e appassionati suiveur la vita si fa dura. Anche per coloro che dopo il passaggio della corsa si sciroppavano chilometri a piedi o in bici lungo il percorso per recuperare quei preziosi cilindri di plastica, perlustrando meticolosamente campi e fossati.
Vietato lanciare le borracce… ma arrivano quelle mangia-CO2
Per quanto poco gradito, il tema è di attualità e diventa l’occasione per approfondire la conoscenza con il pianeta-borracce. “Ogni iniziativa a tutela dell’ambiente va valutata positivamente”, premettono all’unisono i rappresentanti di Elite e Tacx, le due principali fornitrici di borracce dei team di prima fascia. Già, per loro poco cambia e per i collezionisti non rimane che sgomitare nelle green-zone oppure acquistarle nuove nei negozi specializzati. Non è la stessa cosa.
“Le bioplastiche permettono ora di realizzare borracce poco o nulla inquinanti”, esordisce Giulio Bertolo, Ceo di Elite. “Stiamo spingendo su questo tipo di produzione partendo da un derivato della canna da zucchero il cui processo di lavorazione abbatte il CO2. Per ogni kg di plastica prodotta, vengono mangiati circa 3 kg di anidride carbonica. Quelle borracce non sono solo pulite, ma puliscono esse stesse l’ambiente”.
Borracce ecologiche e borracce termiche
Al momento in questo modo vengono realizzati solo alcuni modelli non destinati agli agonisti, ma la strada è tracciata. Sono invece già tre i team professionistici che utilizzano anche le borracce termiche: “Succede in occasione del Tour e soprattutto della Vuelta, che si corrono spesso con temperature elevate, e i corridori con un lievissimo aumento di peso possono così disporre di acqua fresca per buona parte della corsa”, rivela Bertolo. Una rarità che, in altri tempi, sarebbe stata ambitissima da ogni collezionista.
Il manager veneto spegne anche le speranze di chi confida nella borraccia caduta accidentalmente, come ogni tanto abbiamo visto anche in televisione quando il gruppo affronta tratti di strada sconnessi.
“Ogni team riceve vari modelli di portaborraccia e decide autonomamente quale montare, così capita che per risparmiare pochi grammi venga utilizzato un tipo non consono. Ed è anche vero che spesso i corridori, per comodità, non infilano la borraccia fino in fondo. Ma proprio quest’anno siamo intervenuti con qualche accorgimento di sicurezza anche sui modelli superleggeri”. Addio anche alla caduta accidentale, quindi.
Il Giro d’Italia è alle porte e in tre settimane saranno utilizzate circa 80 mila borracce. In un modo o nell’altro almeno una di queste dovrà essere mia! Alla faccia dell’UCI.
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