Sono decine tra volatili, mammiferi e ungulati gli esemplari della tipica fauna del centro Italia che hanno trovato nel Monte Amiata un habitat protetto dove nutrirsi, riprodursi e, perché no, oziare ed allevare la prole.
Si comincia con l’onnipresente cinghiale, odiato dagli agricoltori e proprietari di giardini, amato invece da cacciatori e ristoratori (ve lo ritroverete nel menù come base di piatti succulenti e tipiche ricette maremmane). Con la sua mole massiccia, il pelo ispido e le lunghe zanne poco rassicuranti è ormai diventato quasi una mascotte del territorio e, in alcuni agriturismi (vedi il Cornacchino), da anni convive con cavalli e cavalieri, senza arrecare particolari danni.
Due mammiferi selvatici e dal carattere assai schivo sono invece l’istrice ed il tasso. Quest’ultimo caccia all’alba o all’imbrunire, nutrendosi con una dieta assai varia a base di insetti, invertebrati, piccoli mammiferi e rettili, ma non disdegnando neanche il regno vegetale: grano, mais, ghiande, tuberi e frutti di bosco. Questo mustelide in genere ha paura dell’uomo, mentre con le sue prede si dimostra scaltro e aggressivo. Non arretra o pare intimorito neanche quando si trova a difendersi dall’attacco di altri animali della sua taglia o più grossi come cani, volpi e lupi: in questi frangenti diventa una forza della natura, e usa l’affilata dentatura per infliggere ferite letali agli imprudenti avversari. Con un po’ di fortuna lo si può avvistare mentre scivola tra i cespugli o si posiziona in strategici nascondigli dove prepara le sue repentine imboscate.

L’istrice è invece un animale dall’eleganza bizzarra. Se va alla ricerca di cibo o di una compagna, può coprire alcuni chilometri e numerosi esemplari sono distribuiti in un vasto areale che dal Parco dell’Uccellina a ovest si estende verso oriente fino ai fianchi dell’Amiata. Lo si avvista infatti facilmente nei boschi dei comuni di Arcidosso, Castell’Azzara, Piancastagnaio e Castel del Piano.
Come animale appartiene a una razza abbastanza “fortunata”: i suoi lunghi aculei bicolore sono distribuiti dalla nuca fino alle zampe posteriori, ricoprendo tutto il dorso e proteggendolo egregiamente da predatori di dimensioni medio grandi. Nei nostri trekking, con un po’ di fortuna possiamo imbatterci i questi mammiferi di medie dimensioni, ma anche in daini o cervi, che popolano la boscaglia fin dai tempi medioevali.

Per muoverci con cognizione di causa tra faggi e castagni, possiamo consultare la “CARTA DEI SENTIERI”, una mappa precisa redatta dall’Associazione BookingAmiata che diventa un valido strumento per scegliere la passeggiata più adatta. Tra i vari giri possibili segnaliamo “La Cipriana”: un anello di una dozzina di chilometri per un totale di 240 metri di dislivello che può essere percorso a piedi (3h 30min) o in mtb (1h 30min). Si percorre la vecchia strada che collega Abbadia S.S. e Piancastagnaio fino al podere di Cerro del Tasca, si toccano quindi i ruderi del podere Montarioso arrivando infine in località La Cipriana, dove inizia la discesa di rientro.
Per cena e pernottamento, una delle strutture ben posizionate e con eccellente rapporto qualità/prezzo è l’Hotel Fabbrini. Lo staff dell’albergo vi accoglierà ad ogni ora della giornata, consigliandovi i percorsi turistici nei vari comuni dell’Amiata, con le località di maggior interesse e i punti panoramici più spettacolari da raggiungere a piedi o in mountain bike.
Per ulteriori informazioni, potete consultare il sito Visit Tuscany.
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