Paolo Chiarino si è specializzato in uno sport fuori dal comune: l’Ice Swimming, ovvero il nuoto senza muta in acque gelide. Ha provato l’emozione di nuotare fianco a fianco con i pinguini in Antartide. E per l’anno prossimo ha programmi bellicosi: le acque delle isole Svalbard, al Polo Nord.
Sembra una persona normale. Sembra. Ogni mattina alle 7.00 si tuffa nella piscina della Canottieri Olona, a Milano, e comincia a macinare vasche. Non ce n’è per nessuno. Poi esce, attraversa il ponte sul Naviglio, e va in ufficio in via Morimondo (lavora per un’azienda che produce abbigliamento da sci).
Ma nel weekend Paolo Chiarino comincia a mostrare il suo vero volto, quello da Mr. Frozen: indossa il costume e gli occhialini, e si butta nell’acqua del lago di Montorfano, vicino a Lecco. E poco importa se è pieno inverno, anzi meglio. Perché proprio questo gli piace: nuotare senza muta nell’acqua gelida. Tanto da averne fatto addirittura il suo sport.
Stiamo parlando dell’Ice Swimming, disciplina importata dai Paesi dell’est (Russia in testa) ma ancora poco praticata in Italia, nonostante abbia persino una sua Associazione Internazionale. Abbiamo conosciuto Paolo Chiarino, ambassador di Garmin, in occasione dei recenti Beat Yesterday Awards. E ci siamo fatti raccontare della sua magnifica ossessione.

– Ma come ti è venuto in mente di scegliere come sport una cosa del genere?
Sono genovese, ho il nuoto nel Dna e ho sempre praticato sport. Prima pallanuoto, un po’ di triathlon, e poi ho virato sul nuoto di fondo e ho iniziato a fare delle traversate. A un certo punto ho conosciuto un ragazzo polacco che mi ha invitato a provare l’Ice Swimming in Repubblica Ceca. E’ stata una botta di adrenalina incredibile. E l’anno successivo mi sono iscritto ai Mondiali in Lettonia.
– Tu italiano, in mezzo a un gruppo di energumeni abituati alle temperature estreme…
Infatti devo dire che i russi hanno avuto una sorta di innamoramento per me: un mediterraneo che osava sfidare le temperature invernali a quelle latitudini! Hanno iniziato a invitarmi alle loro competizioni. E nel 2013 sono stato addirittura selezionato dalla Marina Militare Russa per partecipare all’attraversamento a staffetta dello Stretto di Bering. Un’impresa eccezionale, che vedeva il coinvolgimento di 40 nuotatori e l’appoggio di due navi militari.
– E com’è andata?
L’idea era quella di concludere la traversata in un paio di giorni, alternandoci a nuotare per un quarto d’ora a testa fino a coprire 81 km di mare. Ci abbiamo messo sei giorni, abbiamo nuotato 135 km, e alla fine siamo arrivati soltanto in 15. E’ stata una delle nuotate più difficili della storia. Le condizioni del mare erano cattive, con correnti fortissime. Succedeva di nuotare per ore, e restare sempre nello stesso punto. Quella volta a me sono toccate 13 frazioni.

– Quindi hai fatto meglio di molti russi. Com’era la temperatura dell’acqua?
Il problema dei russi è che spesso sono capaci di nuotare solo a rana. E in quelle condizioni di mare, non ce la si fa. Però confesso che in certi momenti, di notte, ho avuto paura. Se il gommone che ci accompagnava mi avesse perso, non avrei potuto resistere a lungo. La temperatura dell’acqua era di 2° alla partenza, in Siberia, e poi man mano è salita. Quando siamo arrivati sulla costa dell’Alaska misurava quasi 10°.
– Tutta vita, per uno che pratica Ice Swimming… Hai nuotato anche con temperature sotto lo zero?
Io ho nuotato a -1,2°. Il massimo a cui è arrivato un essere umano è -1,5°. Tieni conto che il punto di congelamento dell’acqua salata è di circa -1,9°.

– L’Ice Swimming prevede un allenamento particolare?
Non c’è una preparazione particolare rispetto al nuoto di fondo. Certo bisogna abituare un po’ il fisico alle basse temperature. Piuttosto, è molto importante la fase del recupero. Quando ti butti nell’acqua gelida, le braccia e le gambe perdono sensibilità perché il sangue viene richiamato al cuore. Una sensazione poco piacevole, ma la botta di adrenalina ti fa andare avanti. Nel momento in cui esci dall’acqua, la circolazione subisce uno shock. Bisogna entrare in un locale caldo, ci sono persone che ti mettono addosso asciugamani riscaldati. E una volta che ci si è ripresi, si può magari fare una sauna.
– Come e dove si svolgono le gare di Ice Swimming?
Lo sviluppo di questo sport sta seguendo due direzioni. Una agonistica vera e propria (c’è anche chi sta lavorando per portarlo alle Olimpiadi invernali), e quindi le gare si svolgono in vasche di acqua gelata o piscine ricavate tagliando la superficie ghiacciata dei laghi. Questa è la direzione seguita dalla Winter Swimming Association, e prevede competizioni su distanze fino a 450 metri.

– … e poi c’è il nuoto in acque libere…
Quello che io preferisco, promosso dalla Ice Swimming Association. Vuoi mettere nuotare insieme ai pinguini, come è successo a me in Antartide? In questo caso le distanze canoniche sono due: 1 km e 1 miglio (1.690 metri). Io sono l’unico italiano che è riuscito a nuotare per un miglio. L’ho fatto qualche anno fa, nel lago di Montorfano.
– Hai giocato in casa, quindi! E quali progetti hai per il futuro prossimo?
Vorrei nuotare al Polo Nord, nel mare delle Isole Svalbard, dove la temperatura dell’acqua è sotto zero. Mille metri. E’ il mio progetto per il prossimo anno. Però tutte queste imprese cominciano a essere un po’ onerose dal punto di vista finanziario. Adesso è arrivato il momento in cui ci vorrebbe proprio uno sponsor…
In questo video, l’impresa di Paolo in Antartide:
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