Il 30 giugno si terrà la 31a edizione della Pinnata dell’Adda: una nuotata ludica di cinque chilometri con approdo a Trezzo d’Adda.
Il 30 giugno il Bergamo Diving Center organizzerà per la 31a volta la Pinnata dell’Adda, un evento di nuoto nelle acque di quello che è il quarto fiume italiano per lunghezza, dove la spinta delle pinne e delle bracciate si unirà alla “comoda” corrente del fiume. Il percorso, che si svilupperà per circa 5 chilometri, equivale alla distanza che separa la centrale idroelettrica Esterle di Porto d’Adda dal “laghetto di Trezzo” in prossimità della storica centrale idroelettrica Taccani di Trezzo d’Adda.
Una manifestazione molto particolare, dalla lunga storia e molto apprezzata da tanti bergamaschi e milanesi – che sono poi le due province lambite dal tratto di fiume interessato dalla Pinnata – ma anche da molti altri. Considerate che la scorsa edizione ha richiamato 75 nuotatori, i più lontani dei quali arrivavano da Vicenza e Biella.
Numeri e distanze che spiegano l’unicità di un evento legato tanto all’ambiente quanto alla sua filosofia.

Relativamente all’ambiente, è scontato dire che il fiume è sicuramente meno attrattivo rispetto alle acque lacustri o di mare. L’Adda, così come buona parte dei corsi d’acqua fluviali, ha una particolare “personalità”, più complicata e nervosa rispetto a specchi d’acqua stabili. Aspetto che a livello popolare ha sempre fatto considerare i fiumi temuti e pericolosi.
Pinne, muta, boa e occhialini: l’attrezzatura della Pinnata dell’Adda
Se l’uomo è un essere terrestre, è altrettanto vero che con il giusto studio del percorso, la corretta preparazione, il buon equipaggiamento (dato da muta pinne, boa, occhialini dotati magari di boccaglio frontale), la precisa assistenza da parte di gommoni, il fiume diviene un luogo di scoperta, affascinante e unico.
Equipaggiamento e preparazione sono gli unici doveri dei singoli partecipanti: non è infatti richiesto certificato medico, ma solo consapevolezza dei propri limiti e del proprio stato di forma. Certo è che con una buona muta si ha tutto il galleggiamento necessario, oltre ad una protezione termica contro i 20/25 gradi dell’acqua.

Il percorso e l’assistenza sono invece aspetti in carico agli organizzatori del Bergamo Diving Center per il primo tratto (ormai ben collaudato: presenta solo una corrente “anomala” nella parte iniziale, e qualche secca in prossimità di Trezzo). Il secondo tratto invece è curato dai Sommozzatori di Treviglio e dai subacquei del Bergamo Diving Center, sempre pronti ad aiutare chiunque si trovi in difficoltà.
In quanto alla filosofia, così come si legge sul sito, si può vivere la Pinnata dell’Adda in maniera agonistica e puntare al tempo; oppure lo si può fare, come preferisce il sottoscritto, in maniera ludica cercando di stare il più tempo possibile a mollo.
Alla Pinnata dell’Adda non si va solo per nuotare
Un tempo nel quale osservare la fauna a filo d’acqua, la rigogliosa vegetazione che copre entrambe le sponde, i pescatori non troppo contenti o chi stupito passeggia sulla bellissima alzaia (che unisce Lecco a Milano). Ma si può anche chiacchierare – grazie a un rilassante stile a dorso – con gli altri partecipanti che si accompagnano con salvagenti a forma di fenicottero.

Tutte le informazioni per prendere parte alla Pinnata dell’Adda sono presenti sul sito www.bergamodivingcenter.com. Il costo d’iscrizione è di 30 euro e prevede il trasferimento al punto di partenza (in merito non dico nulla, se non che ve lo ricorderete!), gadget, buffet all’arrivo e assistenza.
Ci vediamo in acqua? Io non mancherò di certo, e sarò felicissimo di godermi per la quarta volta questo bellissimo fiume e questo insolito “regalo” che i ragazzi del Bergamo Diving Center porgono a tutti gli amanti del nuoto.
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