Se pensate che preparare un Ironman in 65 giorni sia una sfida impossibile, leggete questa intervista. Giovanni Luongo ce l’ha fatta.
L’Ironman è uno sport caratterizzato dall’insieme di tre diverse discipline: nuoto, ciclismo e corsa. Durante la competizione gli atleti devono nuotare per 3,9 km, successivamente percorrere 180 km in bicicletta ed infine 42 km di corsa, una vera e propria maratona.
Se per alcuni questo basta a creare le motivazioni e la spinta interiore per fare, giorno per giorno, di meglio, per molti altri è un percorso tortuoso che spinge a rinunciare ad affrontare questa attività. Anche solo una di queste tre distanze potrebbe stremare una persona non sufficientemente allenata.
Come è facilmente immaginabile, per partecipare ad un Ironman e portare a termine questo percorso, nella maggior parte dei casi occorrono anche diversi mesi o anni di preparazione atletica.
La storia di Giovanni Luongo: una preparazione in 65 giorni
La storia di Giovanni Luongo è quella di un ragazzo trentaduenne napoletano che, in soli 65 giorni, è riuscito a raggiungere una preparazione adeguata ed a portare a termine un Ironman.
Ecco le sue parole:
“Tutto inizia quando mio fratello Giancarlo gareggia all’Half Ironman di Zurigo. La mia compagna, Rachel, già tre volte finalista e vincitrice di un Triathlon su Iron distance, era fermamente convinta che io potessi preparare un Ironman e mi sfidava quotidianamente ad iscrivermi all’imminente edizione di Mallorca, nel mese di ottobre. Era lo scorso agosto, e fino ad allora non avevo mai corso seriamente. L’ultima volta che avevo fatto degli allenamenti di corsa, risaliva a circa 12 anni prima, quando ero un giovane canottiere”.

“Tra le varie considerazioni – continua Giovanni – la mia volontà di concludere 42 km di corsa nell’Ironman, con una preparazione di un solo mese e mezzo, era vista da molti come un’impresa impossibile. Io, invece, credevo che avrei potuto portarla a termine. Ero fermamente convinto di questo perché ho sempre amato le sfide durante la mia vita e soprattutto avevo accanto a me delle persone che mi motivavano quotidianamente e credevano davvero in ciò che facevo. Anche il mio coach Paolo Santello ha subito accettato la sfida, e ha rapidamente superato lo scetticismo iniziale. Il suo supporto è stato essenziale nel portare a termine questo percorso. Tutto questo mi ha spronato a fare sempre meglio. La motivazione in questi casi, infatti, riveste un ruolo chiave”.
Allenamenti e statistiche prima dell’Ironman
Qual è il segreto di una preparazione atletica concentrata in così poco tempo? Lo sforzo principale è quello mentale. Un vero atleta per portare a termine l’Ironman deve essere in grado di controllare il proprio ritmo, di rimanere motivato e di risparmiare le proprie energie. Se così non fosse si andrebbe incontro ad uno scompenso fisico che non porterebbe alcun risultato. A volte in molti sottovalutano la forza mentale.
“Quello che posso dire oggi con certezza – considera Giovanni Luongo – è che, probabilmente, il maggiore dispendio all’interno di una competizione di questo tipo è mentale piuttosto che fisico. Senza una buona preparazione mentale difficilmente un’atleta è in grado di portare a termine un Ironman. Questa va costruita giorno per giorno in allenamento, bisogna creare un buon piano e seguirlo meticolosamente. La tentazione di strafare è molta all’inizio, specialmente quando sai che il tempo disponibile per la preparazione è limitatissimo… ma l’infortunio e sempre dietro l’angolo e bisogna evitarlo”.

Giovanni aveva una preparazione mentale eccellente, e con la guida di Paolo è riuscito ad ottimizzare il tempo a disposizione. Nonostante un allenamento intenso e molto concentrato, sicuramente per molti queste tempistiche potrebbero essere considerate non sufficienti per una competizione di questo tipo.
Per gli amanti delle statistiche, i numeri raggiunti nei 65 giorni di allenamento sono stati i seguenti:
– Run – 250 km in 25 uscite, ogni settimana alzando l’asticella della distanza massima;
– Bike – qui la preparazione è stata di “mantenimento”, essendo questo lo sport praticato negli ultimi 2 anni;
– Nuoto – 15 km in 9 uscite: una preparazione blanda rispetto a una competizione di questo tipo.
Come si misura la prestazione di un nuotatore?
Bella domanda! È quella che ha fatto Giovanni tre giorni prima dell’evento. Il senso di quel che si stava facendo infatti non era quello di arrivare sul podio o nelle prime posizioni. L’unico obiettivo era portare a termine l’Ironman senza che ci fosse alcun infortunio e soprattutto nel migliore dei modi.
“Qualche giorno prima dell’evento scherzavo molto con Matteo Santello, anche lui atleta e coach di mio fratello Giancarlo. Non avevo mai misurato le mie performance in acqua – ricorda Giovanni -. Non sapevo neanche in quanto tempo riuscivo a coprire la distanza di 100 metri a nuoto. So che può sembrare una follia, soprattutto pensando che da lì a breve avrei affrontato una competizione così dura, ma al di là di tutto volevo essere in grado di raggiungere l’obiettivo prefissato”.
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L’adrenalina dei giorni prima dell’evento e un sano pizzico di incoscienza hanno portato tutti a credere che Luongo ce l’avrebbe potuta realmente fare. Il giorno della gara, in effetti, Giovanni è arrivato al traguardo! L’impresa era compiuta, l’Ironman era stato finalmente portato a termine.
Tempo finale: 13 ore e 17 minuti (solo qualche ora dietro alla notevole prestazione del fratello Giancarlo, qualificatosi per i mondiali Ironman di St.George). Una vera e propria impresa, portata a termine in soli 65 giorni! Parodiando la frase di un celebre film: “Si…può…fare!”
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