Luci e ombre sulla prima Mezza Maratona di Roma
Sabato 17 Giugno è andata in scesa la prima edizione della Mezza Maratona di Roma.
Nel calendario sempre più affollato e inflazionato delle gare podistiche questa bella novità era un’occasione troppo ghiotta e non ce la siamo lasciati scappare colpiti dal fascino dell’estate romana e di una notturna sotto le stelle più brillarelle che ci sono.
Gli organizzatori della Maratona hanno provato a lanciare questo evento composto 21K + 10K e il pubblico ha risposto alla grande, anche oltre le aspettative con oltre 7.000 iscritti totali di cui circa 4.500 alla mezza.
Veramente tanti anche quelli che come me decidono di andare a prendersi il pettorale in piazza del Popolo nel primo pomeriggio, con il risultato che la lunghissima coda sotto il sole al nadir fa capire subito che non sarà una giornata facile a causa della temperatura micidiale.
Il pacco gara è essenziale: T-Shirt e bevanda isotonica. Quanto basta.
Quando ci si ritrova tutti al calar del sole le cose non son granché migliorate e bastano 5 minuti di “riscaldamento” per iniziare a grondare.
Il termometro segna 27.8° C. Il tasso di umidità forse è meglio non conoscerlo.
Si parte alle 21 e c’è veramente un sacco di gente, tant’è che via Condotti risulta davvero troppo stretta per permettere di correre soprattutto a chi non parte nel primo gruppo.
Il percorso
La prima parte del percorso è classicamente trionfale. A parte il rovente Traforo Umberto I , è tutto un susseguirsi di magnificenza romana: Via Nazionale, Piazza Venezia, Altare della Patria, Fori Imperiali, Colosseo, Arco di Costantino, Circo Massimo e poi via fino al Lungo Tevere Aventino per poi ripassare dal Circo Massimo sull’altro lato, Bocca della Verità, Teatro di Marcello, Campidoglio, via Condotti e raggiungere il lungo Tevere verso Nord.
Ovviamente il tutto condito da salite, discese e tanti sanpietrini.
Per fortuna i ristori sono frequenti e abbondanti. Acqua,sali e spugne vanno a ruba.
Anche l’asfalto del Lungo Tevere non è propriamente regolare e da qui in poi il fascino della Città Eterna non lo si percepisce granché.
Sottopassi, scarsa illuminazione, con lunghi tratti completamente al buio (“colpa della Raggi”… dicono) e la fatica che aumenta contribuiscono a far passare inosservato il paesaggio che ci circonda.
Ricalcando in buona parte il percorso della maratona, si arriva fino all’Acqua Acetosa dove, poco prima del rilevamento del 16esimo Km, c’è la salita spaccagambe che chi ha corso qui la 42K probabilmente ricorda.
Quando si torna verso sud lungo viale Tiziano il passo è oramai molto pesante e il Palazzetto dello Sport e lo Stadio Flaminio sono ombre invisibili nella calda notte.
Non c’è molto pubblico, che si concentra molto numeroso e rumoroso solo all’arrivo.
I romani sono abituati ai blocchi stradali per manifestazioni ed eventi oceanici vari. Sarà per questo che gli automobilisti fermi ad aspettare lungo il percorso non se la prendono più di tanto, al limite si lasciano scappare un pietoso invito rivolto ai corridori: “A drogateve!”
L’arrivo
Questa Mezza Maratona di Roma rimane dura fino alla fine, quando ci si avvicina di nuovo a Piazza del Popolo senza però raggiungerla, si fa ancora un giro in via del Corso per poi lanciarsi fino all’arrivo.
Per la cronaca vincono il ruandese Pontien Ntawuyirushintege (a voi provare a chiamarlo per cognome) in 1h 06’ 45” e la keniota Moseti Winfridah Moraa in 1h 16’ 28”. Tempi relativamente alti a testimoniare la difficoltà del percorso che, sommato al gran caldo, ha rallentato tutti.
Il dopo gara nel catino della piazza l’atmosfera è festosa. Sembra di stare alla fine di un mega-concerto rock: amici che si ritrovano, commentano, borse e sacchetti, ovunque bottiglie, gente stremata distesa per terra, ma felice, sotto l’effetto delle endorfine… la droga dei runner.
Oramai si è fatto tardi, a quest’ora la temperatura inizia a essere piacevole. E conclusa la fatica, con la soddisfazione della medaglia da finisher, anche la città che ci ospita pare di nuovo magica e si torna pure a riveder le stelle più brillarelle che ci sono.
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