Cos’è la SplitBoard? Una tavola da snowboard che può essere divisa in due e utilizzata nelle salite di scialpinismo. Noi l’abbiamo provata in Valle d’Aosta e vi raccontiamo com’è.
C’è un attrezzo con cui è possibile praticare nello stesso tempo lo scialpinismo e lo snowboard. Questo attrezzo si chiama SplitBoard, e consiste in una tavola che si separa per lungo trasformandosi in due sci con attacchi basculanti che vengono utilizzati per la risalita. Una volta sulla cima, in circa un minuto la tavola viene riassemblata e configurata in “assetto discesa”.
E si parte con traiettorie carving, curve paraboliche e salti da cliff o cornici, con atterraggi soft su lenzuoli di polvere fresca ancora inviolati. Ok, le condizioni non sono sempre top, con neve leggera e pendii vergini. Ma se le tracce di chi è passato prima di noi non sono troppo numerose, si può sperimentare la famosa sensazione della “glisse”. Vale a dire la discesa in piena planata, lasciandoci alle spalle “la nostra firma” incisa sul versante della montagna.
Un giorno sulla neve per provare la SplitBoard
È con questo spirito che domenica 15 dicembre Ettore Personnettaz (fondatore dell’associazione Free-Ride Alleance e autore del libro FreeRide & Split-board in Val d’Aosta), coadiuvato dalla guida alpina Patrick Raspo e dagli istruttori Alfredo Canavari, Luca Spoladore, Luca Bastia, Leonardo Patrucco, Vanessa de Vignani e Davide Capozzi, ha organizzato lo Split-Day Test, in località Saint Oyen (Aosta).
Due gli itinerari di salita. Il maestoso vallone di Flassin ha accolto il gruppo base, mentre il gruppo avanzato ha macinato un migliaio di metri di dislivello positivo lungo le piste del comprensorio di Crevacol (con impianti ancora chiusi), fino a raggiungere la Tete du Crevacol (2600 mt), per poi spararsi una discesa a tutto gas nei valloni laterali. Il meteo ha fatto il resto, regalando una giornata di pieno sole e “tonificante” vento in quota (personalmente ho effettuato quasi tutta la salita in t-shirt).
Anche lo scenario era all’altezza: decine di cime cariche di neve, canaloni a perdita d’occhio e il Monte Bianco sullo sfondo sembravano invitare i partecipanti a migliorare velocemente il loro livello tecnico, in vista di sfide sempre più ripide e veloci.
Ovviamente, lo ripeteremo all’infinito, il bollettino Pericolo-Valanghe è la fonte che governa tutta la giornata sui pendii, deve assolutamente essere consultato e rispettato. Inoltre avere come riferimento una guida alpina permette di non correre rischi inutili.
Ti potrebbe interessare anche: Dove provare la prima discesa di scialpinismo? Nel Cantone dei Grigioni
Impeccabile l’organizzazione così come il comportamento dello staff tecnico, che ha supportato benissimo la raffica di domande, richieste di consigli e trucchetti tecnici per capire meglio i segreti dei diversi modelli di split. Oltre 30 tavole da testare sono state messe a disposizione, i marchi presenti erano: Jones, K2, Amplid, Comera, Furberg, Spark R&D. Per l’abbigliamento ricordiamo Bollè, Level Gloves, Backcountry Access, Oxeego, Megazinco.
Quanto costa fare SplitBoard
Obiettivo: comprendere bene quale tipo di flex, lunghezza, sciancratura e attacco risulta il più indicato a ciascuno snowboarder, magari in prospettiva di un futuro acquisto. La SplitBoard è un attrezzo particolare e con soluzioni tecniche di alto livello, quindi l’investimento per il nuovo, tutto compreso (tavola, attacchi e pelli), si aggira tra i 1.100 ed i 1.800 euro. Anche se già da tre o quattro anni si trova del materiale usato in discrete condizioni tra i 600 e i 1.200 euro.
Un ringraziamento speciale va anche al personale del Bar La Pineta (nelle persone di Danila e Roberto) e del Bar Tennis, i locali che hanno supportato l’iniziativa, fornito spazi riscaldati per i briefing, e rifocillato sia sabato che domenica orde di split-boarder affamatissimi. A fine evento, merenda pazzesca con una serie di sontuosi taglieri di prosciutti e formaggi tipici locali. Il top!
© riproduzione riservata