Un incidente di moto lo ha costretto per quattro mesi in un letto di ospedale e gli ha lasciato una pesante eredità. Ma Paolo Cazzaro il prossimo ottobre tenterà di battere il record mondiale di paraciclismo su pista categoria Mc4. Con un tutor d’accezione: Davide Cassani.
Paolo Cazzaro ha 50 anni e vive a Vicenza. Ha insegnato per otto anni al Politecnico di Milano, e aveva appena consegnato la tesi di dottorato in urbanistica quando capitò l’incidente. Una di quelle vite che cambiano in un battito di ciglia, la sua. La caduta in moto, l’ospedale, quattro mesi immobilizzato in un letto e poi un anno di riabilitazione.
“Era il 2004 – racconta -. Ne sono uscito con un grave danno neurologico alla gamba sinistra“. Difficile non solo camminare, ma addirittura compiere quei minimi movimenti che ti consentono una vita normale: lavarsi, vestirsi, uscire a fare la spesa. “Ero costretto ad assumere farmaci neurotropici – continua Paolo Cazzaro -, cioè medicine che in qualche modo “spengono” il dolore. E che hanno però effetti devastanti: vivevo in una sorta di mondo ovattato, mi muovevo con estrema lentezza, e anche i processi mentali erano rallentati”.
Poi, nel 2014, succede qualcosa. Lo scatto di una molla. Di queste molle che scattano all’improvviso abbiamo già parlato raccontando le storie di Erica Fre’ e di Samuele Meucci. Anche per Paolo Cazzaro, a un certo punto, la vita ingrana un’altra marcia. Lui, ex sportivo (aveva praticato da ragazzino il triathlon), si rende conto di essere avviato alla deriva. “Pesavo oltre 100 chili, e fumavo tantissimo – ricorda -. Del resto le sigarette mi servivano come compensazione”. Un tunnel da cui è difficile uscire. Ma Paolo riesce a ribellarsi, a dire basta.
“Ho smesso di fumare e ho iniziato ad andare in bicicletta. Nonostante i dolori neuropatici siano terribili. È come se qualcuno ti stringesse la gamba in una morsa d’acciaio. Però volevo uscire da quella situazione”. E lo sport, come molto spesso accade, si è rivelato la medicina migliore.

Poi l’incontro con Alex Zanardi, che lo spinge a cimentarsi nel triathlon paralimpico. Un po’ alla volta, Paolo si immerge nel mondo dello sport e riesce a riprendere in mano la sua vita. “Ho dovuto imparare di nuovo a correre, a nuotare, a pedalare. Insomma riappropriarmi della mia fisicità. Quando sono arrivato al traguardo della prima gara di triathlon, all’Idroscalo di Milano, è stato un gran giorno”. Da quel momento, allenato da Luca Zenti, Paolo non si è più fermato.
E se ora ha abbandonato le gare di triathlon (“la corsa per me era davvero proibitiva”), si è in compenso concentrato sulla bicicletta. E ci è riuscito talmente bene, da aspirare a battere il record del mondo su pista categoria Mc4 di paraciclismo. L’occasione si è presentata quando ha partecipato al bando di Garmin per i Beat Yesterday Awards. Il suo progetto è stato selezionato insieme ad altri cinque, e il prossimo ottobre Paolo Cazzaro tenterà la grande impresa.
Con un tutor d’eccezione: nientemeno che Davide Cassani, CT della nazionale di ciclismo, che Garmin gli ha affiancato e che lo sta seguendo nella preparazione. “Paolo ha tutte le qualità che cerco in un atleta: determinazione, concentrazione e un tocco di sana ambizione. Sono certo che riuscirà a raggiungere anche questo grande traguardo”, ha detto Cassani.
Intanto Cazzaro macina chilometri. Due giorni alla settimana pedala al velodromo Rino Mercante di Bassano del Grappa. L’obiettivo è vicino, perché già una volta in allenamento Paolo è riuscito a superare la soglia dei 42,700 km che rappresentano il record attuale sull’ora. Ovviamente il suo tempo non è stato omologato perché si trattava appunto di un allenamento. Ma la performance fa ben sperare.
“Anche se – aggiunge Cassani – nel caso di Paolo la questione non è solo legata alla prestazione sportiva. Bisogna risolvere diversi problemi, a cominciare da quello della postura. Bisogna fare in modo che riesca a stare in sella a lungo senza soffrire troppo”.

E la carriera universitaria? Anche quella abbandonata (o forse messa da parte per una delle prossime vite). Adesso Paolo sta frequentando un master in storia della gastronomia a Bologna, e tra poco darà alle stampe un libro dedicato ai processi culinari nel corso dei secoli. “Ho unito la mia passione per la ricerca a quella per la cucina – dice -. E mi sono immerso nello studio di antichi ricettari. Per esempio, tu hai mai letto The Epicurean? È stato pubblicato nel 1920, ed è ancora oggi una vera e propria Bibbia della gastronomia…”.
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