Questa volta la nostra Giusi, non vedente, ci racconta la sua esperienza in bicicletta in Puglia con il suo tandem Kryss.
Questa volta mi trovo in Puglia con la mia amica Chiara, fedele compagna di pedalate, e Kryss, il mio tandem. La Puglia è la mia terra di origine, perciò mi ha davvero emozionato pedalare per le strade di Ceglie Messapica, il paese dove sono nata, e passare per le vicine Ostuni e Cisternino. Ci siamo spinte fino a Mesagne, più a sud, e abbiamo raggiunto la suggestiva Polignano a Mare, più a nord.
Non sto a raccontarvi tutte le mie scorribande, per cui sarebbero necessarie pagine e pagine. Mi limiterò a parlare di quella che per me è stata una giornata davvero speciale. Una giornata in cui ho visitato posti che mi hanno molto colpito, e che meritano davvero di essere scoperti. Quindi seguitemi! Vi porterò con me, pedalata dopo pedalata.
Innanzi tutto però devo parlarvi di Vincenzo, che ho conosciuto grazie alla mia passione per la bicicletta. Vincenzo è anche lui non vedente, come me, e anche lui è innamorato del tandem. Abita in Puglia, e così quando ha saputo del nostro arrivo ci ha organizzato una giornata memorabile.
Io e Chiara siamo partite da Ceglie Messapica per raggiungere Vincenzo a Carovigno, a circa 18 km di distanza. Per fortuna per arrivare là non abbiamo dovuto pedalare per tutta la distanza lungo la terribile (pericolosissima) provinciale Ostuni-Ceglie. A circa metà strada abbiamo infatti svoltato per deviare su tranquille strade di campagna, fra uliveti e campi coltivati.
Carovigno è un antico borgo bianco affacciato sul mare sul mare, come ce ne sono ancora tanti sulla costa pugliese. Il nostro punto di ritrovo con Vincenzo è il castello Dentice di Frasso, che raggiungiamo dopo una salita bella tosta. Una volta arrivate, ecco che conosciamo finalmente di persona Vincenzo, con cui tante volte ho parlato al telefono e via What’sApp. Con lui ci sono Daniele di Madera Bike Ciclotour e Giuseppe, la guida che ci racconterà la storia del castello.
Il nostro arrivo a Carovigno è un piccolo evento. Ecco infatti che di lì a poco ci raggiungono anche Francesco Valente, presidente dell’Atletica Carovigno, il sindaco Massimo Lanzilotti e la giunta comunale al completo! Resto quasi senza parole…
Giuseppe ci descrive minuziosamente il castello e ce ne racconta la storia. Per me e Vincenzo sarebbe stato bello poter avere sotto mano un plastico che riproducesse le sue tre torri, costruite in tre modi differenti. Perché sinceramente è abbastanza difficile potersi immaginare tutto senza l’aiuto della vista. Io e Vincenzo suggeriamo quest’idea, che sembra scontata ma spesso purtroppo non lo è.
Salutato il nostro caloroso comitato di accoglienza, io e Chiara con Vincenzo e Daniele montiamo in sella ai nostri tandem, lasciandoci il castello alle spalle. Una lunga discesa ci porta attraverso la campagna di Carovigno. Siamo circondati ora da uliveti secolari, campi e cespugli di piante aromatiche che profumano l’aria. Il sole oggi ci scalda anche troppo. Raggiungiamo la nostra tappa intermedia, il santuario di Maria Santissima di Belvedere. All’interno vi sono due grotte, poste a due differenti livelli. Entrambe sono collegate alla chiesa tramite una larga gradinata, la “scala santa”, formata in tutto da 47 gradini. Scendendo le scale, tasto con le mani le pareti di roccia, a tratti rivestite di intonaco bianco. Mi infastidisce l’intonaco sulla roccia, che sento ancora fresca e viva in un certo senso.
Dopo la visita, riprendiamo a pedalare in direzione Torre Guaceto, con il profumo del mare ad accompagnarci. È proprio la torre (foto di apertura) la nostra prossima tappa. Come ci spiegherà Daniele, si tratta di una delle tante torri che costellano la costa pugliese, e che furono costruite nei secoli passati a scopo difensivo. Parcheggiamo i nostri tandem, ed entriamo nella costruzione.
Saliamo per la ripida scala che ci conduce al primo piano. Qui troviamo la riproduzione di una barca a vela che veniva utilizzata per il trasporto di anfore (anch’esse riprodotte al suo interno). Mi piace toccare tutto quello che posso, per “visualizzare” quello che Daniele sta raccontando.
Ma non possiamo fermarci troppo a lungo. Abbiamo un appuntamento imperdibile. Riprendiamo i tandem e velocemente pedaliamo verso il Centro di recupero delle tartarughe marine. Qui incontriamo Tonia Barillà del Consorzio Torre Guaceto, che gestisce la riserva. Ci racconta la storia delle tartarughe che nuotano nelle vasche davanti a noi, con il sorriso e l’entusiasmo di una persona che ama davvero quello che fa. Purtroppo in questo caso non ho potuto “toccare con mano”. Le tartarughe vanno lasciate in pace, e io ho dovuto accontentarmi di ascoltare.
Poi l’ultima tappa della giornata, Porto Guaceto. L’idea era quella di fare un aperitivo per concludere la pedalata. Ma l’aperitivo alla fine si rivela un pranzo vero e proprio: frise, burrata, capocollo… Fra cibo e chiacchiere, il tempo vola. È ora di tornare a casa… questa volta comodamente trasportate in furgone da Tonia. A pochi metri da noi, ci racconta, c’è una bellissima spiaggia che presto sarà resa accessibile alle carrozzine. Così prima di salire sul furgone decidiamo di fare quattro passi sulla sabbia, arrivando quasi a mettere i piedi nell’acqua.
Poi via, in direzione Carovigno. Ma Tonia ha deciso di farci una sorpresa. Ci propone una breve sosta nelle campagne di suo padre, per farci assaggiare i gelsi colti direttamente dall’albero. Come rifiutare?
Non siamo state turiste, io e Chiara, in questa bellissima giornata. Ma ospiti a tutti gli effetti. Gli amici che abbiamo conosciuto e che ci hanno accolto, ci hanno davvero fatto sentire tutto il loro calore. E tornando a casa portiamo con noi le parole di Vincenzo: “Parlando di turismo, bisogna cambiare i termini. Non devono esistere turisti, ma ospiti. Le barriere non vanno eliminate solo per i disabili, ma proprio per tutti”.
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