Domenica, sulla griglia di partenza della mezza partenopea c’era anche il nostro Sandro Repetti: ecco com’è andata.
La più partecipata gara del Sud Italia, la Napoli City Half Marathon, è stato un evento davvero ben riuscito. In attesa della maratona, al momento prevista per marzo del prossimo anno, è evidente l’impegno degli organizzatori e dell’amministrazione nel creare un’occasione di promozione della città attraverso una corsa che vuole essere di richiamo internazionale.
Un po’ ovunque in giro per Napoli si trovano i manifesti con l’azzeccato claim: “All runners are beautiful”. Ci sono più di 600 volontari e molta attenzione ai dettagli nel cercare di evitare disagi alla cittadinanza e nel contempo difendere la sicurezza dei podisti.
Pacco gara con elegante t-shirt di marca e gli immancabili spaghetti con un barattolo di salsa di pomodoro.
Nel programma anche una 5km a inviti riservata a campioni di livello mondiale e ai più forti atleti under 23 della Campania, oltre a una manifestazione non competitiva di 2 chilometri rivolta a genitori e figli che si è svolta sabato.
Ritrovo e campo base alla Mostra d’Oltremare a Fuorigrotta dove il Palacongressi viene adibito a deposito borse ed enorme spogliatoio, in un ambiente un po’ surreale dove migliaia di uomini vocianti si mettono in pantaloncini in maglietta.
All’alba il tempo sembra incerto con scrosci di pioggia, ma durante la gara torna ideale per la corsa.
La partenza
Si parte molto presto, alle 8.30, dall’arioso Viale Kennedy da griglie di partenza più o meno rispettate.
I seimila iscritti con grande entusiasmo si lanciano in direzione mare su viale Giulio Cesare e poi via in discesa nella Galleria Laziale che arriva al lungo mare di via Caracciolo.
La città inizia a mostrarsi in tutta la sua bellezza affacciata sul mare con l’isola di Capri sullo sfondo.
La strada corre via piatta e veloce, si passa di fianco a Castel dell’Ovo e poi si costeggia tutto il porto prima di tornare indietro non senza aver incrociato i “soliti primi” sfreccianti nella direzione opposta.
Dopo il giro di boa siamo noi quelli sfreccianti rispetto alla coda del gruppo e non sono pochi gli scambi di saluti e incoraggiamenti fra chi va e chi viene.
Si vira verso l’interno in via De Gasperi per passare davanti al Maschio Angioino, al Teatro San Carlo e a piazza del Plebliscito con tratti in salita di lastricato che si fanno sentire, prima di tornare sul lungomare all’altezza del monte Echia.
La fatica inizia a essere un fattore importante, il pubblico è scarso, la strada larga e il rettilineo del lungo mare adesso rappresenta una difficoltà psicologica. Solo la vista sullo sfondo della collina di Posillipo è al contempo una gioia per gli occhi e il segno che la meta è vicina.
Lasciato il lungo mare si affronta nuovamente la galleria Laziale e stavolta ci si rende conto di quanto questi 800 metri di lunga grotta salgano su su su!
Vedere la luce in fondo al tunnel in questo caso è proprio un sollievo concreto e non una metafora esistenziale.
In zona Oltremare la fine è vicina, ma c’è ancora uno strappetto che permette di salire alla scenografica Fontana dell’Esedra da cui poter scendere verso l’arrivo al suono della marcia di Radetzky e della marcia trionfale dell’Aida che vanno in loop dagli altoparlanti.
Il podio
Gli organizzatori auspicavano una prestazione cronometrica eclatante e, in effetti, Abel Kipchumba ha sfiorato l’impresa vincendo in solo 12” più dell’ora.
Shadrak Kiplagat e Norbert Kipkoech Kigen hanno completato il podio, tutto keniano, classificandosi al secondo e al terzo posto in 1h00’34” e in 1h01”43”.
Tra le donne ha vinto Eshete Shitaye del Barhein in 1h08’38” precedendo la keniana Antonina Kwambai (1h09’09”) e l’ucraina Olha Kotovska (1h14’27”).
Chissà se i top runner nel dopo la gara si sono lasciati andare con una pizza salsiccia e friarielli, o una pizza fritta, o chissà, una sfogliatella, un babà, un “Ministeriale” di Scaturchio o qualsiasi altra tentazione culinaria che Napoli offre ad ogni angolo.
Se lo sarebbero certamente meritato, ma se non lo hanno fatto non sanno cosa si sono persi.
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