Franz Rossi e Denis Falconieri sono due amici appassionati di montagna. Che hanno dato vita a un podcast molto particolare: Passaggi a Nord Ovest, la voce delle Terre Alte. Un appuntamento quotidiano per chi ha a cuore i temi della natura, della sostenibilità, dei viaggi, della cultura alpina.
Mettiamola così: Franz Rossi ne ha pensata un’altra. E Denis Falconieri gli ha dato manforte. Chi sono questi due loschi individui? Il primo lo conosco personalmente da molti anni, e arrivo al punto di dire che siamo addirittura amici. Segni particolari: barba folta, sorriso contagioso, un entusiasmo irrefrenabile per le nuove tecnologie e tutte le loro applicazioni. Non ho mai avuto il piacere di incontrare Denis, ma il suo curriculum è inquietante almeno quanto quello di Franz: giornalista, autore Lonely Planet e appassionato sportivo.
Dopo che Franz Rossi ha deciso di abbandonare Milano e le sue tentazioni per rifugiarsi in uno sperduto paesino tra le montagne della Valle d’Aosta, ha fatto appunto la conoscenza di Denis Falconieri. Che lo ha iniziato a un’attività ben più galeotta di quelle praticate nella tentacolare metropoli: lo scialpinismo.
Franz ha sempre avuto la passione dello story-telling (nel caso vi interessi sapere tutto quello che ha combinato, date un’occhiata qui). Denis è per sua conformazione mentale un “viaggiatore narrante”. E così, tra discese ardite e risalite (con le pelli di foca), i due hanno partorito un progetto da far tremare i polsi: un podcast quotidiano che parla di storie di montagna. Raccontate da chi in montagna ci vive, e quindi non parla a vanvera. Titolo: Passaggi a Nord Ovest. Sottotitolo: Concatenazioni alpine.
Una storia al giorno
E qui sorge spontanea la prima domanda: ma dove la trovate una storia diversa ogni giorno, lassù tra le montagne e per di più con il lockdown in corso? “Guarda – mi dice Franz – all’inizio pensavamo di uscire una volta alla settimana. Poi alla fine ci siamo resi conto che gli spunti sono tantissimi, e abbiamo optato per un appuntamento quotidiano. Beh, da lunedì a venerdì. Nel weekend ci riposiamo”.
Cinque giorni su sette, quindi, ogni mattina alle 6.00 va in onda una nuova puntata. Di che cosa si parla nel podcast? Di tutto quello che può interessare chi si interessa di montagna: stili di vita, notizie, racconti, curiosità, avventure. “Nei secoli scorsi – dicono Falconieri e Rossi – le culture popolari si sono conservate e diffuse grazie alla tradizione orale. Ci piace pensare al nostro podcast come a un proseguimento moderno di quel modo di tramandare le informazioni”.
Qualche esempio? Le storie dei mestieri di montagna raccontate dalla voce di Franco Faggiani, scrittore e giornalista. Una per tutte: quella dei caminant, specie di cowboy senza cavallo che fino a qualche anno fa si occupavano di spostare a piedi le mandrie. E poi gli esperimenti sulla resistenza al freddo di Nicolas Jaeger, medico e alpinista, tra i migliori scalatori della sua generazione (insieme a Jean Afanassiev è stato il primo francese ad arrivare in cima all’Everest). O ancora, l’incredibile avventura di John Hoyte, l’inglese che nel ’59 ha attraversato le Alpi piemontesi con Jumbo, un’elefantessa dello zoo di Torino.
Problemi tecnici di trasmissione? Risolti
Cosa ci vuole per fare un podcast? Oltre ai contenuti, ovviamente, qualche accessorio tecnologico. “In realtà – spiega Franz -una delle cose belle dei podcast è che non occorre praticamente attrezzatura. Per lo meno, non più di quello che siamo abituati a usare quotidianamente. Così abbiamo fatto le prime prove con il microfono del pc o l’auricolare dello Smart-phone. Poi, essendo comunque sensibili al fascino della tecnologia, abbiamo iniziato a guardarci intorno. Abbiamo scovato su internet alcune attrezzature che con un investimento di circa 500 euro ci hanno permesso di organizzare a casa un mini-studio di registrazione. Abbiamo anche un mixer che permette di collegare contemporaneamente quattro persone, magari due in presenza, una al telefono e un’altra via Skype…”.
Insomma, alla fine il podcast è un po’ anche questo: riscoprire antiche formule di comunicazione e riproporle utilizzando le nuove tecnologie. I racconti degli anziani non si ascoltano più intorno al fuoco, ma attraverso il cellulare o il pc. Effetti sonori, voci e musiche creano un mix particolare che “cala” l’ascoltatore nella scena.
“A parlare ovviamente non siamo soltanto io e Denis – avverte Franz Rossi – . Da subito abbiamo deciso che il nostro sarebbe stato un podcast aperto. Fare monologhi da un pulpito virtuale alla lunga è noioso. Sia per noi che li scriviamo, che per chi li ascolta. Abbiamo scelto di invitare un sacco di amici a raccontare le loro esperienze, le loro idee, le loro scoperte. Mi piace pensare che Passaggi a Nord Ovest sia una versione moderna del salotto letterario. In cui magari la birra prende il posto del classico the”.
Tutte le storie possono essere ascoltate sulle piattaforme Spotify e Spreaker.
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