Si è svolto a Courmayeur un interessante incontro tra organizzatori in vista di un 2021 ancora pieno di interrogativi. L’obiettivo è farsi sentire. Per porsi al riparo da nebulosità normative e capricci dei corridori.
“Ne vale la pena”? L’interrogativo ha attraversato come un lampo il cielo sereno della Val Veny dove sabato scorso si è confrontato – prima a porte chiuse, poi nel corso di una tavola rotonda aperta al pubblico – un qualificato gruppo di organizzatori di gare di trail running.
Il rilassato contesto del TOR X-Trail camp & Village eXperience ha contribuito al sereno scorrere di un dibattito che, viste le personalità dei presenti, si poteva immaginare infuocato. Invece no, la posta in gioco non consentiva sciocchezze di questo genere.
Il Trail running chiede certezze normative per evitare il blocco delle gare
La prima necessità per un organizzatore è poter contare su certezze normative che al momento non esistono. In effetti la Fidal ha emanato un suo protocollo, ma non tutte le società sono affiliate Fidal e, soprattutto, quel documento non ha una forza di legge tale da impedire ulteriori interventi.
L’elenco dei soggetti che possono frapporsi con veti o richiedere adempimenti è infinito: in ordine sparso citiamo presidenti di regione, prefetti, sindaci, polizia urbana, ASL, compagnie di assicurazione… Il rischio – in realtà è quello che sta già succedendo – è che fino all’ultimo giorno un qualunque “avente diritto” possa bloccare una gara.
![il Trail running chiede certezze](https://actionmagazine.it/wp-content/uploads/2018/11/Laurent-Tournarie.jpg)
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Tutti d’accordo, quindi, nel cercare di individuare l’interlocutore più adatto al quale sottoporre un protocollo a prova di sorprese. I contenuti, in questa fase, non importano più di tanto: “Diteci con chiarezza quello che dobbiamo fare. Noi ci adegueremo”, chiedono in sostanza gli organizzatori riuniti a Courmayeur, che nelle prossime settimane cercheranno di coinvolgere il maggior numero possibile di colleghi.
L’obiettivo è dar vita a un vero e proprio Tavolo del trail (o comunque lo si voglia chiamare) che possa in qualche modo essere rappresentativo di tutti coloro che organizzano corse sui sentieri. “È vitale far sentire la nostra voce. Oggi, nei luoghi dove si decide il trail running, non esiste”, è l’amara considerazione.
Più spese da sostenere con le disposizioni anti-Covid
Dalle disposizioni anti Covid discendono tra l’altro, oneri di non poco conto dal punto di vista logistico e, di conseguenza, aumentano le spese da sostenere. Uscite che solo in parte potranno essere coperte dagli sponsor. Nessuno naviga nell’oro e in un 2021 caratterizzato da diffuse contrazioni dei budget destinati al marketing, le aziende che supportano le gare saranno chiamate a scelte dolorose.
![tor des geants](https://actionmagazine.it/wp-content/uploads/2018/12/tor-des-geants.png)
Ne deriva la previsione di un aumento generalizzato delle quote di iscrizione accompagnato però da standard di servizio inferiori a quelli abituali per le gare italiane.
Ma non tutti i partecipanti vorranno comprendere la situazione, e poco importa se le proteste saranno segno di clamorosa ignoranza. Farsi in quattro per organizzare un evento in era Covid, per poi sentirsi apostrofare malamente perché i ristori sono scarni e scomodi, perché mancano le docce oppure è stato abolito il terzo tempo, non può far piacere. È già accaduto in queste settimane, succederà ogni volta.
Ci vuole una voce forte per farsi sentire
Eccolo allora il “ne vale la pena?” di cui all’inizio. Già, perché se il bilancio economico di una gara in qualche modo si potrà salvare, nulla risarcirà dagli insulti e dalle campagne denigratorie animate dai soliti idioti.
Il calendario delle gare 2021 sarà influenzato dalla capacità di sopportazione degli organizzatori, per la gioia dei leoni da tastiera che sguazzano nella palude delle incertezze. Di questi ultimi si può fare a meno. Una voce forte, univoca e autorevole del trail running, invece, è indispensabile.
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