Uomini d’acciaio? Esistono davvero. Uno di questi è Giacomo Maritati, del Free Mind Team. Nell’arco di un mese Maritati, 51 anni, si è infatti cimentato in un challenge straordinario: portare a termine 5 imprese estreme, quasi una alla settimana, in diversi paesi e continenti.
Tutto è cominciato il 4 settembre con il Powerman di Zofingen (Svizzera), un duathlon long distance che prevede 10 e 30 km di running intervallati da 150 km di bike. La sfida successiva è stata l’11 settembre a Lake Las Vegas (Nevada-USA) con il 70.3 Ironman World Championship (1,9 km swim – 90 km bike – 21,097 km run) per poi proseguire il 25 settembre a Marina di Campo (isola d’Elba) con un Ironman (3,8 km swim – 180 km bike – 42,195 km run). L’impresa si è conclusa con due prove durissime: la Spartathlon, ultramaratona da Atene a Sparta, che Maritati ha affrontato il 30 settembre classificandosi 45° su una distanza di 246 km, e l’Ironman World Championship (3,8 km swim – 180 km bike – 42,195 km run) che ha avuto luogo l’8 ottobre a Kailua Kona (Hawaii-USA).
Ma cosa spinge un atleta non professionista ad affrontare tali fatiche? «Il senso della sfida e la voglia di superare il proprio limite sono le “molle” che portano ad affrontare un programma sportivo di questa portata», spiega Giacomo Maritati, «poi sono necessari due ingredienti fondamentali: testa e cuore, che “tradotti” stanno a significare motivazione, tenacia e un grande amore per la sfida sportiva. Sono questi sentimenti che portano le gambe a superare la soglia del dolore».
Chi è Giacomo Maritati? Funzionario del settore bancario, ha iniziato a 15 anni l’attività sportiva come arbitro di calcio per poi affacciarsi al mondo del running. La passione per le imprese estreme lo ha portato presto ad affrontare impegnative ultramaratone (ne ha 24 all’attivo). Un infortunio lo ha obbligato poi a fermarsi, ma durante la riabilitazione ha scoperto il triathlon e poi l’ironman. Fino ad affrontare prove con distanze anche superiori. Ad oggi è finisher del mondiale ironman di Kona e ha portato a termine per ben 2 volte la durissima Spartathlon.
Tanto per fargli un po’ di “conti in tasca”, con questa ultima sfida settembrina ha macinato qualcosa come mille km tra nuoto (9,5), bici (600), e corsa (391). Battendo un altro record: quello della capacità di recupero fisico.
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