Un suggerimento per una bella gita di fine estate sulle Dolomiti? Un’escursione ad anello sul Catinaccio, attraverso il passo delle Coronelle e il passo Cigolade.
Un occhio al meteo, tanto per cominciare. Perché tra le guglie delle Dolomiti, il pomeriggio porta spesso nuvoloni densi di pioggia. Ma se le previsioni sono discrete, preparate lo zaino e partite. Non ve ne pentirete.
L’escursione che vi proponiamo è un bellissimo giro ad anello tra le pareti del Rosengarten (Catinaccio, in italiano). Il punto di partenza è il Rifugio Fronza alle Coronelle, che si raggiunge con l’impianto di risalita Laurin (presso la malga Frommer, lungo la strada del passo Nigra, a quota 1743 metri). La telecabina fa un “salto” di circa 600 metri per arrivare al rifugio Fronza alle Coronelle, in una posizione spettacolare a 2337 di quota.
Tra l’altro vale la pena di concedersi un caffè prima di affrontare l’escursione. Perché il rifugio, recentemente ristrutturato, è tutto da vedere. Collegato alla stazione a monte della telecabina da un impianto di scale mobili illuminate da luci colorate, è diventato un posto di ritrovo molto cool. Dove ci si dà appuntamento per aperitivi, cene e addirittura per assistere a sfilate di moda.
L’attacco del nostro percorso è proprio dietro il rifugio. Si comincia a salire per un dislivello di 100 metri su gradoni di roccia, aiutati da qualche fune, e si raggiunge un grande terrazzo detritico ai piedi delle pareti. Qui ci si trova a un bivio.
Il sentiero a sinistra porta alla ferrata del Passo Santner. Noi invece questa volta prendiamo a destra lungo il sentiero numero 550, tagliando in leggera salita un costone fino a raggiungere un canalino attrezzato con gradoni di legno. Con molto divertimento e relativamente poca fatica, si raggiunge il passo delle Coronelle, a quota 2630 metri.
Da lassù il panorama che ci accoglie è meraviglioso: la vista corre dal Cantinaccio d’Antermonia al Piz Boé, dalla Marmolada alle Pale di San Martino. Si resta davvero senza fiato davanti allo spettacolo di quella conca intorno a cui si innalzano guglie, pinnacoli di roccia, pareti a strapiombo.
Ci “tuffiamo” poi verso il basso. Scendiamo fino a raggiungere il sentiero numero 541 che imbocchiamo tenendo la destra. Proseguiamo poi in piano lungo un pendio detritico. Le gambe girano senza sforzo fino a quando si comincia la salita verso il passo Cigolade.
Qui bisogna fare attenzione, perché a un certo punto il sentiero è interrotto da una frana. L’indicazione della deviazione non è chiarissima. Anche perché il percorso alternativo sembra poco fattibile. In realtà ci si inoltra in un canalino lungo cui ci si può arrampicare grazie a una scala in ferro, che permette di superare un alto salto roccioso.
Da qui si riprende finalmente il sentiero originale, che si inerpica fino al passo Cigolade (2579 metri). Anche qui vale la pena di fermarsi ad ammirare il panorama davvero unico e a pregustare la discesa lungo la conca in cui le rocce lasciano via via il posto ai primi prati.
Dopo alcuni passaggi particolari tra le pareti (tra cui una specie di tunnel scavato nella roccia), si continua lungo sentierini in costa scendendo fino al Rifugio Roda di Vael (2280 metri). Questo è il primo punto di ristoro che si trova sul percorso, dopo circa quattro ore di cammino. E’ quindi indispensabile avere con sé acqua e qualche genere di conforto.
Dal Rifugio Roda di Vael, ci sono due opzioni per scendere a valle: la discesa diretta a piedi fino al passo di Costalunga, o in alternativa la passeggiata in falsopiano fino al rifugio Paolina (2125 metri), da cui si prende poi la seggiovia per scendere a Carezza. In entrambi i casi, si dovrà provvedere a recuperare l’auto al passo Nigra. Noi avevamo lasciato una seconda macchina nel parcheggio della stazione a valle della seggiovia. Ma c’è anche un efficiente servizio bus.
La lunghezza totale del percorso è di circa 9 chilometri. Il dislivello positivo totale è di 500 metri. Il tempo di percorrenza di circa 4,5 ore.
© riproduzione riservata